LUGANO – ZUGO
1-5
(1-1, 0-1, 0-3)
Reti: 2’40 Canonica (Joly, Alatalo) 1-0, 4’25 Riva (Hofmann, Geisser) 1-1, 25’22 Hofmann (Carlsson, Olofsson) 1-2, 47’35 Wingerli (Stadler, Hansson) 1-3, 58’22 Vozenilek (Riva) 1-4, 59’03 Senteler (Riva, Simion) 1-5
Note: Cornèr Arena, 5’014 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Hungerbühler; Cattaneo, Altmann
Penalità: Lugano 2×2, Zugo 2×2
Assenti: Radim Zohorna, Calle Dahlström, Giovanni Morini, Calvin Thürkauf, Joren van Pottelberghe (infortunati)
LUGANO – È un periodo difficile per il Lugano, non ci si deve nascondere. La vittoria di settimana scorsa sull’Ajoie, peraltro raggiunta con una fatica colossale, ha solo rimandato l’esposizione di vari problemi che affliggono i bianconeri (alcuni già noti), la due sconfitte consecutive con una sola rete segnata tra Friborgo in trasferta e Zugo in casa sta facendo suonare un discreto ma comunque udibile campanello d’allarme.
Non bisogna però nemmeno aver paura di dire che a questa squadra stanno girando storte parecchie cose, il che aggrava una situazione che già di per se richiede attenzione massima, e quando gli episodi sfortunati legati non solo agli infortuni, pensando soprattutto a quello di Zohorna che colpisce la quarta figura determinante della squadra dopo primo centro, portiere e difensore straniero, il calderone comincia ad essere bello pieno.
È innegabile che la sfortuna che il Lugano trova anche sul ghiaccio – vedasi per esempio contro lo Zugo i due autogol subiti, i colpi di fortuna di Tim Wolf nel finale e i dischi rimbalzati fuori dallo slot in maniera quasi inspiegabile – sono anche figli di una squadra che innegabilmente sta sentendo la frustrazione mano a mano che il tempo passa e il lavoro non viene ripagato.
Gli attaccanti sono stranamente legnosi al tiro, indecisi con il disco sul bastone davanti al portiere, e si parla pure di gente che ha nelle corde venti gol a stagione come Joly e Carr, o il disastroso (per quanto riguarda il killer instinct) Sekac.
Non è bastato nemmeno uscire abbastanza bene da un primo tempo piuttosto brillante, dove i bianconeri si sono fatti preferire allo Zugo e hanno costruito diverse occasioni da gol strappando pure qualche applauso con la linea di Arcobello, perché quel primo tempo sembrava un ottimo auspicio per il proseguimento della sfida ma appena suonata la sirena a tutti è sembrato fin troppo simile a tanti primi periodi giocati bene dal Lugano ma non sfruttati come meritavano.
E di fatti la musica è cambiata in fretta, lo Zugo ha approfittato della panchina vicina per schiacciare il Lugano nel proprio terzo difensivo e togliergli spazio e fiato, trovando la rete rivelatasi poi decisiva con il rientrante Hofmann, con il disco deviato dal pattino di un bianconero.
Da lì via la squadra di Gianinazzi ha faticato per un quarto d’ora buono, salvo rimettere fuori la testa verso la fine del tempo per farsi di nuovo vedere dalle parti di Wolf, con Huska che ha tenuto in partita i suoi compagni per lunghi minuti con diversi interventi difficili.
È stato però un fuoco di paglia, lo Zugo ha preso i comandi della partita gestendo il disco per lunghi minuti, tanto che la prima occasione vera per i padroni di casa nel terzo periodo è arrivata attorno al 52′ con un’incursione del solito Joly.
Era ben chiaro però che questo Lugano, seppure confrontato con uno Zugo che viaggia ancora con parecchie incertezze, sul piano della profondità non poteva reggerne il ritmo, dovendo giocare con una formazione raffazzonata e un bottom six inedito che vedeva il ritorno di Zanetti e di Reichle assieme a Canonica. La bella notizia della serata perlomeno è arrivata tra le mani del numero 14, autore del suo primo gol da professionista in occasione del vantaggio bianconero, un gol sicuramente da ricordare in una serata purtroppo amara.
Per il resto il Lugano ha sicuramente tanto lavoro da fare per rimettersi in carreggiata ora che è caduta anche l’imbattibilità casalinga, ma sul piano dell’efficienza offensiva nessuno ha la bacchetta magica. Gli attaccanti dovranno scrollarsi di dosso da soli la “scimmia” per ritrovare quella naturalezza nell’andare in rete che molti di loro hanno perso.
Manca anche continuità a questa squadra, problema figlio anche di una coperta che si sta rivelando sempre più corta con poca qualità nei ricambi, e se le assenze dovessero perdurare – di Zohorna ancora non si sa molto – allora a qualcosa bisognerà pensare. Perché, seppur vero che siamo nel primo turno, se ci sono degli obiettivi da raggiungere, occorre dare a Luca Gianinazzi il materiale necessario.
E magari tornare a creare quella sana concorrenza soprattutto nelle posizioni di più alto livello della rosa.
IL PROTAGONISTA
Daniel Vozenilek: Sul tabellino ci è andato solo per il 4-1 a porta vuota, ma la mole di lavoro messa in pista dal topscorer dello Zugo è stata piuttosto impressionante. Impossibile carpirgli il disco dal bastone, fortissimo fisicamente e capace di lottare in maniera dura in qualunque contesto, il ceco ha dato tantissimo lavoro alla difesa bianconera, tenendola sempre attiva e sul chi vive ad ogni cambio.
GALLERIA FOTOGRAFICA
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)