LUGANO – AMBRÌ
3-1
(0-0, 2-0, 1-1)
Reti: 32’19 Müller (Boedker, Fazzini) 1-0, 39’39 Boedker (Alatalo, Fazzini) 2-0, 49’07 Pestoni (Zwerger, Grassi) 2-1, 59’50 Traber (Boedker, Thürkauf) 3-1
Note: Cornèr Arena, 6’733 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Wiegand; Steenstra, Wolf
Penalità: Lugano 6×2′, Ambrì 6×2′
Assenti Lugano: Romain Loeffel, Daniel Carr, Troy Josephs, Niklas Schlegel, Raphael Herburger, Elia Riva, Alessio Bertaggia (infortunati), Leland Irving (sovrannumero)
Assenti Ambrì: Isacco Dotti, Giacomo Dal Pian (infortunati), Matt D’Agostini, Petr Cajka, Joel Neuenschwander (Ticino Rockets), Patrick Incir (sovrannumero)
LUGANO – Sembrano lontanissimi i tempi del lockdown e delle piste vuote, di quelle partite asettiche e tristi. Lo sembrano ancora di più dopo un altro derby emozionante e vibrante fino agli ultimi secondi, che non ha lasciato tranquillo nessuno fino al 3-1 a porta vuota di Tim Traber.
In una Cornèr Arena vestita a festa come ai tempi migliori, anche il Lugano ha potuto di nuovo assaggiare i suoi derby casalinghi in un ambiente esplosivo e rumoroso, per una partita che è stata una vera battaglia e come nella prima stracantonale della Gottardo Arena ha riavvicinato tutti con l’hockey vero.
Alla vigilia di questa sfida era certamente il Lugano a presentarsi nella maniera peggiore nonostante il vantaggio (?) casalingo, per le tre sconfitte consecutive compresa la sfida europea di Berlino, ma soprattutto per la lunga lista di infortunati eccellenti che si è allungata di giorno in giorno.
Reduce dalla vittoria convincente contro il Berna, l’Ambrì Piotta si è presentato alla Cornèr Arena pronto a riscattare la vittoria dei bianconeri nel primo derby nella nuova casa, ma non tutto è andato fino in fondo come pianificato, oltre ovviamente all’esito della partita, che ne è stato diretta conseguenza. L’impressione è stata che i biancoblù abbiano sofferto degli sforzi profusi nella serata precedente contro gli orsi e con il passare del tempo non molti dei giocatori ospiti sono stati in grado di tenere lo stesso ritmo su più cambi, fattore che si è notato sempre verso i minuti finali di ogni periodo.
Il Lugano da par suo ha invece saputo distribuire meglio le forze, con un uso delle linee più mirato e produttivo da parte di Chris McSorley, alternando soprattutto gli uomini “di forza” al lavoro di contenimento, lasciando ovviamente maggiori iniziative offensive agli uomini della prima linea.
Sul fronte leventinese i giochi si sono sviluppati soprattutto con tentativi di pressione su Fadani (all’esordio da titolare) per cercarne i rebound, e difatti il terzo offensivo ospite è stato tagliato con molti tiri dalla blu – di cui diversi bloccati – e diverse mischie ravvicinate, ma pochi sono stati i tiri scagliati da Pestoni e compagni dalla zona mediana dello slot, ben protetta dal Lugano.
I bianconeri ovviamente erano consci della situazione e del contesto in cui ha esordito il portiere italiano, ed ha fatto di tutto per aiutarlo, grazie a un lavoro fisico e da “buttafuori” dei difensori che più volte si è reso decisivo, con i vari Chiesa, Müller e Wolf protagonisti di un incontro di grande sostanza e sacrificio.
L’Ambrì ha creato i maggiori scompigli con la linea di Grassi, Zwerger e Pestoni, gli unici a saper dare continuità alla manovra e a soffocare per lunghi momenti nel terzo il Lugano, e non a caso è stato proprio il topscorer leventinese a trovare la via dell’unica rete nel terzo tempo.
Il Lugano ha fatto invece di necessità virtù, ha stretto i denti, ha preso innumerevoli colpi nello slot e ha bloccato la bellezza di 27 tiri, tanto per sottolineare lo spirito battagliero della squadra di McSorley. Sul fronte bianconero tutti, ma proprio tutti hanno cercato la vittoria con tutte le loro forze, sapendo di dover lottare per ogni centimetro in una partita che si era subito chiamata difficile e molto dura.
Solo con una prestazione del genere, correlata anche da un po’ di fortuna (e finalmente, verrebbe da dire ai bianconeri) era possibile cercare la posta piena per la squadra di McSorley, che poi la differenza l’ha fatta con la tecnica dei suoi uomini.
Boedker, nella sua miglior partita da mesi a questa parte, si è sbattuto, ha trovato uno splendido assist, il game winning gol e si è procurato le penalità decisive dove il Lugano ha fatto la differenza. Ecco, se il Lugano ha lottato come un leone per potersi portare “a livello”, poi ha saputo fare questo in più del suo avversario, crearsi e sfruttare le occasioni, cosa che non è riuscita invece sull’altro fronte.
Se Regin, che non si è più visto dal metà terzo periodo, ha fatto il suo gioco ed ha dominato per diverso tempo Arcobello agli ingaggi, Kozun è sembrato fuori dal gioco e visibile a brevi fiammate – Cereda non lo ha schierato nell’assalto finale in 6 contro 5 – e gli altri attesi come Bürgler e McMillan (che ha fatto valere comunque il suo gioco fisico) non sono riusciti ad incidere in maniera sufficiente.
Il Lugano si è fatto dunque più forte delle avversità e si è stretto su se stesso e su Fadani per portare a casa l’ottavo derby consecutivo, rispondendo alla grande in una serata che poteva farsi pericolosa, trovando finalmente anche qualità da qualcuno atteso da tempo come Boedker e più costanza anche da parte di Arcobello.
Dal canto suo l’Ambrì Piotta non ha ancora trovato la costanza in termini di prestazioni individuali dei suoi uomini migliori e cerca ancora il suo miglior ritmo, per non eccedere in troppi sali e scendi tra una partita e l’altra, con un rendimento degli stranieri offensivi al momento insufficiente in termini anche numerici.
E ancora una volta il derby è andato oltre ogni pronostico restando comunque in bilico anche nei minuti finali, regalando di nuovo una partita, forse non bella dal lato estetico, ma tremendamente combattuta ed emozionante.
IL PROTAGONISTA
Davide Fadani: In settimana si è parlato molto dei portieri del Lugano e dell’effetto che avrebbe potuto avere sui due giovani l’ingaggio di Leland Irving. Ebbene, il 20enne italiano, buttato nella mischia del primo derby casalingo da McSorley con davanti una squadra decimata e una Cornèr Arena ribollente, ha risposto con una prestazione eccezionale, aiutato moltissimo dai suoi compagni di squadra e anche fortunato quel che deve essere un portiere della sua personalità. Non ha mai perso la calma, non ha mai panicato e quando ha commesso qualche imperfezione si è ripreso subito alla grande. E se all’esordio da titolare porti a casa un derby…
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