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Lugano

L’inverno fa bene al Lugano, a Davos arrivano altri tre punti

I bianconeri rischiano di gettare al vento tre reti di vantaggio costruite in una gara autoritaria, ma portano a casa la terza vittoria consecutiva. Doppietta per Morini

L’inverno fa bene al Lugano, a Davos arrivano altri tre punti

DAVOS – LUGANO

3-4

(1-2, 0-1, 2-1)

Reti: 2’56 Morini 0-1, 10’38 Marc Wieser (Du Bois, Dino Wieser) 1-1, 12’05 Riva (Morini, Reuille) 1-2, 30’33 Loeffel (Haapala, Lajunen) 1-3, 46’00 Morini (Bertaggia, Wellinger) 1-4, 49’58 Corvi 2-4, 51’21 Ambühl (Rödin) 3-4

Note: Vaillant Arena, 5’324 spettatori. Arbitri Salonen, Mollard; Cattaneo, Wolf
Penalità: Davos 7×2′, Lugano 6×2′

DAVOS – Quei minuti a cavallo del 50′ sembravano il film già visto troppe volte in bianconero. Lugano in comodo vantaggio, controllo autoritario del match e poi un paio di scivolate che rischiano di compromettere tutto.

Dal 4-1 al 4-3 con brividi insomma c’è voluto veramente poco, vi è però da dire che il Lugano paga come poche squadre i propri svarioni. Alla fine tutto è però bene quel che finisce bene, e dal solito film in bianconero si è cambiato canale per una visione a colori della terza vittoria filata del Lugano, di cui due in trasferta. Cose che per i tempi visti fino ai giorni sotto le feste erano quasi dei miraggi per una squadra in seria difficoltà.

Senza Linus Klasen, a conferma che per Ireland c’è un tipo di gioco che si addice al suo Lugano e un altro no nonostante la brillante Spengler disputata dallo svedese, il coach canadese ha messo in pista quindi il quartetto di stranieri a lui più congeniale, ritrovando pure Merzlikins tra i pali per la trasferta nei Grigioni.

Ma stavolta ad essere decisivi nella vittoria non sono stati gli stranieri, bensì i giocatori svizzeri, quelli oltretutto più da lavoro che da fioretto. Morini con la sua doppietta è stato l’esecutore materiale di inizio e termine contesa, con due reti da puro attaccante da slot, in mezzo i gol di Riva e di Loeffel, tanto per dire quanto ci si possa aspettare come apporto offensivo dai difensori.

Che il gioco si sia sviluppato più per vie “fisiche” lo dimostrano le reti decisive del Lugano, trovate dopo un lavoro di forecheck già sull’uscita dal terzo del Davos, con la prima di Morini a perfetta immagine di questo concetto.

Una partita comunque dura a livello fisico, ricca di colpi a ghiaccio libero, questo come conseguenza di un gioco che ha prodotto alcuni errori su entrambi i fronti, soprattutto in gestione del disco in uscita e nella zona neutra. Più a loro agio quindi i giocatori da “sfondamento”, meno chi è chiamato a gestire il disco sul bastone in spazi stretti, in questo caso sono apparsi in difficoltà sia Lapierre – protagonista di diversi grossolani errori – che Lajunen, ancora poco esplosivo e fuori dal gioco.

Il Lugano ha assoluto bisogno dei suoi due centri stranieri per poter esaltare al meglio le proprie, mercoledì solo Bertaggia è riuscito ad emergere grazie alla sua energia, i vari Bürgler, Jörg e Fazzini hanno sofferto più del dovuto per riuscire ad entrare nel gioco.

È comunque una peculiarità di questo Lugano riuscire a fare affidamento sul bottom six, segno che in profondità le cose funzionano e Ireland può sempre contare su certi uomini. Stavolta – e già come prima di Natale – sono da rivedere gli stranieri, nessuno convincente più di quel tanto.

Detto di Lapierre e Lajunen (comunque importanti negli ingaggi difensivi nel finale infuocato) ci si aspetta di più da un Haapala sicuramente utile per lavoro e pattinaggio ma pochissimo presente sotto porta (ricordiamo che è stato topscorer di Liiga) in una linea che appare comunque dipendente al 80% dall’intesa tra Hofmann e Sannitz.

Chorney è stato all’origine della seconda rete del Davos anche se in qualche maniera il suo apporto difensivo rimane prezioso. Insomma qualche nodo da sciogliere per Ireland rimane, farlo con una classifica che finalmente abbozza un mezzo sorriso e con la terza vittoria filata regalerà tranquillità.

Se i tifosi si aspettavano lo schieramento di Klasen sin da mercoledì, magari le prestazioni in ombra di alcuni stranieri aiuteranno lo svedese a farsi spazio proprio in concomitanza del derby casalingo, quel tipo di partite in cui l’estro delle sue giocate si esalta particolarmente. Intanto però, aldilà dei mugugni Ireland ha ancora vinto, in questo caso ha avuto ancora ragione lui.


IL PROTAGONISTA

Giovanni MoriniApre e chiude lui le danze, come lo sceriffo che mette fine agli schiamazzi da saloon.

Con la sua Colt caldissima ha fatto centro due volte su due, segnando due reti bellissime e da puro pistolero, senza nemmeno tirarsi indietro quando volavano ceffoni e sediate.

Presente ovunque, in difesa e in attacco, la stella mercoledì sera se l’è appuntata sul petto. Anzi, è stato lui la stella nella copiosa tormenta che soffiava sulla Vaillant Arena.


HIGHLIGHTS

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