In una riunione congiunta, i presidenti dei club di National League hanno deciso all’unanimità di fare tutto il possibile per portare a termine la stagione di hockey.
Il calcio e l’hockey su ghiaccio sono di enorme importanza nel nostro Paese – socialmente, economicamente e in termini di salute. È quindi fondamentale che lo sport sia praticato anche in tempi di crisi – per la squadra, per gli juniores, per i tifosi, per lo staff, per i partner e per l’intera popolazione. Non dobbiamo permettere al Coronavirus di dettare e proibire le nostre vite.
Adottando le misure adeguate, dobbiamo, vogliamo e possiamo giocare a hockey davanti ad un pubblico anche durante una pandemia!
– Per questo motivo, tutti i club di National League hanno sviluppato piani di protezione per la stagione 2020/21 che sono stati considerati esemplari e hanno superato la prova pratica: non ci sono stati casi superspreader – né negli stadi, né all’esterno, né prima né dopo le partite.
– Pertanto, tutti i club di National League hanno accettato di non poter accogliere tutti gli spettatori, cioè di non poter servire tutti i loro clienti, ma solo un massimo di 2/3 della loro capacità (già ridotta dall’eliminazione dei posti in piedi).
– Per questo motivo, tutti i club di National League hanno immediatamente ridotto i propri costi e hanno attuato o sono in procinto di attuare sostanziali riduzioni salariali – per i salari di alto livello, dei giocatori e di altri dipendenti.
– Per questo motivo i tifosi e il pubblico hanno pure rinunciato al rimborso parziale dei biglietti, molti sponsor non hanno ancora ridotto i loro impegni e i fornitori hanno prorogato i termini di pagamento.
– Per questo motivo gli azionisti di tutti i club di National League accettano grandi deficit per il 20/21 e sono pronti a sostenere questo onere, purché la loro esistenza non sia a rischio.
Grazie a tali misure e ai nostri piani di protezione, vogliamo e potremmo continuare a giocare a hockey davanti a un massimo di 2/3 del nostro pubblico abituale. Non vogliamo arrenderci a un virus, né come club né come persone.
I grandi sforzi che sono stati fatti per attuare i concetti di protezione si stanno rivelando inutili a causa delle vostre (previste) decisioni. Abbiamo costruito la stagione su una base finanziaria che ora ci viene tolta. Questo è ingiusto, perché ci siamo adattati alle misure e il Parlamento ha adattato ad esse anche il suo progetto di aiuti di liquidità. È sproporzionato perché i nostri concetti funzionano e la vita sociale deve continuare malgrado il Coronavirus.
A tutto ciò le migliaia di tifosi non sono indifferenti, il pubblico non è indifferente, e né la Confederazione né i Cantoni dovrebbero essere indifferenti. Lasciate che i nostri giocatori giochino a hockey!
Se non gli è permesso farlo davanti a persone che provano emozioni perché l’avete proibito, allora risarciteci e prometteteci degli aiuti a fondo perso per far fronte alle ulteriori perdite che ci imponete. Fate in modo che l’hockey svizzero non sia vittima del Coronavirus e che possiamo giocare la stagione fino alla fine. Per i tifosi, per lo sport, per la salute del nostro Paese.
I presidenti dei club di National League (in ordine alfabetico)
Beat Brechbühl (Berna)
Gaudenz F. Domenig (Davos)
Walter Frey (ZSC Lions)
Peter Jakob (Langnau)
Filippo Lombardi (Ambrì Piotta)
Vicky Mantegazza (Lugano)
Konrad Müller (Rapperswil-Jona Lakers)
Patrick de Preux (Losanna)
Patrick Stalder e Stéphanie Mérillat (Bienne)
Laurent Strawson (Ginevra Servette)
Hans-Peter Strebel (Zugo)
Hubert Waeber (Friborgo Gotteron)