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Lauper annuncia il ritiro: “Sono grato per le emozioni vissute, vado fiero del mio percorso”

L’attaccante ha dato il suo arrivederci all’hockey con una lettera: “Non sono mai stato il più forte o il più veloce, ma ho sempre avuto questa fiamma che bruciava dentro di me e che mi spingeva a non arrendermi mai”

Dopo oltre 950 partite giocate in Lega Nazionale – di cui 755 nella massima categoria – l’attaccante Adrien Lauper nel giorno del suo 36esimo compleanno ha deciso di annunciare il ritiro, e per farlo ha voluto utilizzare le pagine di HSHS per pubblicare una lettera che vi lasciamo di seguito.

“Bouby” in carriera ha vestito le maglie di NL di Friborgo, Bienne e Ambrì Piotta, mentre nella serie cadetta ha giocato principalmente con La Chaux-de-Fonds e Ticino Rockets, e per brevi periodi con Young Sprinters e Ajoie.


All’età di tre anni ho avuto la fortuna di muovere i primi passi sul ghiaccio, un’opportunità che è diventata il punto di partenza di una passione. Dal 1990 non ho più lasciato i miei pattini sino ai 36 anni. Sono grato per tutte le emozioni che questo sport mi ha procurato durante la mia vita, e in particolar modo durante le mie 16 stagioni in qualità di professionista.

Oggi il mio cuore fa la scelta di dare l’arrivederci all’hockey su ghiaccio al fine di dedicarmi pienamente alla mia famiglia e al mio mestiere. Lasciare il mondo dello sport professionista è un momento pieno di forti emozioni. Mi ritengo fortunato di poterlo fare in questo momento preciso della mia vita, con il titolo di campione di Swiss League conquistato con l’HCC. Non avrei potuto sognare di meglio!

Durante la mia carriera da sportivo professionista ho sempre avuto un mucchio di pensieri e parole che mi hanno attraversato lo spirito. Non sono mai stato il più forte, tranne che per la mia mamma, non sono mai stato il più veloce, ma ho sempre avuto questa fiamma che bruciava dentro di me e che mi spingeva a non arrendermi mai. Queste determinazione la devo in particolar modo al mio idolo d’infanzia, il mio babbo. Queste sue mitiche parole mi sono sempre risuonate nel mio spirito in tutti questi anni: “Il disco è per te, è il tuo. Quando ti rubano qualcosa, devi recuperarla “. Costi quel che costi, sapevo dunque quello che mi restava da fare sul ghiaccio.

Oggi, dopo lunghe riflessioni, mi sento infine pronto a mettere fine alla mia carriera di hockeista. Riguardando a ritroso, sono fiero del percorso compiuto sin dalla più giovane età. Non mi sarei mai immaginato di disputare oltre 950 partite da professionista, ma come ogni bella avventura, anche questa giunge al termine. È arrivato il momento di dire arrivederci al disco su ghiaccio. Non è un addio definitivo, visto che questo sport resterà per sempre impresso nel mio cuore e fa ormai parte di me. Mi rallegro di passare dall’altra parte della balaustra e di guardare le partite dei miei compagni con in mano una buona birra fresca. Evidentemente tutti i ricordi vissuti nelle piste mi accompagneranno per sempre e l’amore per questo sport sarà sempre lo stesso.

Nel corso di questi 32 anni di hockey ho avuto l’occasione d’incontrare numerose persone, ognuna di queste ha contribuito, da vicino o da lontano, alla mia evoluzione e ha reso questo cammino straordinario. È giunto il momento per me di ringraziare tutta questa gente, in particolare i miei allenatori e i miei compagni di squadra con i quali abbiamo condiviso momenti indimenticabili che resteranno impressi nelle nostre memorie. Oggi alcuni di questi legami si sono trasformati in amicizia per la vita.

Dalla giovanissima età sino a oggi i miei genitori sono stato una fonte di sostegno e amore, sempre presenti al mio fianco. Sono infinitamente riconoscente a mia moglie Vivi e mia figlia Leslie. Nonostante a volte la mia passione abbia preso il sopravvento, sono sempre state con me, pazienti e comprensive.

Ora che è trascorso un po’ di tempo, posso ormai dire a tutti che ho attraversato un periodo difficile dopo aver affrontato una depressione in seguito alla crisi sanitaria del Covid, necessitando un accompagnamento psicologico e dei medicamenti anti-depressivi. Oggi mi rallegro di dirvi che ho ritrovato la gioia e di sentirmi realizzato, sentimenti che non erano più presenti durante la stagione 2021/22. Sono qui per ascoltare e consigliare chiunque abbia bisogno di aiuto, sia sportivi professionisti che gente comune, al fine d’incoraggiare tutti ad aprirsi e a discutere liberamente in caso di bisogno.

Per me ora è tempo di prendere cura dei miei cari e di concentrarmi al 100% sui miei nuovi progetti di vita presso la Raiffeisen.

Grazie a tutti.

Bouby


A l’âge de trois ans, j’ai eu la chance de faire mes premiers pas sur la glace, une opportunité qui est devenue le point de départ d’une passion. Depuis 1990, je n’ai plus quitté mes patins et ce jusqu’à mes 36 ans. Je suis reconnaissant pour toutes les émotions que ce sport m’a procurées tout au long de ma vie, et particulièrement pendant mes 16 saisons en tant que professionnel.

Aujourd’hui, mon cœur fait le choix de dire aurevoir au hockey sur glace, pour m’engager pleinement envers ma famille et mon métier. Quitter le monde du sport professionnel est un moment rempli de fortes émotions. Je me sens chanceux de pouvoir le faire à ce moment précis de ma vie, avec le titre de champion de Swiss League avec le HCC. Je ne pouvais pas rêver mieux!

Durant ma carrière de sportif professionnel, il y a tout un tas de pensées et de paroles qui me traversaient l’esprit. Je n’ai jamais été le plus fort, sauf pour ma mami, je n’ai jamais été le plus rapide, mais j’ai toujours eu cette flamme qui brûlait en moi et qui me poussait à ne jamais abandonner. Cette détermination, je le dois en particulier à mon idole depuis tout petit, mon papi. Ses paroles mythiques ont résonné dans mon esprit durant toutes ces années : « le puck est à toi, c’est le tiens. Quand on te vole quelque chose, tu dois le récupérer ». Coûte que coûte, je savais donc ce qu’il me restait à faire sur la glace.

Aujourd’hui et après de longues réflexions, je me sens enfin prêt à mettre un terme à ma carrière d’hockeyeur. Quand je regarde en arrière, je suis fier du parcours que j’ai accompli depuis mes plus jeunes années. Jamais je n’aurais imaginé disputer plus de 950 matchs en tant que professionnel. Mais comme toute belle aventure, celle-ci arrive à son terme. Le moment est venu de dire aurevoir au monde du hockey. Ce n’est pas un adieu définitif, car ce sport restera à jamais gravé dans mon cœur et il fait désormais partie de moi. Je me réjouis de passer de l’autre côté de la bande et de regarder les matchs de mes coéquipiers avec une bonne bière fraîche. Bien évidemment, ces souvenirs dans les patinoires m’accompagneront pour toujours et mon amour pour ce sport sera toujours le même.

Au cours de ces 32 années de hockey, j’ai eu la chance de rencontrer de nombreuses personnes, chacune ayant contribué, de près ou de loin, à mon évolution et rendu ce chemin extraordinaire. Il est venu le moment pour moi de remercier chacune de ces personnes, en particulier mes entraîneurs et mes coéquipiers avec lesquels nous avons partagé des souvenirs inoubliables qui resteront gravés dans nos mémoires. Aujourd’hui, certains de ces liens se sont transformés en amitiés à vie.

Depuis mes plus jeunes années jusqu’à présent, mes parents ont été une source de soutien et d’amour, toujours présents à mes côtés. À ma femme Vivi et à ma fille Leslie, je leur suis infiniment reconnaissant, car malgré les moments où ma passion a parfois pris le dessus, elles ont toujours été là, patientes et compréhensives.

Avec le recul, je peux désormais partager que j’ai traversé une période difficile après avoir affronté une dépression à la suite de la crise du Covid, nécessitant un accompagnement psychologique et la prise d’anti-dépresseurs. Aujourd’hui, je me réjouis de dire que je retrouve enfin le bonheur et l’épanouissement, chose qui n’était plus présente durant la saison 21/22. Je suis là pour écouter et conseiller quiconque ayant besoin d’aide, que ce soit pour les sportifs ou les gens ordinaires, afin de les encourager à s’ouvrir et à discuter librement en cas de besoin.

Il est temps pour moi de prendre soin de mes proches et de me concentrer à 100% sur mes nouveaux projets de vie à la Raiffeisen.

Merci à tous.

Bouby

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