BIASCA – L’Associazione HC Biasca, promotrice e realizzatrice del progetto Rockets, dopo un’approfondita analisi della situazione venutasi a creare in seno alla gestione societaria e sportiva dell’HC Biasca SA, impotenti dinnanzi a fondamentali cambiamenti imposti dai dirigenti dell’HCAP e dalla governace dei Rockets, essendo venuti meno i presupposti iniziali che vedevano a Biasca la gestione neutra e condivisa di una società che perseguisse gli interessi di tutti gli sportivi ticinesi, come annunciato nel breve comunicato dello scorso 19.02.2020, si è vista costretta a fare un passo indietro. Il proprio rappresentante in Consiglio d’Amministrazione ha rassegnato le dimissioni con effetto 30.04.2020.
Increduli, siamo oggi a scrivere qualcosa che mai avremmo pensato e soprattutto voluto. Lo facciamo con profonda tristezza e delusione dopo aver lottato con tutte le nostre forze, purtroppo invano, nel tentativo di riportare al dialogo e alla condivisione coloro che si ritenevano e ritengono legittimati a imporre le proprie idee e allontanarsi dallo spirito iniziale, privilegiando interessi di parte rispetto a quelli comuni del progetto.
Ricordiamo che il progetto Rockets è nato su nostra iniziativa e grazie ad un lavoro estenuante che abbiamo svolto nei tre anni di prima lega (2013/2016). In questo lasso di tempo, in particolare tra il 2014 e il 2015, i componenti della nostra associazione hanno lavorato instancabilmente investendo moltissimo tempo e denaro. Dopo aver raccolto (soprattutto grazie all’adesione di Raiffeisen Tre Valli e la Federazione Raiffeisen Ticino e di seguito a tutti gli sponsor composti in gran parte da conoscenti e amici, che non finiremo mai di ringraziare) i fondi necessari per finanziarie la gestione dei Rockets per i successivi tre anni, dopo aver effettuato tutto ciò che la Lega Svizzera di Hockey (LH) ci ha chiesto, dopo aver creato tutti i presupposti logistici, sportivi, amministrativi, ecc…, per la nascita dell’HC Biasca SA e dopo aver convinto della bontà del nostro lavoro Ambrì e Lugano, abbiamo inoltrato il dossier e il 27.01.2016 abbiamo ottenuto la licenza per giocare in Swiss League come Farm Team.
Il 03.03.2016 è partito ufficialmente il progetto approvato da tutti gli azionisti e dalla LH, che prevedeva quali condizioni di base, dalle quali nessuno si poteva discostare, la partecipazione attiva di ogni azionista al Consiglio d’Amministrazione della SA e una gestione amministrativa e sportiva condivisa e neutrale. In questo senso e con questi valori fondamentali, era stato creato il patto parasociale che sanciva i principi di base del progetto, soprattutto in fatto di equilibri societari e rappresentanti in Consiglio d’Amministrazione (3 Biasca, compreso il presidente, 2 Ambrì, 1 Lugano e 1 Bellinzona). Patto per cui tutti gli azionisti si erano impegnati al rinnovo entro il 31.08.2018. La nostra (associazione HCB) decisione di consentire in via fiduciaria all’Ambrì di detenere il 51% delle azioni (era necessario per regolamento della LH che un club di LNA le detenesse), non le dava alcun diritto preferenziale sugli altri azionisti e non chiedeva all’Ambrì sforzi accresciuti nella gestione dei Rockets.
Purtroppo, sin dalle prime settimane dalla creazione dell’HC Biasca SA una maggioranza interna al CdA ha iniziato a mettere in atto una gestione societaria contraria ai principi del progetto, che fondamentalmente non faceva il bene dei Rockets, tanto da creare spesso malumore e tensioni interne.
A livello sportivo, in particolare negli ultimi tre anni, ci si è resi conto che la gestione generale non era bilanciata e non faceva gli interessi di tutti, creando una situazione d’instabilità cronica, sia nella qualità della rosa messa in campo e sia, molto spesso, nella quantità di giocatori presenti nelle partite e in particolare negli allenamenti, rendendo così molto difficile il lavoro degli staff tecnici che si sono succeduti e rendendo spesso poco appagante anche il duro lavoro richiesto ai ragazzi presenti stabilmente a Biasca.
Assodato il fatto che come rampa di lancio il progetto funzionava, dal nostro punto di vista andava fatto un ulteriore step puntando prima sulla stabilità societaria (vedi sotto) e parallelamente su una discreta competitività della squadra. Il tutto per offrire ai ragazzi condizioni di crescita migliori e per avere i mezzi per giocarsela alla pari con le altre squadre del medesimo livello (farm team). In questo senso, come era giusto che fosse, pronti a fare ulteriori sforzi finanziari, avremmo ottimizzato le esigenze dei club formatori, dei ragazzi stessi e soprattutto degli sponsor che in modo diligente e convinto, nonostante tutto, ci hanno sempre seguiti.
A livello di gestione societaria, negli ultimi due anni gli azionisti si sono scontrati nell’ambito del rinnovo degli accordi che garantivano appunto l’equilibrio societario iniziale. Sia nelle discussioni del 2019 che in quelle odierne, la nostra associazione e HCL avevano chiesto che i tre seguenti punti fossero ristabiliti come erano da tutti accettati in origine:
1. Consiglio d’Amministrazione rappresentato unicamente da azionisti che partecipano attivamente alla vita dei Rockets
2. Accordi scritti (nuovo patto parasociale) per un rilancio dei Rockets su un periodo minimo di 3 anni
3. Presenza di una persona che gestisse in modo corretto le dinamiche di scambi sportivi tra i Rockets e i Partner (come era in origine con la presenza di Luca Cereda)
I rappresentanti dell’Ambrì, trovando terreno fertile in una parte del CdA dei Rockets, si sono sempre opposti al fatto di ridare equilibrio alla società, evitando anche per lunghi mesi incontri finalizzati a trovare soluzioni, motivo per cui, dopo alcune riunioni e ricevuti gli ultimi scritti sempre volti ad imporre scelte diverse e a proporre ancora ulteriori periodi di prova che non davano garanzia alcuna di miglioramento a lungo termine, fatto l’ultimo tentativo (il 17.03.2020) di trovare un’intesa mediata con i rappresentanti dell’Ambrì, innanzi al solito e perentorio nulla di fatto, siamo giunti all’unica e ovvia conclusione; cioè che i medesimi, non avevano e non hanno alcuna intenzione di ripristinare gli accordi e equilibri iniziali a vantaggio di una loro gestione in autonomia.
Per questi motivi, coerentemente con quanto abbiamo sostenuto sin dalla creazione dei Rockets riguardo al loro funzionamento (il tutto aveva senso solo con l’attiva partecipazione dei fondatori e di Ambrì e Lugano), di fronte all’alternativa di rimanere in CdA per un ulteriore “anno ponte” (senza garanzie future su equilibri e gestione generale), negli attuali disequilibri e senza aver voce in capitolo, a malincuore e ancora increduli, abbiamo deciso di abdicare.
Ciò detto, siamo sicuri d’aver fatto il massimo che era nelle nostre possibilità a favore di questa società, consapevoli di aver agito sempre in modo responsabile, coerente, nel rispetto delle persone, degli impegni presi volti a perseguire il bene dei Rockets e del progetto come inizialmente concepito (per tutto il Ticino), garantendo anche la necessaria solidità finanziaria e gestionale. Lasciamo, infatti, una società sana.
Ci rendiamo conto, e anche per questo siamo increduli, che l’insuccesso di un progetto nato sulle basi di unione e rispetto reciproco, avviene nel momento più duro e incerto a seguito della pandemia che ci sta colpendo tutti indistintamente e che sta colpendo l’economia in modo devastante. A maggior ragione fatichiamo a capire come si possa essere arrivati a tanto, come si possa volere questo epilogo difronte ad un periodo d’incertezza generale che giocoforza colpirà molte aziende, linfa vitale per le società sportive. Proprio per questo, visto quanto sta accadendo, riacquistare il giusto equilibrio e rimanere uniti tra azionisti sfruttando il contributo di tutti, sarebbe stata e sarebbe, una dimostrazione di grande umiltà, responsabilità e rispetto verso tutti coloro, in primis il Municipio di Biasca, Raiffeisen, tutte le aziende amiche, i volontari, ecc…, che hanno creduto nella nostra realtà sportiva con gli equilibri più volte menzionati.
Per quanto riguarda il nostro epilogo, vi è poco da dire se non quello di ritrovarci con un pugno di mosche, perché appunto letteralmente scalzati dalla società da noi creata e perché, pur avendo vinto il campionato di prima lega nel 2016, avendo impiegato tutte le nostre risorse nei Rockets, volendo oggi iscrivere una nuova squadra dovremmo ricominciare dalla categoria più bassa. Ciononostante, l’associazione non morirà. Si prenderà il tempo di capire cosa accade nell’immediato futuro, e soprattutto grazie alle molte attestazioni di stima da parte di amici e dirigenti di azienda che hanno sempre creduto in noi e nel nostro modo di lavorare, penserà ad altri progetti per la “nostra” bella struttura di Biasca, sempre nell’interesse di tutti i giovani ticinesi e non solo di una parte di essi.
Al popolo dell’Ambrì vogliamo dire che non si tratta di un attacco alla realtà HCAP. Questa l’abbiamo sempre rispettata e continueremo a farlo. Infatti, al nostro interno ci sono tifosi dell’Ambrì di lunga data e pensiamo di poter dire, con la moderazione che il caso impone, che qualcosa di buono per l’Ambrì l’abbiamo pur fatto, senza secondi fini e solo per il piacere di dare il nostro contributo per i giovani.
Lasciamo, difatti, nella consapevolezza e la grande soddisfazione che anche grazie al nostro lavoro negli anni di I° lega a Biasca (portando il titolo di campioni in Ticino e la promozione in LNB), e grazie al lavoro di questi ultimi 4 anni, per un certo periodo (nelle prime squadre di Ambrì e Lugano vi sono diverse pedine tra giocatori e staff che lo testimoniano) tutto il Ticino dell’hockey ha beneficato di questa iniziativa lungimirante. Purtroppo, da domani, senza noi promotori e Lugano, sarà qualcosa di diverso.
A questo punto non ci resta che ringraziare infinitamente tutti coloro che hanno creduto in noi e in un progetto per cui abbiamo dato l’anima e che nonostante tutto è stato unico nel suo genere. Ancora una volta vogliamo citare al riguardo il Municipio di Biasca, Raiffeisen, tutti gli altri sponsor, volontari e amici.Vi ringraziamo anche per averci ascoltati e averci permesso di esternare il nostro “sfogo” trasparente e genuino e la nostra profonda amarezza, resa ancor più acuta dal brutto momento che stiamo tutti vivendo.
Il Comitato.