GINEVRA – È stato un Ambrì che è andato in crescendo quello che è sceso in pista a Ginevra, protagonista di una prima parte di gara in cui i padroni di casa hanno mostrato le cose migliori, ma capace poi di uscire dal guscio e sfiorare in diverse occasioni il gol che avrebbe portato in Leventina tre importantissimi punti.
Dopo la pausa dettata dagli impegni della Nazionale, si è assistito per una buona mezz’ora ad una sfida caratterizzata da un ritmo piuttosto altalenante, con fiammate da parte delle due squadre che sono state controbilanciate da frangenti di grande confusione ed imprecisione.
Ne è stato fedele specchio il dato secondo il quale il primo tiro in porta biancoblù – nemmeno troppo pericoloso – è arrivato dopo oltre 10 minuti di gioco, con anche i granata che nel frattempo avevano solamente sollecitato marginalmente Schaefer. Con il numero 1 tra i pali, le altre novità in casa biancoblù erano rappresentate dalla presenza in pista di Mieville e dal rientrante Gautschi, mentre Kobach non ha trovato spazio in una difesa che ha giostrato ad un regime più o meno regolare di quattro blocchi.
Ad accendere la miccia a Les Vernets è stato un disco perso nel terzo difensivo da Alexandre Giroux, vera e propria croce e delizia dell’incontro. Il canadese ha infatti commesso almeno quattro gravi errori (tre dischi persi malamente in zone calde della pista ed una penalità per cambio scorretto evitabile), che ha però compensato ottenendo una rete ed un assist. Dopo la prima occasione da rete targata Ambrì al 13esimo con Reichert, il top scorer si è visto punito per l’ennesimo errore con il gol dell’1-0 di Simek, che ha permesso ai suoi di chiudere in vantaggio la prima frazione.
Sino a quel momento l’impressione generale data dai ragazzi di Pelletier era quella di una squadra ancora piuttosto “arrugginita” dalla pausa, capace di essere ordinata solo fino all’altezza della linea rossa, ma poi troppo frettolosa in fase offensiva. Con il passare dei minuti, però, l’Ambrì ha ripreso confidenza ed ha cominciato a mostrare sprazzi di quel bel gioco ammirato nell’ultimo mese.
In assoluto il migliore in pista, Markus Nordlund ha ottenuto l’1-1 (e la sua prima rete in Svizzera) sfruttando un bel passaggio di Giroux e fulminando con una conclusione precisa Stephan. Da quel momento qualcosina è cambiato in casa biancoblù e, nonostante ancora diverse imprecisioni, le idee sono apparse più chiare anche quando Hollenstein ha segnato il 2-1 (e la sua prima rete della stagione) in powerplay.
Schaefer si è presentato ancora solido e sempre in ottima posizione per compiere gli interventi decisivi che hanno permesso ai biancoblù di rimanere in partita e di non subire quella terza rete che sarebbe potuta essere fatale. Questo ha concesso alla tenacia di Duca e Reichert di ottenere un rocambolesco e fondamentale 2-2, frutto di un’uscita sciagurata di Stephan fino alla blu, che ha permesso al capitano ospite di insaccare a porta sguarnita.
Il terzo periodo è poi stato di chiara marca leventinese, a partire da uno stupendo contropiede orchestrato da Park e quasi concluso in rete da Nordlund in situazione di boxplay. A distinguersi è stato anche Inti Pestoni, la cui avventura in rossocrociato ha fatto indubbiamente bene e gli ha permesso di evidenziare un buon ritmo su tutto l’arco del match.
La sua velocità e persistenza sono state alla base del 3-2 di Giroux, abile nell’insaccare su rebound concesso da Stephan dopo che Pestoni aveva tenuto vivo un disco lungo la balaustra. Con 13 minuti di giocare, però, la squadra di McSorley ha avuto tempo di ricompattarsi e di trovare il nuovo pareggio con Fritsche, che ha battuto Schaefer dopo che l’Ambrì aveva avuto qualche secondo prima un‘occasione d’oro per chiudere l’incontro.
Quanto mostrato dai biancoblù nel finale fa però assolutamente ben sperare, a partire dal gol sfiorato da Noreau e Grassi, sino ad arrivare alla rete che poteva essere convalidata a soli 3 minuti dalla terza sirena. Quel disco ballonzolante è sembrato proprio toccare la seconda linea di porta dipinta proprio per agevolare i direttori di gara in queste occasioni, specialmente nel momento in cui è a ridosso del palo sinisto.
Se questo è un episodio su cui si può discutere – personalmente la rete ci è sembrata valida – cioè che appare davvero grottesco e per certi versi pure arrogante, è ritrovarsi Massy come arbitro principale dopo la grandissima polemica scaturita dalla partita di Kloten, che ha fatto discutere tutta la Svizzera hockeyistica per diversi giorni. Insomma, l’errore dell’arbitro è indubbiamente tollerabile, ma visti i tanti episodi ripetuti e la poca intelligenza da parte della Lega nel muoversi in questo senso, non c’è poi da sorprendersi se il pubblico si scaldi ed inizi a chiamare in causa la malafede. Basterebbero semplici accorgimenti per evitare tante discussioni.
Fatto sta che però, scrollatosi di dosso “l’annebbiamento” da pausa, l’Ambrì è tornato a mostrare delle buone cose, guadagnandosi probabilmente il diritto di reclamare anche il secondo punto in palio nell’overtime. I rigori – tirati per altro su un ghiaccio sin troppo inzuppato d’acqua – hanno invece dato ragione al Ginevra Servette, con il solo Daugavins che è riuscito ad andare a segno.
Nonostante l’episodio che può lasciare dubbi ed amaro in bocca, i ragazzi di Pelletier tornano comunque da Ginevra con un punto che ritocca la classifica e proietta l’Ambrì nuovamente in vetta, anche se con un match in più rispetto al Davos. Importante sarà ora tornare “in palla” venerdì alla Valascia, dove contro il Bienne si deve puntare ai tre punti.