AMBRÌ – Erano oramai anni che alla Valascia si attendeva di assistere ad un incontro di alta classifica e, al termine di un Ambrì-Davos intenso e spettacolare, i biancoblù hanno dimostrato anche ai più scettici di essersi guadagnati il diritto di essere nelle parti alte della classifica.
Mentre gli oltre 5’600 spettatori cantavano la montanara a pochi secondi dal 60esimo, la squadra di Pelletier ha portato a compimento una vittoria carica di significati ed ottenuta nei confronti di un Davos che ha dato tutto per cercare i 3 punti.
Di emozioni in questo inizio di campionato l’Ambrì ne ha già regalate parecchie ai suoi tifosi, ma probabilmente l’incontro di venerdì sera ha superato tutti gli altri a livello di intensità. Sul fronte biancoblù c’era grande attesa per il rientro di Maxim Noreau che, oltre a dare nuovi importanti impulsi alla manovra offensiva, ha finalmente permesso a Pelletier di tornare a schierare 4 giocatori stranieri. I leventinesi, infatti, avevano sino a venerdì affrontato ben 11 partite su 15 con soli 3 giocatori d’importazione.
L’impatto del canadese è stato evidente sin dai primi minuti. Sia nel bene – come la staffilata che ha portato al 2-1 oppure alle diverse scorribande fatte in attacco – che nel male, con un paio di sbavature in difesa – su tutte quella che ha portato all’1-1 di Paulsson – perfettamente comprensibili dopo un mese e mezzo di inattività.
Il Davos si è invece presentato in pista con il 21enne Janick Schwendener, preferito nell’occasione al finlandese Mika Noronen, ingaggiato per sopperire all’assenza prolungata di Leonardo Genoni ma per l’occasione lasciato in panchina.
Le preoccupazioni di Arno Del Curto sono però andate ben oltre il suo “portierino”, visto che l’Ambrì ha iniziato a spron battuto l’incontro ed ha trovato il gol alla prima occasione di powerplay con Alexandre Giroux, autore di un pregevole gioco di bastone. Il coach dei grigionesi è stato immediatamente costretto a chiamare il timeout, dando uno scossone ai suoi che si è rivelato efficace. Il vantaggio locale è infatti durato solo 41 secondi, visto che Paulsson si è infilato nella difesa locale ed ha dato il primo dispiacere a Schaefer.
Gli special teams sono però oramai diventata un’arma quasi infallibile per l’Ambrì che, con Ambühl penalizzato, ha ritrovato il vantaggio con un gran tiro di Noreau, che è così diventato il primo difensore biancoblù a segnare in questo campionato.
Già dopo i primi 20 minuti di gioco si era capito che la partita sarebbe stata dura e combattuta sino alla fine. L’Ambrì ha infatti vissuto alcuni frangenti di difficoltà, ma questo non per suoi demeriti, ma semplicemente perchè confrontato con un Davos capace di proporre un hockey solido, caratterizzato da veloci transizioni e da una difesa ermetica che ha fatto passare pochi dischi.
La sensazione è però stata quella che i biancoblù – anche dopo il nuovo pareggio di Koistinen – avessero il controllo dell’incontro, anche e soprattutto dal punto di vista emotivo. I giocatori in pista hanno sempre dato l’impressione di sapere perfettamente cosa fare, a partire da un indiavolato capitan Duca – che partita la sua! – sino ad arrivare alle prime due linee, sempre pericolose ma anche sapientemente organizzate in retrovia.
Ecco che allora anche nel periodo centrale ad avere le migliori occasioni da rete è stato l’Ambrì. Daniele Grassi è andato vicinissimo alla segnatura in contropiede, mentre Noreau si è resto protagonista di un’azione personale delle sue sino a far stendere il portiere avversario, salvo poi sbagliare la mira. Poco male, perchè il contropiede da manuale orchestrato da Giroux e Pestoni ha messo a segno il 3-2 che si sarebbe poi rivelato essere il game winning goal, proiettando anche il numero 10 tra i primi posti della classifica marcatori dell’intera NLA.
Da sabato sera a Friborgo il top scorer dei biancoblù non sarà dunque più Daniel Steiner, nelle ultime uscite forse meno devastante rispetto all’inizio. Probabilmente potrà fargli bene abbandonare un po’ l’appariscente divisa da miglior realizzatore, fattore che lo rende spesso sin troppo bersagliato dai giocatori avversari. Non fraintendete però, perchè il numero 77 ha fatto il suo – eccome – anche venerdì, dando il via ad esempio all’azione del 4-2, passata poi da Mieville e finalizzata da Reichert.
Il finale è poi stato contraddistinto da alcune decisioni arbitrali decisamente da rivedere, che non hanno fatto altro che scaldare l’ambiente in pista e tra il pubblico. Schaefer e compagni non si sono però fatti influenzare. Il portiere biancoblù ha completato quella che rappresenta per lui l’ennesima conferma di un ottimo stato di forma, che lo vede infondere sicurezza ai suoi compagni di squadra.
Sul fronte delle individualità va sicuramente citato anche Richard Park, vero e proprio motore della squadra ed incredibile pattinatore. Alla presenza di diversi scout NHL, sul fronte Davos si è invece dato da fare Gregory Hofmann, tra i più attivi dei grigionesi ed il cui impeto non ha mancato di scatenare in alcune occasioni le ire del pubblico.
Ad ogni modo tessere ulteriori lodi individuali non avrebbe senso. L’Ambrì ha successo perchè è finalmente riuscito a sviluppare una precisa e solida identità, che va oltre alla tecnica individuale e permette a tutti i remare nella stessa direzione. Se si continuerà su questa strada sicuramente i biancoblù potranno togliersi diverse soddisfazioni… La prima delle quali aspetta la squadra sabato sera, ovvero il diritto di giocarsi a Friborgo la possibilità di vincere e salire in vetta al campionato.