FRIBORGO – AMBRÌ
2-5
(2-2, 0-2, 0-1)
Note: BCF Arena, 6’425 spettatori. Arbitri Clément, Massy; Borga, Fluri
Penalità: Friborgo 3×2′ + 1×10′ (Rivera), Ambrì 4×2′
FRIBORGO – È stato un altro Ambrì, quello visto in pista a Friborgo. I biancoblù sono infatti riusciti nella piccola grande impresa di essere la prima squadra a battere il Friborgo alla BCF Arena, lasciandosi così alle spalle l’ultimo posto in classifica e dando la prima vera soddisfazione della sua avventura in Leventina ad Hans Kossmann, dopo un successo in Coppa tutt’altro che esaltante.
Dopo aver perso le ultime quattro partite a causa di un enormità di errori individuali e di impostazione, in questa occasione i biancoblù hanno giocato come prima cosa con testa, riflettendo prima di agire e compiendo in definitiva tante piccole migliori che, sommate nell’arco dei 60 minuti, sono risultate in una partita praticamente senza sbavature.
Certo, qualche errorino di tanto in tanto ci è scappato, ma nulla a che vedere con gli orrori a cui l’Ambrì aveva addirittura abituato i suoi tifosi nelle ultime settimane della gestione Pelletier, quando l’esuberanza e la voglia di fare bene erano sovente controbilanciati da degli svarioni difensivi clamorosi.
In questa occasione gli uomini di Kossmann hanno invece mantenuto una calma notevole, evitando di reagire in maniera esagerata nelle due occasioni in cui sono finiti in svantaggio contro l’andamento del gioco, e successivamente hanno difeso il vantaggio senza sopraffare dalla classica “paura di vincere”, risultata fatale ad esempio in quel di Berna.
Forti del rientro di Adam Hall, che è andato a posizionarsi in maniera praticamente inedita questa stagione tra Giroux e Pestoni, l’Ambrì è apparso immediatamente messo bene in pista, con il Friborgo che ha fatto fatica a trovare la via per andare al tiro e, anzi, osando un po’ troppo ha spesso e volentieri prestato il fianco alle ripartenze biancoblù.
Complessivamente, infatti, in ben cinque occasioni gli ospiti hanno potuto presentarsi a tu-per-tu al cospetto di Conz, a partire dall’occasione mancata da Lauper dopo pochi secondi di gioco, a cui si aggiungono le occasioni capitate ai vari Monnet, Emmerton, Giroux e Lhotak.
Fatale per i dragoni è infatti stato il gioco in transizione dei ticinesi che, al posto di sbilanciarsi eccessivamente con le solite pericolose scorribande di Mäenpää, Birbaum e banda, hanno preferito compiere velocemente e verticalmente il primo passaggio, andando a creare una miriade di ripartenze risultate in una superiorità numerica.
Il fatto di essere sul ghiaccio con un livello di calma e concentrazione più alto del solito – e il non aver preso inutili rischi in uscita dal terzo – ha permesso all’Ambrì di concedere davvero poco al Friborgo, che dopo lo Zurigo vanta il miglior attacco del campionato. Le due reti locali – tutte nel primo tempo – sono infatti arrivate in maniera casuale, con un appoggio di Schilt deviato da Vauclair al 9’27 ed un tiro di polso di Gardner qualche minuto dopo, sul quale Zurkirchen ha delle responsabilità (dopo quell’episodio il portiere ha nel complesso giocato una buona partita).
In definitiva tutto qui sul fronte friborghese, fatta eccezione per il palo di Schilt colpito nel terzo tempo in powerplay, sui cui sviluppi Emmerton aveva trovato il 5-2 in shorthand… Proprio così, “shorthand”, vocabolo diventato un incubo in Coppa martedì sera ma trasformatosi in poesia alla BCF Arena, dove i biancoblù di gol in boxplay ne hanno addirittura messi a segno due, con il primo che aveva rappresentato l’1-1 a firma Monnet.
Buoni segnali dati anche dal powerplay, anche se le occasioni reali per verificare i correttivi apportati da Kossmann sono state solamente due (poco testo fa la penalità di Rivera rimediata nel finale, a match oramai archiviato). In generale si sono però visti degli special teams più aggressivi ed una fase in superiorità numerica ad umbrella molto mobile e vivace. Il tutto sarà però evidentemente da osservare meglio nelle prossime uscite, ma è indubbio che il powerplay ha avuto perlomeno il merito di generare un momentum positivo.
Ottima la partita di Alexandre Giroux – probabilmente la sua migliore del campionato – durante la quale ha ottenuto la sua prima doppietta del torneo “uccidendo” la partita nel periodo centrale. Da rivedere sulle reti del numero 10 anche gli assist di Duca e Pestoni, abili nel servire al meglio il compagno.
Sul fronte del Friborgo è invece apparso sempre più evidente che si sarebbe andati incontro alla prima sconfitta casalinga del campionato. Già privi di due pedine fondamentali come Salminen e Bykov, i burgundi hanno perso nel periodo centrale anche Mauldin, ritrovandosi così a dover giostrare senza tre dei loro attaccanti più pericolosi.
L’Ambrì ha così amministrato senza troppi problemi il vantaggio negli ultimi 20 minuti di gara, durante i quali i biancoblù hanno continuato a giocare in maniera unita, disciplinata e soprattutto con testa, prendendo davvero il match cambio dopo cambio ed evitando di commettere errori non forzati.
Ne è così scaturita una vittoria “semplice”, pulita e dal sapore tipico della trasferta, dove bisogna essere in grado di giocare in maniera solida in difesa e sfruttare al meglio le ripartenze sul fronte offensivo. Kossmann ha dunque iniziato con il passo giusto, attenzione però a non inciampare alla Valascia sabato sera… Rendere vana la vittoria in casa della (ex) capolista sarebbe davvero peccato.
ORDINE, FINALMENTE!: L’Ambrì ha fornito un’ottima prova a Friborgo, meritandosi una “pacca sulla spalla” per essersi ben comportato in diversi aspetti del gioco ed in varie zone della pista.
Ciò che è però risultato determinante è stato l’ordine con cui i biancoblù sono finalmente scesi in pista, lasciandosi alle spalle il caos scellerato delle ultime settimane, soprattutto in difesa ed in uscita dal terzo.
Il Friborgo non ha invece saputo fare altrettanto, concedendo troppe occasioni ai biancoblù e commettendo diversi errori che hanno propiziato le avanzate leventinesi.