LANGNAU – L’Ambrì ci ha provato, ma così non è abbastanza. I biancoblù hanno perso un’ottima occasione per lanciare un messaggio importante alle altre squadre impegnate nella lotta per l’accesso ai playoff, perdendo una partita a Langnau in cui sono risultati troppo confusi e non necessariamente costanti per sperare di ritornare in Ticino con un risultato utile.
La partita gli uomini di Kossmann l’hanno verosimilmente persa nel periodo centrale, quando avrebbero assolutamente dovuto sfruttare ben 1’37 di doppia superiorità numerica, giocati però in maniera troppo lenta e macchinosa. L’Ambrì è poi riuscito a scrollarsi di dosso un pessimo secondo tempo mandando più dischi verso la porta di Ciaccio negli ultimi 20 minuti, ma una manovra mai realmente lineare ha impedito agli ospiti di trovare il 2-2.
Peccato, perché i leventinesi il match lo avevano iniziato decisamente con il piglio giusto, trovando alcuni tiri estremamente pericolosi già nei primi minuti di gara. Gli ospiti sembravano poi destinati ad aprire le marcature durante il primo powerplay, conquistato da Pestoni e contraddistinto da diverse buone trame, che non hanno però trovato concretezza.
Un cambio dal timing errato e una certa passività nello slot (sarà un problema per tutto il match) hanno così permesso al Langnau di aprire le marcature con Stettler, a cui ha fatto immediatamente seguito un’inutile penalità in fase offensiva di Kamber. Da lì l’Ambrì ha iniziato di fatto a faticare, perdendo forse un po’ di convinzione nei propri mezzi e risultando pericoloso solamente con pochi uomini.
Uno di questi è sicuramente stato Inti Pestoni, artefice del pareggio sia per l’aver depositato in porta un puck rilasciato da Ciaccio, ma soprattutto per un bel disco recuperato in zona neutra e servito in ottima posizione a Grassi. Il top scorer non ha patito la “relegazione” in quarta linea, ed ha anzi proposto in combutta con Duca alcune delle puntate offensive più pericolose dell’Ambrì su tutto l’arco del match.
Ad inizio terzo tempo è poi stato riportato con Hall e Giroux, con Kossmann che si è reso protagonista di un coaching estremamente attivo, cambiando diverse sue linee nel tentativo di pareggiare, ed affidandosi ad Hall praticamente per tutti gli ingaggi in zona offensiva. In questo senso l’americano non ha deluso, vincendone la stragrande maggioranza in maniera pulita.
L’impressione è però che la squadra non abbia ancora trovato il suo assetto, ed infatti anche alla Ilfis l’Ambrì è sceso in pista con due linee offensive su quattro ancora modificate, mentre l’assenza per infortunio di Gautschi ha dato spazio a Bastl come 13esimo attaccante. L’ex ZSC si è però visto praticamente solo da metà partita, ovvero da quando il Langnau ha messo a segno il 2-1.
I Tigers hanno infatti dominato completamente il periodo centrale, con Benoit Laporte che ha vinto la sua personale scommessa. Il coach dei bernesi ha infatti spremuto a più non posso le prime due linee nella seconda frazione, impedendo così all’Ambrì di fiatare e trovando anche il gol decisivo. Costretto a giocare per troppo tempo nel proprio terzo di difesa, gli ospiti hanno infatti ceduto al 33’13, quando Sandro Moggi ha sfruttato le indecisioni degli avversari nel gestire un puck ballonzolante davanti a Zurkirchen.
Sicuramente poche le colpe del portiere sulle due reti dei Tigers e, anzi, Zurkirchen ha dato un’opportunità ai suoi di restare in partita fermando in maniera autoritaria un 2-contro-1 nel terzo tempo, che se sfruttato avrebbe definitivamente chiuso la sfida.
In una partita che ha visto l’Ambrì andare a fiammate – in sostanza gli ospiti hanno dato il meglio ad inizio e fine partita, sparendo però nei 40 minuti centrali – Kossmann le ha come detto provate tutte per trovare le giuste combinazioni, ma nulla ha funzionato. Certo, Giroux e Pestoni hanno fatto venire più di uno spavento a Ciaccio, mentre Hall ha vinto una quantità industriale di ingaggi, ma sicuramente ci si deve aspettare di più.
Il quartetto di stranieri deve tornare su livelli più alti già domenica pomeriggio, con anche Emmerton che da qualche partita non ha l’impatto che ci si aspetterebbe. Gli special team hanno dato ancora qualche segnale positivo, ma in definitiva hanno condannato alla sconfitta l’Ambrì con quel 5-contro-3 sciupato, con praticamente il solo Fora che ha trovato il tiro dalla distanza. Gestito male poi il finale, giocato senza la necessaria calma e alla rincorsa di troppi dischi mandati a fondo pista per poi andare a rincorrerli.
L’Ambrì ha così mancato una sorta di prova di maturità, che gli impedisce di mandare un reale messaggio alle dirette avversarie. Una vittoria domenica pomeriggio contro il Ginevra tornerebbe invece a rendere le cose molto interessanti a livello matematico, dato che i biancoblù sono a cinque punti dal Kloten ottavo e con due partite da recuperare. Ogni occasione persa, però, è motivo di alzare gli occhi al cielo.
RITMO E KILLER INSTINCT: L’Ambrì è stato condannato alla sconfitta principalmente per non aver saputo portare sul ghiaccio della Ilfis una prova sufficientemente completa. Una fiammata nelle prime fase ed una buona pressione nel terzo tempo non sono infatti bastate per piegare i Tigers, che per almeno 40 minuti si sono fatti preferire.
Cruciale inoltre quella doppia superiorità numerica per 1’37 non sfruttata nel periodo centrale, quando i biancoblù avrebbero dovuto insaccare il provvisorio 2-2 e girare l’inerzia a loro favore.