AMBRÌ – ZUGO
4-6
(4-1, 0-2, 0-3)
Reti: 0’29 Bianchi (Kostner, Isacco Dotti) 1-0, 0’44 Kneubuehler (Fohrler, Bürgler) 2-0, 6’13 Zwerger (Regin, Fohrler) 3-0, 8’00 Heim (Fohrler, Kneubuehler) 4-0, 15’12 Bachofner (Klingberg, Hansson) 4-1, 20’14 Kovar (Suri) 4-2, 22’36 Leuenberger (Klingberg, Bachofner) 4-3, 45’56 Zehnder 4-4, 47’11 Herzog (Müller, Zehnder) 4-5, 58’00 Müller (Herzog) 4-6
Note: Gottardo Arena, 6’212 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Vikman; Obwegeser, Wolf
Penalità: Ambrì 6×2′, Zugo 7×2′
Assenti: Michael Fora, Yanik Burren (infortunati), Joel Neuenschwander, Petr Cajka (Ticino Rockets), Giacomo Dal Pian, Brandon Kozun (sovrannumero)
AMBRÌ – Nel bene o nel male, questa sconfitta per l’Ambrì Piotta rappresenterà un bivio importante per il resto della stagione. Per la squadra di Cereda ora non è più tempo di sottolineare gli aspetti positivi delle tante partite ben giocate ma spesso non ripagate in termini di punti, ma è arrivato il momento di badare al sodo e tornare ad alimentare la propria classifica. I biancoblù devono insomma ritrovare una mentalità vincente, superando quella fragilità che sabato ha portato ad una sconfitta che fa davvero male.
Non lo ha infatti nascosto Cereda al termine della partita, quando in casa ci si porta sul 4-0 è inaccettabile incassare una sconfitta come quella imbastita in rimonta dallo Zugo, questo soprattutto perché non è bastato trovare quattro gol su praticamente i primi quattro tiri dell’incontro per porre delle basi sufficientemente solide a costruire il resto del match.
In questo senso bisogna essere onesti, l’Ambrì è stato bravo a spingere immediatamente sull’acceleratore e trovare a ripetizione la via del gol, ma è anche vero che il parziale dopo il primo periodo era oltremodo severo per lo Zugo. I biancoblù hanno insomma potuto usufruire dello svolgersi favorevole degli eventi – mettendoci chiaramente del loro, ci mancherebbe – ma il palo clamoroso colpito da Kovar ed il “big save” di Conz ancora sul ceco dovevano suonare come chiari campanelli d’allarme.
La squadra di Cereda è così andata alla prima pausa con un vantaggio di tre reti, ma anche con la consapevolezza di non aver assolutamente ipotecato la partita. Fondamentali sarebbero infatti stati i primi minuti della ripresa, ed il fatto di aver incassato nel giro di un attimo le segnature di Kovar e Leuenberger ha definitivamente cambiato la partita.
A quel punto l’Ambrì si ritrovava sì ancora in vantaggio, ma ha iniziato sostanzialmente a giocare per non perdere, mentre sull’altro fronte lo Zugo ha sempre portato sul ghiaccio una mentalità vincente, anche quando il risultato era sul 4-0. In termini di convinzione e personalità i leventinesi hanno insomma pagato dazio, confrontati con un avversario che tutti sappiamo essere fortissimo e dall’indole vincente, e che principalmente su questo piano ha saputo fare la differenza.
Con il passare dei minuti la sfida si è comunque stabilizzata, e l’Ambrì ha finalmente trovato in due powerplay – con una fase anche di doppia superiorità numerica – quegli episodi di cui aveva assolutamente bisogno per dare maggiore equilibrio agli eventi. Sono così arrivate anche alcune buone occasioni per infilare il quinto gol, con ad esempio un buono spunto di Kneubuehler e poi quell’incursione di Pestoni e McMillan ad inizio terzo tempo in cui Genoni – che dopo il 3-0 aveva preso il posto di Hollenstein – si è salvato con un po’ di fortuna.
Gestire il vantaggio è però un esercizio in cui l’Ambrì può ancora crescere e, anche in seguito ad alcuni errori individuali – come quelli decisivi di Fohrler e Fischer, ma anche Hietanen e Regin hanno avuto delle responsabilità su un paio di segnature – lo Zugo ha definitivamente girato la partita.
A quel punto, dopo aver già utilizzato il timeout nel periodo centrale, Cereda ha mandato in pista Ciaccio, ma di fatto una vera scossa non è mai arrivata. È così arrivata la settima sconfitta delle ultime nove uscite, ed ora l’Ambrì è confrontato con il momento più difficile della sua stagione e una classifica sempre più serrata, che impone alla squadra di tornare al più presto a fare punti.
Dovrà insomma uscire prima di tutto la personalità. Quell’ingrediente che è diventato meno presente dall’infortunio di Michael Fora, e che chiama ora i tanti uomini di esperienza nello spogliatoio ad indicare la via.
IL PROTAGONISTA
Leonardo Genoni: Dopo un inizio da incubo da parte dei suoi compagni il suo inserimento porta grande calma, questo nonostante venga battuto praticamente subito da Heim. Successivamente Genoni ha però confezionato alcune parate decisive, perché l’Ambrì ha avuto diverse chance per ottenere quella quinta rete che avrebbe ridimensionato la rimonta degli ospiti, ma il bleniese ci ha messo decisamente del suo.
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