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Ambrì Piotta

L’Ambrì si stringe attorno a Wüthrich, ma così non basta

In una serata chiusa con forti emozioni, i biancoblù hanno mostrato poche idee e determinazione. Il Langnau non impressiona, ma all’Ambrì manca qualcosa

L’Ambrì si stringe attorno a Wüthrich, ma così non basta

AMBRÌ – LANGNAU

1-2

(0-0, 0-1, 1-1)

Reti: 28’37 Pesonen (Malone, Saarijärvi) 0-1, 50’10 Saarijärvi (Baltisberger, Allenspach) 0-2, 50’31 DiDomenico (Kubalik, Wüthrich) 1-2

Note: Gottardo Arena, 6’715 spettatori
Arbitri: Fonselius, Gerber; Francey, Obwegeser
Penalità: Ambrì 2×2, Langnau 5×2

Assenti: Floran Douay (infortunato), Janne Juvonen (sovrannumero), Rocco Pezzullo (ammalato), Simone Terraneo (Visp)

AMBRÌ – Nel raccontare la prima partita del nuovo anno dell’Ambrì Piotta, è impossibile non partire dalla fine. Il toccante momento che ha visto tutto il popolo biancoblù stringersi attorno a Dario Wüthrich, sulle note di una Montanara che il difensore avrebbe voluto dedicare alla compagna scomparsa dopo una vittoria, è andato oltre lo sport ed ha davvero messo in prospettiva la sconfitta contro il Langnau.

Sono stati minuti intensi, e dalle tante emozioni. Da un lato ha spezzato il cuore vedere un ragazzo di 25 anni dover affrontare una tale tragedia, ma l’abbraccio dell’intera squadra ed i lunghi applausi del pubblico il cuore lo hanno anche scaldato, nella speranza che per Wüthrich e tutte le persone toccate da quanto successo, la dimostrazione di affetto abbia potuto portare un po’ di conforto.

In questa serata purtroppo l’Ambrì Piotta non è riuscito ad ottenere una vittoria che avrebbe avuto dei forti significati, ed è stato battuto da un Langnau sicuramente non trascendentale ma essenziale nella sua efficacia, mentre i biancoblù hanno iniziato il nuovo anno in maniera spaesata e senza troppe idee.

Certo, la partita è rimasta aperta sino all’ultimo ed i leventinesi sono sempre stati sostanzialmente ad un tiro di distanza dal trarre un risultato utile da questa prova, ma anche se così fosse stato – ed un risultato diverso dalla sconfitta sarebbe comunque stato immeritato – il giudizio sulla partita non sarebbe di fatto cambiato.

Quanto mostrato dalla squadra di Cereda non può infatti essere ritenuto sufficiente da troppi punti di vista, tanto che sostanzialmente per tutti i 60 minuti è stato difficile trovare un filo conduttore nel gioco portato in pista. La sensazione era infatti quella che il gol potesse arrivare solamente da un’iniziativa personale oppure a risultato di un episodio saltuario, ma in termini di squadra l’Ambrì non ha mostrato particolari idee o struttura.

Gli ennesimi cambiamenti nelle linee offensive non hanno portato a evidenti stimoli, e al fronte di poche individualità che fanno di tutto per scuotere le partite – parliamo di Landry, Kubalik, DiDomenico e pochi altri – ce ne sono davvero troppe altre che stanno da tempo avendo un impatto quasi nullo. Così è sicuramente difficile arrivare a dei risultati, anche perché rende piuttosto facile trovare le contromisure per arginare un attacco dell’Ambrì Piotta che ad oggi è troppo prevedibile.

Un esempio lo si è visto nelle diverse opportunità di powerplay sprecate malamente, con solamente Kubalik a sfiorare il gol nonostante cinque opportunità tra cui una quarantina di secondi a 5-contro-3. In quel frangente era palese che il focus principale degli uomini in pista fosse quello di mettere nelle condizioni il ceco di far partire il suo tiro al volo, tendenza letta dai Tigers e soprattutto dal bravo Charlin, che non è mai stato messo in difficoltà cercando altre soluzioni.

Questo è insomma un Ambrì a cui oggi manca la fiducia per permettere ai singoli di esprimere la loro creatività, ma anche quel fuoco per interpretare come una battaglia delle partite del genere, che invece finiscono quasi per scivolare via senza sussulti. Manca insomma una scintilla, che i biancoblù dovranno ritrovare al più presto per dare tutto in una corsa ai play-in che si fa ogni giorno più impegnativa.

Ritrovarsi al penultimo posto in classifica potrebbe far suonare un campanello d’allarme, ovviamente non ancora “matematico” – bastano un paio di vittorie per ritrovarsi a metà graduatoria – ma piuttosto psicologico nel prendere coscienza che il momento di cambiare marcia non può più attendere.

Poi è vero, nel finale è arrivato il gol di DiDomenico e sarebbe bastato poco per ricavare dei punti da questa prestazione, anche perché il Langnau non ha fatto chissà cosa per legittimare la propria vittoria. Wüthrich è andato vicinissimo al gol – sarebbe stato il primo della carriera in NL – mentre una conclusione di Heed per il potenziale 2-2 è stata respinta in maniera incredibile sulla linea dal pattino di Brian Zanetti.

Gli episodi per un epilogo diverso ci sono stati, ma nel complesso le difficoltà mostrate nella costruzione del gioco, nell’esecuzione e la titubanza ad alzare l’ingaggio fisico per dare maggiori emozioni alla partita sono fonte di preoccupazione. Non sarà insomma questo l’Ambrì che potrà giocarsi sino in fondo un posto nei play-in.


IL PROTAGONISTA

Stephane Charlin: Il portiere continua ad essere di gran lunga il miglior giocatore di questa stagione del Langnau, ed anche alla Gottardo Arena ha dimostrato di aver acquisito una calma ed una lettura delle situazioni impeccabile. I suoi compagni sono stati bravi a tenere l’Ambrì nelle zone esterne del terzo offensivo, ma quando chiamato in causa Charlin ha trasmesso una sicurezza che non ha dato molti spiragli ad un attacco leventinese già poco ispirato.


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