AMBRÌ – BIENNE
2-4
(0-2, 1-1, 1-1)
Reti: 8’36 Kessler (Bachofner, Rathgeb) 0-1, 9’17 Schläpfer (Sallinen, Rajala) 0-2, 24’11 Landry (Heed, Zaccheo Dotti) 1-2, 33’29 Haas (Yakovenko, Hofer) 1-3, 53’09 Dauphin (Heed, De Luca) 2-3, 59’17 Künzle (Sallinen, Forster) 2-4
Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Stricker, Hebeisen; Altmann, Burgy
Penalità: Ambrì 1×2, Bienne 4×2
Assenti: Nando Eggenberger, Kilian Zündel, Valentin Hofer, Davide Fadani, Jared McIsaac (sovrannumero), Alex Formenton (congedo), Rocco Pezzullo (infortunato)
AMBRÌ – Si sarebbe meritato un epilogo di stagione migliore l’Ambrì Piotta, che invece proprio nella partita più importante degli ultimi mesi ha un po’ tradito se stesso, non riuscendo a portare in pista la convinzione necessaria per aggredire il Bienne e cercare per davvero la qualificazione ai playoff.
Non si può dire che la squadra di Cereda non ci tenesse a regalare al suo pubblico il “vero” post season – e le emozioni di tanti giocatori a fine partita ne sono la testimonianza – ma ad un gruppo che ha fatto tanti passi avanti rispetto ad un anno fa manca ancora qualcosa per acquisire una mentalità vincente. Quella che davvero conta quando i giochi si fanno seri.
Molto deludente infatti il primo tempo, che ha poi condizionato l’intera partita sia in termini di risultato che sul piano delle emozioni, con un Ambrì che ha fatto molta fatica a mettere aggressività e ritmo nel proprio gioco. Il tutto in una Gottardo Arena che – sin dai primi cambi giocati al doppio della velocità da parte del Bienne – ha percepito le difficoltà della squadra, rendendo così difficile il crearsi di quell’ambiente trascinante che in Leventina spesso aveva fatto tremare le gambe degli avversari.
Nulla di tutto questo invece nell’ultima decisiva sfida dei play-in, una fase in cui l’Ambrì Piotta ha saputo anche giocare delle buone partite, ma che presenta un bilancio di due pareggi ed altrettante sconfitte. Troppo poco ovviamente, ed in definitiva ad essere decisiva è stata probabilmente quella rimonta subita per mano del Lugano, che mentalmente non deve essere stata mai digerita del tutto.
Chissà se con una vittoria nella prima sfida le cose sarebbero andate diversamente, anche perché il doppio incontro con il Bienne ha avuto uno sviluppo più netto, con i seeländer che oggettivamente meritavano già di vincere in casa e che nel complesso hanno evidenziato una superiorità diventata evidente in questa seconda partita.
L’Ambrì Piotta non ha infatti trovato i giusti argomenti per contrastare una squadra brillante e veloce in transizione, e sin dai primi minuti è andato in difficoltà. Il rientrante Juvonen ha cercato di metterci una pezza, ma poco ha potuto sulle due reti in rapida successione nell’avvio di gara, che hanno punito i biancoblù per essersi presentati in pista non pronti a giocare.
È facile immaginare i muri dello spogliatoio tremare in quella prima pausa, perché la squadra di Cereda – con la possibilità di conquistare i playoff vincendo una partita in casa – ha mostrato tutto tranne che una mentalità vincente.
Le cose sono migliorate nettamente nel periodo centrale, quando l’Ambrì è tornato in pista con un piglio più deciso ed ha creato subito delle occasioni pericolose dalle parti di Säteri. La partita si è infiammata quando il pubblico si è innervosito per alcune mancate chiamate arbitrali, ed il gol in shorthand gol di Landry – probabilmente il miglior biancoblù di questo post season – avrebbe dovuto finalmente lanciare la serata dei leventinesi.
Ed in parte lo ha fatto, con i padroni di casa che in varie occasioni hanno sfiorato il pareggio, anche grazie alla possibilità di imbastire finalmente dei powerplay per la prima volta nella serie. Tutto si è però sgonfiato quando Gaetan Haas ha ottenuto la terza rete con una bella – e magari pure un po’ fortunata – deviazione, momento dal quale l’Ambrì non si è più ripreso.
Nonostante mancasse sostanzialmente ancora metà incontro la squadra ha solamente abbozzato una reazione, ma il gioco è rimasto balbettante e poco deciso. Il filtro a centro pista dei seeländer ha messo in grande difficoltà l’Ambrì, che molto raramente è entrato in zona offensiva con il possesso del disco, e che nemmeno nel forecheck ha trovato un alleato particolarmente efficace.
Estemporaneo dunque il gol di Dauphin, visto che un vero assalto finale non è mai stato imbastito, e nemmeno i continui cambi di linee hanno fatto scattare la scintilla necessaria.
L’Ambrì ha così chiuso i suoi play-in con alcuni elementi un po’ in riserva. Spacek in queste quattro sfide non si è risparmiato, ma non ha ottenuto alcun punto, ed in generale la sua linea non ha saputo dare continuità all’ottimo finale di regular season. Lo stesso vale per i vari Heim, Pestoni, Bürgler oppure De Luca, il cui impatto contro Lugano e Bienne è stato limitato. Poco si può invece rinfacciare al bottom six, che ha svolto un buon lavoro ad immagine di elementi come Lilja oppure Kneubuehler.
I titoli di coda sono così arrivati su una nota amara, al termine di una serata in cui ci si aspettava qualcosa di più, anche se questo non cambia il giudizio di una stagione sicuramente molto buona. L’Ambrì ha però mancato l’appuntamento con la sua partita più importante, è questo è uno spunto significativo per provare ulteriormente a crescere.
IL PROTAGONISTA
Gaetan Haas: La sua deviazione valso il terzo gol ospite ha di fatto messo fine alla stagione dell’Ambrì Piotta, ed in generale con le sue prestazioni ha ricordato quanto importante sia avere un centro della sua solidità e caratura. In questi play-in ha ritrovato il modo di essere decisivo, con tre punti nelle ultime quattro partite contro Ambrì e Ginevra. Un elemento dalla grande esperienza che ha indicato la via del successo all’intera squadra.
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