AMBRÌ – UFA
4-1
(2-0, 1-1, 1-0)
Reti: 2’28 Sabolic (Zwerger, Fischer) 1-0, 15’46 D’Agostini (Fora, Egli) 2-0, 23’33 Müller (Zwerger, Miranda) 3-0, 38’39 Lisovets (Omark, Burmistrov) 3-1, 59’42 Müller 4-1
Note: Eisstadion Davos, 6’300 spettatori. Arbitri Romasko, Stricker, Kaderli, Shishlo
Penalità: Ambrì 3×2′, Ufa 5×2′
DAVOS – Risuona il canto della Montanara sotto le volte di legno della casa della Coppa Spengler, per la prima volta presente al torneo grigionese, i biancoblù si prendono i primi tre punti della manifestazione battendo il Salavat Yulaev Ufa per 4-1.
Nel primo incontro valido per il Gruppo Torriani i ragazzi di Luca Cereda, a differenza dei colleghi russi, hanno interpretato la partita con maggior determinazione e tanta voglia di ben figurare, portando sul ghiaccio l’attitudine che vale in qualsiasi occasione per i leventinesi.
Con la squadra di KHL invece colpevolmente passiva e non molto disposta ad andare dove Fora e compagni rifilavano colpi e toglievano fiato con il loro forecheck, l’Ambrì ha invece saputo onorare al meglio il primo passo nella kermesse di Davos e il vantaggio di 2-0 ottenuto da Sabolic e D’Agostini dopo un tempo non è stato certo casuale.
Più tiri, più ingaggi vinti, più contrasti non solo vinti ma anche cercati, i leventinesi hanno subito infiammato la Eishalle gremita dei suoi tifosi, meritando quel doppio vantaggio ottenuto dopo venti minuti.
Senza oltretutto diversi giocatori delle prime tre linee – chissà mai perché le squadre russe hanno questa fastidiosa abitudine alla Spengler – il Salavat non è mai riuscito a spingere a fondo sull’acceleratore, a causa anche e soprattutto del continuo pattinaggio dei “padroni di casa”, mai disposti a lasciare il famoso centimetro di troppo agli avversari.
Sempre a rincorrere i biancoblù, gli uomini di Tsulygin sono caduti oltretutto in numerose penalità che gli hanno tolto quel poco ritmo che cercavano, e quando si sono decisi in alcune occasioni ad affondare, entrare nello slot davanti a Manzato è stata spesso un’impresa.
Soltanto nel terzo periodo i biancoverdi sono sembrati più convinti e hanno allora cercato di muovere più velocemente il disco, unica via per mettere in difficoltà i propri avversari, con le ispirazioni della classe di Linus Omark, lo svedese ex Zugo che è spesso emerso di un paio di spanne oltre i propri compagni.
Una spinta finalmente decisa e continua nei momenti finali, dopo che il risultato era andato sul 3-1 per effetto del gran gol di Müller in power play e dell’unica rete russa di Lisovets, con anche stavolta un po’ di sfortuna sul conto del Salavat, sottolineata da due pali abbastanza clamorosi.
Sforzi difensivi invece ripagati per l’Ambrì Piotta, che scrive il suo pezzettino di storia nel giorno di Santo Stefano, con i primi punti alla Coppa Spengler e una prestazione sicuramente all’altezza dei biancoblù e che onora al meglio l’esordio a questo torneo.
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