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Ambrì Piotta

L’Ambrì si dà una chance ma non è al meglio, ecco il primo stop

I leventinesi faticano a portare il momentum dalla loro parte, ma non perdono il contatto con il Friborgo. Alla fine decidono i powerplay non sfruttati nel finale

L’Ambrì si dà una chance ma non è al meglio, ecco il primo stop

AMBRÌ – FRIBORGO

2-3

(0-1, 2-2, 0-0)

Reti: 9’42 Mottet (De la Rose) 0-1, 28’01 De la Rose (DiDomenico, Bertschy) 0-2, 29’21 Spacek (Pestoni, Fohrler) 1-2, 32’52 Bertschy (Marchon) 1-3, 38’18 Kostner (Spacek, Heed) 2-3

Note: Gottardo Arena, 5’950 spettatori
Arbitri: Stricker, Ströbel; Burgy, Schlegel
Penalità: Ambrì 4×2, Friborgo 7×2

Assenti: Dominic ZwergerKilian Zündel (infortunati), Valentin HoferYannick Brüschweiler (sovrannumero)

AMBRÌ – Alla terza uscita per l’Ambrì Piotta è arrivata la prima sconfitta, ma paradossalmente quella contro il Friborgo è stata forse la partita più significativa di questo inizio di stagione.

Sì perché contro i burgundi si ha avuto un buon esempio di come il gioco dei leventinesi possa permetter loro di dare battaglia e mantenere le partite in bilico anche nella serate in cui le cose non riescono tutte per il meglio, ed alla fine se per esecuzione la prova non è stata brillante, la squadra di Cereda ha comunque offerto complessivamente una buona prestazione grazie alla sua combattività.

A dettare i ritmi per gran parte della sfida è però stato il Friborgo, capace in sostanza di farsi preferire per i primi due tempi, mentre i biancoblù solamente a tratti hanno mostrato quell’andatura necessaria per rendere la loro manovra martellante. Una certa differenza nel piano del gioco non si è però mai tradotta in un vero distacco dal punto di vista del risultato, con Dauphin e compagni che hanno sempre mantenuto un certo contatto con gli avversari.

Sicuramente non ha aiutato l’entrata in materia, con tre penalità nei primi sette minuti di gioco ed anche una fase in doppia inferiorità numerica, il che ha complicato le cose a livello di ritmo e rotazione degli effettivi. Il boxplay dell’Ambrì si è comunque comportato molto bene, anche se appena un secondo dopo lo scadere delle sanzioni è arrivato il gol d’apertura di Mottet.

Poco dopo i ruoli si sono invertiti e sono stati i leventinesi a poter usufruire di due powerplay praticamente consecutivi, ma nell’intera serata gli special teams non hanno permesso di fare la differenza, ed anche nel finale di gara non hanno portato a quella rete del 3-3 che arrivati a quel punto sarebbe stata meritata. L’entrata in materia si è insomma confermata un punto su cui i biancoblù devono lavorare.

Un peso importante nell’economia della gara l’ha però avuto il periodo centrale, in cui l’Ambrì ha sì trovato due reti tornando ad evidenziare due sue caratteristiche importanti – la propensione di Spacek a tirare di più ed una ritrovata efficacia nello slot – ma senza mai riuscire a portare davvero il momentum dalla sua parte.

Difensivamente si è vista qualche imprecisione di troppo, ad immagine di un Heed che nelle ultime settimane è stato fermato da vari guai fisici e che è lontano dalla sua forma migliore, ed in generale l’Ambrì è sembrato soffrire la velocità superiore dei burgundi. La voglia di fare bene non è mancata, e se da un lato era difficile per Pezzullo impedire la bella deviazione di De la Rose, dall’altro Isacco Dotti si è fatto “ingolosire” troppo sul fronte offensivo permettendo a Bertschy di trovare la pesantissima terza rete a metà partita.

A quel punto c’era ancora il tempo per recuperare nel risultato – ed infatti il gol di Kostner nel finale di periodo ha rimesso tutto in discussione – ma l’Ambrì ha avuto anche la propensione a forzare alcune giocate, peccando poi nella lucidità per eseguire al meglio le proprie intenzioni.

Eppure l’Ambrì Piotta è andato veramente vicino dall’ottenere almeno un punto da questa partita, che complessivamente sarebbe stato meritato anche per quanto mostrato nel terzo tempo. Cereda ha per la prima volta mischiato un paio di sue carte invertendo di ruolo Dauphin e Landry, nella speranza di trovare una scintilla in più sul fronte offensivo. Le vere opportunità sono arrivate con tre powerplay in momenti molto delicati, ma Reto Berra non si è fatto superare nonostante i tanti dischi messi nello slot ed i continui tentativi dei vari Dauphin oppure Lilja di infilare “di peso” il puck in porta.

L’attaccante svedese ha ribadito la sua capacità di “sparire e poi riapparire” nel gioco, con la sua presenza nelle zone calde della pista che ha sempre la potenzialità di avere un impatto nonostante alcuni cambi anonimi, ma in generale si è sentita la mancanza di un secondo giocatore oltre Spacek – partita eccezionale la sua – che potesse andare al tiro in maniera secca e decisa. Con una marcata presenza davanti a Berra si è comunque vista una squadra capace di essere pericolosa anche in una serata in cui non sono riuscite combinazioni migliori.

In un contesto del genere si sono visti meno elementi un po’ più leggeri come De Luca e Landry, che infatti sono stati i due giocatori meno impiegati, mentre Dauphin ha nuovamente convinto nonostante abbia litigato con il gol senza mai riuscire a trovarlo. L’incrocio dei pali e poi un ottimo intervento di Berra gli hanno impedito di segnare per la terza partita consecutiva, ma la sua presenza si è di nuovo sentita con anche il 72% di ingaggi vinti.

L’Ambrì Piotta non ha insomma giocato una brutta partita, ma il Friborgo è stato più lucido e pulito nel suo gioco, facendo valere anche il tasso tecnico superiore di alcuni suoi elementi di assoluto livello. È così arrivata la prima sconfitta, ma i biancoblù hanno comunque fatto sentire la loro presenza, in un maniera che lo scorso anno non era nelle loro corde.


IL PROTAGONISTA

Michael Spacek: Il centro ceco si sta confermando il grande protagonista dell’avvio di stagione leventinese, ed infatti con la rete e l’assist ottenuti martedì si è issato a top scorer dell’intera lega con sei punti in tre partite. La velocità ed il ritmo con cui scende sul ghiaccio lo rendono una minaccia costante, ed ora che è stato messo nella posizione di andare al tiro più spesso ha aggiunto al suo arsenale una freccia che nello scorso campionato non era mai stata così acuminata.


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