AMBRÌ – LOSANNA
3-2
(0-1, 0-1, 3-0)
Note: Valascia, 4’78 spettatori. Arbitri Fischer, Wehrli; Kaderli, Obwegeser
Penalità: Ambrì 3×2′ + 1 x rigore (Ngoy), Losanna 4×2′
AMBRÌ – L’Ambrì Piotta è tornato alla vittoria, e lo ha fatto in un contesto quasi surreale, con il direttore sportivo Ivano Zanatta presente in via eccezionale in panchina al fianco di Kossmann per dare un segnale di sostegno alla squadra. Difficile dire se questa mossa possa aver riacceso qualche motivazione assopita tra i giocatori, così come è complicato carpire il significato di quegli abbracci tra staff tecnico e Filippo Lombardi a fine partita. Si è deciso di non cambiare? Per ora così sembra, ma per la certezza c’è da attendere il weekend.
Nel frattempo l’Ambrì può guardare al derby di lunedì con un pochino di ottimismo in più – anche perchè si incontreranno dei cugini bianconeri che non navigano certo in acquee tranquille – ma non si commetta l’errore di dimenticare tutti i nodi venuti al pettine nelle ultime settimane, questo a maggior ragione al termine di una partita sì vincente, ma che non si è discostata troppo da quelle precedenti.
Nei primi due tempi – ed in particolare nella prima frazione – il Losanna si è fatto di gran lunga preferire, dominando i biancoblù sul piano del gioco per i primi venti minuti di gara, per poi passare ad un periodo centrale di grande sostanza, che ha visto i vodesi imporsi con decisione nel conteggio dei tiri con un eloquente 22-6. Alla seconda sirena si era però “solo” sul 2-0, lasciando aperto lo spiraglio di una svolta.
A suonare la carica ci ha pensato dopo soli 28 secondi nel terzo periodo Cory Emmerton, apparso sino a quel momento il migliore dei suoi ed autore del suo quinto gol stagionale, grazie ad una stupenda apertura di Pesonen. L’Ambrì ha finalmente preso coraggio ed un paio di minuti dopo ha trovato anche il pareggio con Monnet, abile nell’infilare il puck shortside nell’unico pertugio lasciato aperto da Huet.
Il numero 7 ha vissuto un bel terzo tempo, colpendo pochi attimi dopo l’incrocio dei pali, occasione a cui ha fatto seguito una traversa piena centrata da Kamber. Sfortuna? Solo in parte, soprattutto se si considera che l’Ambrì ha recuperato e vinto la partita in maniera estremamente spietata, ovvero segnando tre reti su un totale di otto tiri effettuati nel terzo tempo.
A soli 1’37 dalla terza sirena Adam Hall ha infatti insaccato dallo slot il gol del decisivo 3-2, facendo letteralmente esplodere una Valascia che per la prima parte di gara era sembrata quasi non sapere come comportarsi, questo nonostante la Curva sia tornata ad esporre uno striscione in favore dei giocatori.
Un brivido nel finale lo ha però causato Ngoy, coprendo il disco con la mano in area di porta e provocando automaticamente un rigore, però fallito da Jeffrey quando mancavano solamente 46 secondi. Per una volta, insomma, finisce bene quel che finisce bene.
Attenzione però, perchè anche nella serata di venerdì – in cui l’Ambrì ha recuperato Mäenpää e Gautschi, pur lasciando fuori Sven Berger perchè ammalato – di campanelli d’allarme ne sono scattati parecchi, anche se il rischio è di essersi talmente abituati al loro suono, da non sentirli nemmeno.
La manovra dell’Ambrì si arena sempre e sistematicamente in uscita dal terzo, ed in questo senso non si vedono miglioramenti oramai da diverso tempo. Il rientro di Mäenpää dovrebbe permettere di correggere il tiro, e di poter aumentare il livello di una fase di transizione che ancora latita, ma di cui si sono visti i benefici di un gioco verticale funzionante sul gol di Emmerton. Il difensore finlandese non è apparso al meglio – come logico che sia – ma riuscire a portarlo finalmente alla miglior forma per questo Ambrì sarà vitale.
Rimane poi assente troppo spesso una componente creativa in attacco. I biancoblù continuano a dare l’impressione di attaccante senza una precisa logica, se non quella di ritrovarsi imbottigliati nella zona bassa del terzo ed essere così costretti a ripiegare all’indietro e sparare nel mucchio dalla blu. Si è iniziato ad andare di più sulla porta nel terzo tempo, ma bisognerà farlo con maggiore costanza.
Non vanno poi dimenticati diversi blackout a livello difensivo. Nei primi due tempi Zurkirchen ha dovuto metterci una pezza anche in situazioni che dovrebbero essere gestite con maggiore linearità. Basti pensare all’occasione capitata in powerplay a Ryser, dimenticato in maniera imperdonabile completamente solo nello slot, a quella rete mancata da Mieville grazie ad uno strepitoso intervento di “Zuri”, oppure ancora a quel contropiede concesso con leggerezza da Pesonen ad inizio secondo tempo, che per poco non costava una nuova rete in shorthand.
A livello di emozioni si è visto un piccolo miglioramento sin dai primi minuti, anche se dare giudizi in questo senso può essere complicato, visto che sapendo della presenza di Zanatta in panchina, si è dato maggiore attenzione e significato a degli aspetti che magari nelle altre partite si aveva ignorato. Le prossime uscite sapranno dare indicazioni migliori, insomma.
È dunque cambiato qualcosa in questo Ambrì? Facile farsi ingannare e lasciarsi trasportare dall’euforia del momento, anche se in parte sarebbe sbagliato non farlo. L’esultanza di Adam Hall tornando verso la panchina dopo aver segnato il vantaggio ha un significato, ed è lì a dimostrare che questa squadra ha ancora delle emozioni da esprimere e regalare.
Poi in panchina nelle prossima settimane ci sarà chi ci sarà, ma non conterà nulla se i biancoblù non inizieranno a giocare davvero con il cuore. In fondo, questo è tutto ciò che il pubblico chiede veramente.
Nelle ultime sfide un deficit di due reti con 20 minuti da giocare era quasi una garanzia di sconfitta per l’Ambrì, che questa volta è invece riuscito a girare la contesa. Considerando che i terzi tempi hanno spesso visto i leventinesi a corto di energie psicofisiche, si spera possa rappresentate un bel segnale.
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)