AMBRÌ – ZSC LIONS
4-3
(1-1, 0-1, 2-1; 1-0)
Reti: 6’56 Kukan (Zehnder, Riedi) 0-1, 11’14 Lilja (Virtanen, Heed) 1-1, 22’53 Malgin 1-2, 42’12 Andrighetto (Kukan, Fröden) 1-3, 57’17 Spacek (Heed, Pestoni) 2-3, 59’56 Spacek (Dauphin, Heed) 3-3, 61’08 Heed (Spacek, Zaccheo Dotti) 4-3
Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Wiegand, Hürlimann; Cattaneo, Schlegel
Penalità: Ambrì 3×2 + 1×5 + 1×20, ZSC Lions 5×2
Assenti: Isacco Dotti (infortunato), Yannick Brüschweiler, Janne Juvonen, Kilian Zündel, Tommaso De Luca, Manix Landry, Valentin Hofer (sovrannumero)
AMBRÌ – Bisogna dirlo, gli ZSC Lions visti all’opera alla Gottardo Arena sembravano pressoché imbattibili. E questo non per demeriti dell’Ambrì Piotta – che complessivamente ha fatto la sua partita – ma semplicemente perché gli uomini di Crawford hanno mostrato una solidità e compattezza nel loro gioco che è stata una volta di più impressionante. Il tutto unito ad una rosa dal livello altissimo ed ora impreziosita dal rientro di Andrighetto, ed è soprattutto con queste premesse che si possono davvero apprezzare i due punti strappati dai leventinesi.
Inutile sottolineare come siano stati gli ospiti a controllare il gioco per buona parte della sfida, ma dal canto suo la squadra di Cereda è stata brava a far leva sulle sue caratteristiche per restare aggrappata all’incontro, questo nonostante un periodo centrale in cui l’Ambrì ha fatto davvero tanta fatica.
Soprattutto in quel frangente è stato fondamentale Conz, che sabato ha ribadito di poter essere molto prezioso per un gruppo che vanta ora sei stranieri di movimento di ottimo livello. Grazie alle parate del giurassiano – che nel solo secondo tempo ha dovuto fronteggiare 20 tiri contro gli appena 3 scagliati dai suoi compagni – l’Ambrì ha superato una fase in cui il ritmo e la fisicità dei Lions si è davvero imposta, mentre i leventinesi hanno perso praticamente tutte le battaglie per il puck.
Quella di sabato è infatti stata la partita dal livello complessivo più alto con cui i biancoblù si sono dovuti confrontare, e proprio per questo non era il contesto più semplice per presentare il “nuovo volto” della squadra. Lo staff ha infatti optato per integrare nel lineup Heim, Formenton e Zwerger, cambiando dinamiche sostanzialmente a tutte le linee offensive ad eccezione della prima.
Il logico prezzo da pagare in alcuni frangenti si è visto piuttosto chiaramente, con alcuni automatismi da costruire ed in particolare la linea Formenton–Dauphin–Zwerger che ha fatto fatica a lasciare il segno. Anche il centro canadese, al rientro dall’infortunio, ha incontrato difficoltà ed ha giocato il suo match meno brillante da quando è in Leventina, rispondendo però al disco perso sull’1-3 di Malgin con il bell’assist a Spacek per la rete del pareggio (oltre al “solito” 66% di ingaggi vinti).
Nello schierare i nuovi innesti – gruppo in cui a livello concettuale includiamo pure Zwerger, anch’esso alle prese con le difficoltà del debutto stagionale – questo era da mettere in conto, fatta eccezione per un Heim più pronto fisicamente e che ha trovato la sua naturale collocazione tra Kneubuehler e Bürgler. La famigliarità ha permesso al trio di avere subito l’impatto della passata stagione, tant’è che è stata proprio quella linea a trovare il primo cambio pericoloso in zona offensiva che ha poi dato il là ad un buon primo periodo.
La conferma più importante è però arrivata una volta di più sul piano del carattere. La squadra ha cercato di contrastare i Lions evitando il più possibile errori di posizionamento difensivo, mostrando un certo rispetto ma mai il timore dell’avversario. Ma soprattutto l’Ambrì non ha mai smesso di crederci, nemmeno quando si è ritrovato sotto di due reti e con un boxplay di 5 minuti da affrontare nel terzo periodo.
La situazione è nata da un intervento di Eggenberger ai danni di Trutmann ad un metro dalla balaustra, che giustamente è stato punito con una doccia anticipata. Va però anche sottolineato un episodio simile avvenuto in precedenza alle spese di Kneubuehler, che avrebbe a sua volta meritato un intervento arbitrale.
Gli unici errori della serata gli ZSC Lions li hanno commessi nel finale, prima affrontando quel powerplay quasi con l’intenzione di far semplicemente passare i minuti, e poi con la clamorosa liberazione del terzo mancata da Balcers quando l’Ambrì si era rifatto sotto di una rete ed al termine mancavano una decina di secondi.
In quelle fasi è salito in cattedra Spacek, che ha giocato nuovamente una partita eccezionale e nel giro di un paio di minuti ha trovato due slapshot – arma praticamente mai usata lo scorso anno – che hanno fatto esplodere la Gottardo Arena. Sulla rete a quattro secondi dal termine si è inoltre visto finalmente esultare l’attaccante ceco, che praticamente per la prima volta si è lasciato andare ad un sorriso dopo aver trovato il gol.
Non pago, il centro ha poi imbastito l’assist perfetto che ha permesso a Heed di infilare addirittura il gol della vittoria, valso due punti forse generosi considerando il gioco espresso dalle due squadre sull’arco della serata, ma sicuramente meritati per la capacità dell’Ambrì di dare battaglia in una partita di un livello così alto.
La prima uscita del “nuovo Ambrì” è insomma terminata con un messaggio importante a livello di compattezza, mentre per tutto il resto si potrà attendere di lavorare con più calma la prossima settimana. È facile immaginare che per la partita di Ginevra si lascerà a riposo Formenton – già reduce dal viaggio per arrivare in Ticino – e tra i pali tornerà Juvonen, ma bisognerà poi ragionare a medio termine su come gestire la profondità della rosa.
In sovrannumero c’erano infatti elementi come Brüschweiler, De Luca, Landry, Hofer e Zündel, oltre ad un Douay relegato a 13esimo attaccante (3 minuti di ghiaccio per lui) ma che oggettivamente aveva fatto bene sin qui in quarta linea. Le difficoltà di Eggenberger – che potrebbe anche incorrere in una squalifica – Grassi, oppure la condizione ancora da riprendere da parte di Zwerger metteranno lo staff nella posizione di dover fare delle scelte complicate, e per chi tra i giovani non avrà spazio si potrebbe anche pensare ad un prestito.
Ad Ambrì non mancano insomma gli spunti di discussione, ma con il filo conduttore di una squadra che ha delineato un’identità ben precisa, e che anche andando avanti con qualche arma in più non dovrà cambiare la sua natura. Quei pazzi ultimi minuti di sabato sera, e la capacità di reggere l’urto degli ZSC Lions, lasciano intendere che il pericolo possa essere scongiurato.
IL PROTAGONISTA
Michael Spacek: In una prima parte di stagione in cui sono diverse le individualità a meritare degli elogi in casa leventinese, Spacek è stato semplicemente il giocatore più forte e spettacolare, e questa è una conferma di ciò che già sapevamo. Anche prima di quelle giocate decisive nel finale era stato il migliore in pista, grazie ad una tecnica che gli permette di affrontare a viso aperto anche i Lions. Serata opaca agli ingaggi, ma per il resto eccezionale.
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