AMBRÌ – LUGANO
2-1
(0-1, 1-0, 0-0; 1-0)
Reti: 19’34 Thürkauf (Carr, Andersson) 0-1, 26’30 Zwerger (Spacek, Lilja) 1-1, 64’12 Spacek (Lilja, Virtanen) 2-1
Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Borga, Stolc; Schlegel, Cattaneo
Penalità: Ambrì 3×2, Lugano 6×2 + 1×20
Assenti Ambrì: Isacco Dotti, Benjamin Conz (infortunati), Kilian Zündel, Nando Eggenberger (sovrannumero), Alex Formenton (congedo)
Assenti Lugano: Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Markus Granlund, Stephane Patry, Niklas Schlegel, Giovanni Morini (infortunati), John Quenneville, Arno Snellman, Mario Kempe (sovrannumero)
AMBRÌ – È giusto così, vien da dire. Il punto aggiuntivo guadagnato dall’Ambrì Piotta nell’overtime del quarto ed ultimo derby di questa regular season premia quindi i biancoblù per quanto fatto più del Lugano soprattutto a partire dal secondo periodo.
Anche la suddivisione dei punti, con un piccolo colpettino alla classifica da parte del Lugano che non fa mai male (e sappiamo quanto contino certi punticini alla resa dei conti) è da ritenersi giusta, perché comunque anche i bianconeri il loro l’hanno fatto, dedicandosi però di più alla fase difensiva a partire dal pareggio biancoblù.
Ormai senza Formenton, Luca Cereda ha comunque potuto contare sul rientro di Kostner e Zwerger, schierando di nuovo Juvonen in porta, mentre Luca Gianinazzi sull’altro fronte ha messo in pista l’ennesima formazione inedita, orfana di Schlegel e Morini dopo i recenti infortuni.
Con Koskinen in porta il Lugano è comunque sembrato abbastanza a suo agio fin dai primi minuti, difendendo bene i propri spazi e impedendo ai padroni di casa di penetrare in profondità dalle parti del portiere finlandese. Questo grazie al forecheck molto intenso e alla capacità di tutti i giocatori di portarsi subito in un “mood” di prudenza e sostanza, con la rete di Thürkauf nata proprio da un grande block-shot di Fazzini.
L’Ambrì Piotta ha faticato a prendere immediatamente le misure del gioco bianconero, apparso voluminoso e denso soprattutto sulle due linee blu, e si è dovuto attendere il secondo power play in entrata di periodo centrale per vedere la squadra di casa cambiare marcia. Non solo in quella situazione è arrivato il gol del pareggio da parte di Zwerger, ma complice anche una terza penalità fischiata ai bianconeri, il momentum è passato dalla parte dei leventinesi. Koskinen ha avuto più da fare, l’Ambrì ha scardinato meglio la barriera in zona neutra e quindi anche il Lugano si è visto costretto ad aprirsi di più.
Proprio in quei momenti oltretutto è arrivata l’ingenuità di Koskinen – portiere notoriamente focoso, ma vista la situazione sarebbe bene evitare certe sciocchezze – che ha rotto volontariamente il bastone di Zwerger per reagire a una mischia e a qualche colpo, costringendo quindi Gianinazzi a inserire per la seconda partita consecutiva Fatton a partita in corso.
Ed entrambe le squadre nell’immediato hanno cambiato le loro coordinate in funzione di questo cambio, l’Ambrì Piotta ha cercato subito di mettere pressione sul portiere appena entrato tirando in maniera più immediata rispetto a prima, mentre i bianconeri sono tornati a difendere lo slot e il loro terzo in maniera più aggressiva, abbassando il ritmo di gioco.
La partita è quindi tornata più difensiva, sempre molto intensa e combattuta, ma dopo un periodo in cui si sono visti più ribaltamenti di fronte le squadre sono tornate sul ghiaccio più prudenti, affidandosi in qualche occasione ancora alle parate di un ottimo Juvonen e di un Fatton decisamente più sul pezzo rispetto all’esordio stagionale di martedì sera.
Per l’Ambrì Piotta l’unico rammarico può essere rappresentato da quel lungo power play a cavallo della terza sirena non sfruttato per incamerare tre punti, ma questa vittoria torna a difendere il decimo posto dei leventinesi dall’assalto del Langnau.
Non è girato tutto bene da parte biancoblù, soprattutto sul piano dell’esecuzione e della continuità di gioco, ma a questo punto della stagione e nella situazione attuale di Pestoni e compagni i punti contano più di ogni cosa, e per Cereda è molto importante vedere la crescita di elementi come Spacek e Dauphin, soprattutto con il canadese decisamente più brillante e attivo.
Sul fronte Lugano il punticino è una magra consolazione, ma i bianconeri non hanno fatto abbastanza per far pendere la partita dalla propria parte con decisione, non riuscendo se non per brevi momenti a prendere in mano il controllo del gioco, mettendosi in una situazione non ideale per lo stile della squadra di Gianinazzi.
Non hanno convinto nemmeno i nuovi cambiamenti alla formazione, lasciando la squadra un po’ monca sul piano del gioco offensivo, anche se nella fase di contenimento Andersson e compagni non hanno fatto un brutto lavoro. Sul piano estetico non è stato un derby da spellarsi le mani, ma ha mostrato due squadre che, seppure alle prese ognuna con i suoi crucci, hanno dimostrato di voler sempre lottare su ogni disco. E questo è ciò che più conterà quando i giochi si faranno veramente seri.
IL PROTAGONISTA
Laurent Dauphin: Nelle ultime partite aveva pagato una certa mancanza di determinazione, e le sue migliori qualità erano venute meno. Nel derby, ancora schierato all’ala, il canadese è tornato ad essere quel giocatore non spettacolare ma sempre attivo in ogni situazione, recuperando e pulendo molti dischi da smistare ai compagni e facendo valere anche l’intenso gioco fisico messo sul ghiaccio a ogni cambio. È di questo giocatore che l’Ambrì non può fare a meno.
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