AMBRÌ – ZUGO
3-7
(1-2, 2-2, 0-3)
Reti: 6’40 Bürgler (Spacek, Zwerger) 1-0, 10’42 Cehlarik (Klingberg) 1-1, 11’48 Kovar (Kreis, Herzog) 1-2, 22’06 Spacek (Bürgler, Heed) 2-2, 26’13 Burren (Shore, McMillan) 3-2, 27’08 Simion (Kovar, Djoos) 3-3, 30’34 Simion (Kovar, Hofmann) 3-4, 51’39 Kovar (Simion, Hofmann) 3-5, 56’10 Klingberg (O’Neill, Hansson) 3-6, 56’40 Geisser (Djoos, Kovar) 3-7
Note: Gottardo Arena, 6’652 spettatori
Arbitri: Wiegand, Ströbel; Obwegeser, Urfer
Penalità: Ambrì Piotta 7×2′, Zugo 3×2′
Assenti: Janne Juvonen, Kilian Zündel (sovrannumero), Zaccheo Dotti (ammalato), Tobias Fohrler, André Heim, Rocco Pezzullo, Stefan Müller (infortunati)
AMBRÌ – In Leventina probabilmente non si vede l’ora che arrivi la pausa, perché l’impressione è che questo Ambrì Piotta abbia bisogno di mettere il punto sulla prima fase di stagione e staccare un po’, anche e soprattutto mentalmente.
E questo non tanto per lo stop di venerdì contro lo Zugo – diventata sin troppo ampia nel finale per quanto visto sul ghiaccio – ma piuttosto perché una serie di nove sconfitte in dieci partite porta inevitabilmente a tanta frustrazione e ad avere diversi dubbi, sentimenti che sono difficili da scacciare con un calendario intenso e dei risultati negativi che arrivano un po’ sempre per gli stessi motivi.
Ne è stato testimone nel dopo partita Dario Bürgler, che interrogato sulla sfida ha ripetuto testualmente le stesse parole che gli avevamo già sentito pronunciare qualche giorno fa, ovvero che l’Ambrì continua a trovare il modo di farsi male da solo. Quello biancoblù è insomma un gruppo che fatica nell’avere un piglio deciso sulle partite, e che viene paradossalmente tradito dalla sua voglia di fare bene ritrovandosi a subire eccessivamente gli eventi quando questi prendono una brutta piega.
La prova fornita contro lo Zugo non è invero stata particolarmente negativa, ed anzi per agonismo ed intensità ha vissuto un picco importante nel periodo centrale, che ha permesso ai leventinesi di ribaltare il risultato grazie alle segnature di Spacek e Burren. Il match in quella fase si è fatto appassionante, ma è stato anche caratterizzato da alcune decisioni arbitrali che hanno innervosito l’intero ambiente e creato un clima che l’Ambrì ha finito per pagare. Questo non tanto per non aver usufruito di eventuali powerplay, ma piuttosto perché se in un contesto di tale tensione si finisce per incassare delle reti avversarie, ecco che mentalmente queste sono più dure da digerire.
Ed è ciò che è successo. Nel giro di qualche minuto Simion ha bruciato Isacco Dotti per il provvisorio 3-3, ed ha poi approfittato di una penalità per cambio scorretto (nel terzo tempo se ne verificherà un’altra) per infilare il game winning goal, ridimensionando il grande sforzo in termini di gioco fatto dai leventinesi nei minuti immediatamente precedenti.
Con una rete di svantaggio ed un tempo ancora da giocare la partita era comunque ancora apertissima, ma nel terzo periodo l’Ambrì – pur provandoci e costruendosi anche qualche buona occasione – non ha più ritrovato la stessa foga e convinzione. La quinta rete firmata da Kovar ha così mandato definitivamente agli archivi la partita, che ha poi visto altre due segnature ospiti nel finale per un punteggio troppo severo ma giusto nella sua sostanza.
Lo Zugo ha infatti meritato di vincere nonostante non abbia giocato una partita trascendentale, ma è stato anzi essenziale nel suo gioco e si è fatto trovare pronto nei momenti chiave della partita. L’Ambrì in questo è invece poco incisivo, ed anche se il powerplay si è finalmente sbloccato – poco importa se in maniera fortunata, un gol rimane un gol – la prestazione è stata ancora troppo discontinua e minata da alcuni errori individuali che hanno compromesso le cose.
L’assenza di Heim è indubbiamente pesantissima ed ha costretto Cereda a spostare Spacek tra Kneubuehler e Bürgler, e se questo permette alla linea di tornare a funzionare, dalle altre si è visto sicuramente troppo poco. Shore ha fornito un bell’assist a Burren ed ha vinto parecchi ingaggi, ma il suo impatto rimane deludente perché non è un giocatore che sinora ha saputo trascinare i compagni. Un discorso simile vale per Chlapik, che ha evidentemente delle qualità importanti ma mai trascinanti, e nemmeno Pestoni ha potuto produrre molto nella linea da “déjà vu” con Zwerger e Grassi al centro. Il blocco ha chiuso la serata con un -3 ed appena tre tiri all’attivo.
Anche in questo senso la pausa sarà benvenuta. I continui cambiamenti di linee e le difficoltà che si aggiungono in seguito all’infortunio di Heim impongono all’Ambrì di fare un passo indietro e rimettersi alla lavagna, per trovare delle combinazioni che convincano in primis lo staff tecnico e che possano essere portate avanti con continuità, pur ricordando che anche la variante del portiere straniero rende necessario pensare a scenari diversi.
Vale anche la pena notare che nell’ultimo difficile periodo l’Ambrì Piotta – così come tutte le altre squadre, ovvio – ha dovuto disputare 14 partite in 35 giorni, con i pochi allenamenti intervallati anche da giorni di riposo e probabilmente incentrati sugli imminenti impegni. C’è dunque stato ben poco tempo per lavorare su sé stessi, e nella pausa lo staff dovrà anche fare a meno di Pestoni, Spacek e Chlapik impegnati in Nazionale.
Prima di pensare a tutto questo rimane però da affrontare un’ultima partita, la trasferta di sabato a Rapperswil che sicuramente non sarà semplice. Inutile dirlo, una vittoria sarebbe importantissima per vivere la pausa con un gusto diverso.
IL PROTAGONISTA
Dario Simion: Era da diverse partite che non riusciva a trovare il gol, e nelle precedenti sfide 11 sfide aveva ottenuto appena una rete, una miseria per lui che dallo slot sa sempre essere micidiale. Le sensazioni migliori il ticinese le ha però ritrovate alla Gottardo Arena, con una decisiva doppietta a cui ha aggiunto anche un assist nella spettacolare azione che ha portato al gol di Kovar. Il primo blocco dello Zugo è sulla carta tra i più forti della lega, e chissà che non stia ritrovando il giusto smalto.
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