FRIBORGO – AMBRÌ
4-2
(1-0, 3-1, 0-1)
Reti: 9’19 Stalberg (Desharnais) 1-0, 26’49 Flynn (Nättinen) 1-1, 31’08 Desharnais (Stalberg) 2-1, 33’22 Mottet 3-1, 37’18 Jörg (Marchon) 37’18 4-1, 51’53 Novotny (Horansky, Flynn) 4-2
Note: BCF Arena, 1 spettatore. Arbitri Salonen, Fluri; Stuber, Stalder
Penalità: Friborgo 4×2′, Ambrì 4×2′
Assenti: Patrick Incir, Isacco Dotti, Elias Bianchi, Marco Müller, Matt D’Agostini (infortunati), Benjamin Conz, Dario Rohrbach, Christian Pinana (quarantena)
FRIBORGO – Dopo una pausa di due settimane ed un periodo in cui gli allenamenti sono stati fortemente limitati dalla quarantena, era facile immaginare che l’Ambrì Piotta avrebbe pagato dazio a livello di ritmo in casa del Friborgo, e così è stato.
La squadra di Luca Cereda ha infatti cercato di scrollarsi di dosso quella ruggine che si accumula quando passa così tanto tempo tra una partita e l’altra ma, unendo il tutto alle parecchie assenze, ne è uscita una prova in cui ai leventinesi è mancata la capacità di alzare il proprio ritmo e trovare con costanza la necessaria efficacia in forecheck.
Gambe e velocità di pensiero del Friborgo hanno infatti battuto con distacco la volontà degli ospiti, che non si sono mai arresi ma hanno dovuto fare i conti con un avversario tecnicamente superiore e che in termini di gioco ha concesso raramente il controllo delle operazioni.
Le cose sarebbero forse potute andare meglio se l’Ambrì Piotta fosse riuscito ad ottenere di più da quelle circostanze in cui il momentum è volto a suo favore, come ad esempio i due powerplay consecutivi nel primo tempo – che hanno portato anche ad una breve doppia superiorità – oppure gli attimi successivi al pareggio di Flynn con l’ingenua penalità di DiDomenico.
Stavolta però il powerplay leventinese è rimasto a secco, e al di fuori di queste opportunità Nättinen e compagni non sono riusciti a rendere particolarmente impegnativa la serata di Berra. Questa volta nemmeno lo sniper finlandese è riuscito a segnare – anche se sull’arco di 60 minuti non ha avuto molte opportunità di lasciar partire il suo tiro al volo – mentre il compagno Zwerger ha vissuto una serata poco ispirata, con un po’ troppa leggerezza su alcune giocate ed il disco gestito malamente sulla blu offensiva in occasione del gol d’apertura di Stalberg.
Proprio lo svedese in combutta con Desharnais ha rappresentato il pericolo peggiore – e più costante – per la retroguardia leventinese, che nel periodo centrale ha pagato la propria staticità con le reti firmate proprio dal canadese e da Mottet, che hanno di fatto chiuso la contesa.
Il quarto punto di Jörg al 37’18 ha poi chiuso ogni discussione e reso vano il 4-2 di Novotny, anche lui come Flynn alla prima rete stagionale. Con poca “benzina” nelle gambe l’Ambrì non è infatti mai riuscito a dare vero ritmo alla propria manovra, rendendo oltremodo difficoltose la fase di costruzione in un match che non si è mai rivelato particolarmente intenso, ma in cui il Friborgo ha saputo sempre gestire meglio il puck puntando su una superiore velocità d’esecuzione.
Nulla di cui essere troppo sorpresi, alla luce della lunga e complicata pausa di due settimane, e ricordando l’assenza di elementi importanti come D’Agostini e Müller.
Questa è però una stagione in cui si dovranno fare i conti con più intemperie rispetto al solito, con bruschi stop e “terremoti” di calendario con cui si dovrà in qualche modo scendere a patti. I giri del motore dovranno insomma salire velocemente – c’è comunque chi, come Fohrler, si è già dimostrato “in palla” – sfida che si aggiungerà a quella di ritrovare i giusti equilibri visto l’infortunio di ingranaggi centrali della macchina biancoblù.
IL PROTAGONISTA
David Desharnais: Il piccolo canadese si è confermato difficilmente contenibile e, nonostante abbia mancato due grandi opportunità per chiudere definitivamente la sfida, ha confezionato per Stalberg il gol d’apertura e segnato in prima persona il 2-1.
L’ex giocatore di Canadiens, Oilers e Rangers ha dettato i ritmi e dosato il gioco del Friborgo grazie alla precisione delle sue mani, e per i biancoblù è stato difficile arginare le giocate di una prima linea locale che ha fatto la differenza.