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Ambrì Piotta

L’Ambrì Piotta è beffato ai rigori da un Lugano in affanno

LUGANO – AMBRÌ

3-2

(0-0, 1-1, 1-1; 1-0)

Reti: 29’57 Sannitz (Bertaggia, Hofmann) 1-0, 30’17 Bastl (Hall, Lauper) 1-1, 44’33 Lauper (Bastl) 1-2, 56’03 Stapleton (Pettersson, Klasen) 2-2

Rigori: Hall, Martensson, Pestoni, Pettersson, Brunner

Note: Resega, 7’800 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Vinnerborg, Wehrli; Borga, Fluri
Penalità: Lugano 3×2′, Ambrì Piotta 6×2′

LUGANO – Non c’è proprio tregua, nemmeno alla ripresa per chi ha fatto la pausa natalizia o per chi ha giocato la Spengler, e ci si ritrova a giocare due derby consecutivi in meno di 24 ore. Il primo, alla Resega, se l’è aggiudicato il Lugano, al termine di una sfida vibrante per equilibrio e discretamente intensa dal lato fisico, ma alquanto povera su quello tecnico-tattico.

Tornato Filppula in tribuna, Shedden ha riproposto il line up “quasi tipo”, nel senso che Dal Pian è tornato da Olten per prendere il posto di Romanenghi, e Ulmer fuori per l’infortunio patito a Davos. Dal canto suo anche Kossmann ha potuto mettere in pista la miglior formazione possibile, pur con Emmerton e Giroux di ritorno dalla Coppa Spengler.

Ci si chiede sempre se il torneo grigionese faccia più bene a chi lo giochi o a chi lo evita, alla ripresa del campionato, ma alla fine sono sempre discorsi relativi, che trovano risposte non solo sul lato fisico, ma anche su quello prettamente mentale e tecnico. L’unica cosa su cui quasi tutti concordavano era che il Lugano avrebbe dovuto approfittare del primo tempo, nel quale si sarebbe trovato con un ritmo maggiore nelle gambe sulla scia della Spengler e l’Ambrì avrebbe dovuto fare qualche pattinata in più a causa del rodaggio post pausa natalizia.

In effetti il Lugano ha giocato un buon primo periodo, supportato da un buon pattinaggio e confidenza negli schemi, mentre i biancoblù ci hanno  messo qualche minuto di più a ingranare. La squadra di Kossmann ha operato un buon filtro a centro pista, spesso le azioni in velocità del Lugano venivano interrotte, ma dall’altro lato, Pestoni e compagni non sono riusciti a dare più peso alla manovra offensiva. Fino a metà partita si sono mescolate le due situazioni diverse delle squadre e ne è nata una partita un po’ scialba, dai ritmi bassi e con poche occasioni, dove nessuna delle contendenti riusciva a prendere il controllo della partita, in un contesto disordinato e impreciso.

La rete di Sannitz – preceduta da un incredibile salvataggio sulla linea dello stesso numero 38 – ha leggermente aperto i rubinetti della sfida, che perlomeno è tornata ad essere un po’ più intensa. Il meritato e immediato pareggio di Bastl ha infatti caricato l’Ambrì, che ha capito le debolezze del Lugano, ossia il fiato che cominciava a venir meno.

L’errore però dei biancoblù è stato quello di smettere di pattinare con intensità anche dopo il gol di Lauper nel terzo tempo, permettendo al Lugano di rimanere in partita e di evitare la rete che sarebbe potuta essere del KO. Merzlikins e compagni si sono salvati più volte prima di riuscire a riprendere ritmo per lo sforzo finale, e il pareggio di Stapleton in extremis sapeva molto di occasione sprecata per i leventinesi.

Passato l’overtime e perso ai rigori, il derby dell’Ambrì Piotta sa di amaro, perché era evidente che con più coraggio e determinazione, i leventinesi potevano portarlo a casa nel terzo tempo, nel momento di maggior difficoltà dei bianconeri, apparsi sulle ginocchia e senza la lucidità necessaria.

Al Lugano questi due punti devono andare bene, per come si stava mettendo la partita, in fondo la squadra di Shedden non sembrava in grado di dare di più a questa sfida, nonostante avrebbe potuto approfittare meglio del primo tempo e dei power play, girati di nuovo a singhiozzo.

Molti uomini in evidente affanno, su tutti gli svedesi e i veterani Hirschi e Vauclair, forse per la sfida della Valascia ci sarà da attendersi un cambiamento con l’inserimento di Filppula. L’Ambrì ha giocato una partita confortante dal lato del gioco, ma ha peccato di continuità e furbizia, non affondando la lama del coltello quando il Lugano non sembrava in grado di rialzarsi, come dire che Kossmann dovrà distribuire un po’ di sana cattiveria ai suoi ragazzi.

fattore2

I COLPI NON AFFONDATI: Quando l’Ambrì è andato in vantaggio con Lauper ha visto il Lugano abbassare il baricentro per un bel po’ di minuti, con Klasen e compagni in difficoltà anche solo nell’uscita dal terzo.

In quel momento Kossmann avrebbe potuto – o dovuto – alzare il ritmo delle operazioni e far sì che i suoi ragazzi affondassero il colpo decisivo che avrebbe mandato al tappeto il Lugano. Invece a spingere il coltello è stato Shedden, salvato dai suoi sniper nella lotteria dei rigori.


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