LUGANO – AMBRÌ
3-4
(0-1, 1-2, 2-0; 0-1)
Reti: 11’14 Flynn (Fischer, D’Agostini) 0-1, 26’58 Goi (Bianchi, Plastino) 0-2, 36’38 Müller 0-3, 37’01 Bürgler (Bertaggia, Riva) 1-3, 45’15 Haussener (Loeffel, Suri) 2-3, 59’24 Riva (Fazzini, Klasen) 3-3
Rigori: Flynn, Lammer, D’Agostini, Müller, Zwerger
Note: Corner Arena, 7’200 spettatori. Arbitri Stricker, Urban; Kaderli, Gnemmi
Penalità: Lugano 3×2′, Ambrì 5×2′
LUGANO – C’è una legge non scritta a proposito dei derby tra Lugano e Ambrì Piotta che ormai dopo oltre 200 sfide cantonali dovrebbe essere chiara a tutti: il derby è imprevedibile.
Lo è per pronostico da zero, lo è anche spesso e volentieri nel suo svolgersi. E allora capita che un Ambrì Piotta reduce da tre sconfitte consecutive ribalti i favori della vigilia contro un Lugano che veniva invece da tre vittorie, di cui un paio anche di un certo livello per qualità del gioco espresso.
I leventinesi lo hanno fatto semplicemente alla loro maniera, quella che Luca Cereda ha sempre detto di non mollare ad ogni costo, quella del mettere in pista una disperazione tale quasi ne andasse della salvezza a ogni partita di ogni settimana.
E allora rimane anche un po’ di rammarico pur avendo espugnato la Cornèr Arena ai rigori, perché se due punti sono ossigeno puro per la squadra biancoblù, un terzo sembra un po’ gettato via dopo aver condotto per 3-0 a un certo punto dell’incontro e per aver messo sotto il Lugano per almeno metà partita.
Il Lugano, quello bello, propositivo, compatto e deciso non lo si è visto fino ai minuti finali, quelli suggellati dalla rete di Riva trovatosi chissà come in pieno slot al 59’24, quando ovvero i ragazzi di Kapanen sono stati costretti dalle corde alle loro spalle a giocarsi il tutto per tutto senza Zurkirchen e con un uomo di movimento in più.
Prima di quei frangenti i bianconeri hanno sofferto le pene dell’inferno sul forecheck asfissiante dei loro avversari, scesi sul ghiaccio con una voglia di rivalsa enorme per uscire da un periodo difficile, capaci di farlo per almeno 50 minuti, ossia finché testa e fiato hanno tenuto, anche in un overtime dove il Lugano ha sfiorato la rete più volte tenendoli un paio di minuti a girare nel terzo.
Se l’Ambrì la sua partita l’ha fatta e l’ha fatta bene, visto il contesto e il periodo, giocando da Ambrì vero un derby che mai avrebbe voluto perdere, il Lugano da par suo ha messo in pista una prestazione molle e confusa per quei primi due tempi.
Nel fitto ed equilibrato massimo campionato svizzero è difficile mantenere alta l’asticella per più partite consecutive, ci sta che il Lugano sia passato da una prestazione “no”, ma certamente ci si aspettava perlomeno che il primo derby alla Cornèr Arena della stagione alzasse la tensione tra le fila bianconere.
In fondo alla fine è sembrato di vedere un po’ il vecchio Lugano, quello che esce alla distanza nei momenti difficili e che riesce a rimediare (non sempre completamente) quando è con le spalle al muro.
Per quella rimonta finale il Lugano ha i meriti di averci creduto fino in fondo e di aver perlomeno alzato il livello quando occorreva finalmente farlo, soprattutto per quel che riguardava l’intensità del pattinaggio.
Sull’altro fronte l’Ambrì può senz’altro recriminare per non essere riuscito a tenere quel ghiotto vantaggio trovato con efficienza e tanto bel lavoro, ma riuscire a strappare comunque i due punti dalle mani del Lugano rimane un’ottima operazione.
I bianconeri sono sembrati a corto di lucidità, soprattutto mentale, e hanno pattinato poco e male, soprattutto quando si trattava di gestire la zona neutra, con la conseguenza che il gioco della squadra ne ha risentito sul fronte delle azioni offensive, veramente poche quelle costruite bene e limpide.
Sui due lati della contesa entrambe le squadre possono comunque trovare punti positivi, il Lugano esce un po’ rinfrancato grazie alla rimonta e al punticino guadagnato (che qualcosa muove sempre), a patto di ritrovare al più presto freschezza e determinazione. Sull’altro fronte invece l’Ambrì Piotta può di nuovo festeggiare la vittoria, per di più in un derby in trasferta. E non è poco.
IL PROTAGONISTA
Marco Müller: Il numero 13 dell’Ambrì Piotta sta tornando ai livelli che ci aveva abituato la scorsa stagione, giocando un derby di grande qualità e sostanza.
Sempre primo nello spingere con il forecheck, ha portato spesso all’errore il Lugano, potendo poi costruire alcune ottime occasioni da rete e trovando lo 0-3 dopo aver gestito alla grande il suo quintetto di power play, gol che ha garantito il primo punto dei biancoblù.
Il centro leventinese si è poi ripetuto realizzando il terzo rigore per i suoi nella vincente serie di shootout.
GALLERIA FOTOGRAFICA
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)