RAPPERSWIL – AMBRÌ
4-1
(0-1, 3-0, 1-0)
Reti: 13’48 Trisconi (Hietanen) 0-1, 24’40 Djuse (Zangger, Mitchell) 1-1, 35’35 Wick (Dünner) 2-1, 38’18 Vouardoux (Cervenka) 3-1, 59’10 Wetter (Djuse) 4-1
Note: SGK Arena, 4’013 spettatori
Arbitri: Borga, Mollard; Obwegeser, Stalder
Penalità: Rapperswil 3×2′, Ambrì 4×2′
Assenti: Brandon McMillan, Giacomo Dal Pian, Michael Fora, Rocco Pezzullo (infortunati), Joel Neuenschwander (Ticino Rockets), Daniele Grassi (squalificato)
RAPPERSWIL – Non è stata una serata facile quella vissuta dall’Ambrì Piotta, che contro un lanciatissimo Rapperswil non è riuscito a portare sul ghiaccio quella solidità necessaria per mantenere gli equilibri contro una formazione come quella sangallese, che porta sul ghiaccio un mix di esuberanza e doti tecniche – specialmente degli stranieri, con Cervenka nuovamente strepitoso – che i leventinesi non hanno saputo arginare.
Il famoso concetto di “togliere tempo e spazio agli avversari” stavolta è venuto meno a partire dal periodo centrale, quello in cui la squadra di Hedlund ha sfruttato lo slancio di un powerplay iniziale per continuare a mettere pressione su Ciaccio, mentre l’Ambrì si è un po’ perso dopo un primo tempo promettente e chiuso in vantaggio grazie alla rete di Trisconi.
Dagli equilibri della prima frazione si è infatti passati ad un incontro meno lineare e strutturato, con alcune fasi anche piuttosto confuse ed un Rapperswil che in generale si è fatto preferire, anche se i biancoblù con frequenza più o meno regolare qualche chance interessante sul proprio bastone se la sono costruita.
E chissà che con un po’ più di freddezza le cose non potessero andare diversamente, ma i vari Pestoni, Kozun e Zwerger hanno fallito le loro opportunità a tu-per-tu con il bravo Nyffeler, tutti in momenti in cui una rete ospite sarebbe stata importante ed anche pesante da incassare per i Lakers.
Con una formazione rivista in seguito alla squalifica di Grassi e all’infortunio di Fora – sarà out per circa un mese e mezzo – e che ha permesso anche il debutto stagionale di Cajka, l’Ambrì con il passare del tempo ha iniziato a perdere troppi contrasti e a rifugiarsi con troppa frequenza nelle liberazioni vietate.
Questa tendenza ha portato i biancoblù a sembrare un po’ in riserva, specialmente nel periodo centrale quando la panchina è lontana, e dopo il pareggio di Djuse (con Hietanen preso in controtempo) ed il successivo vantaggio di Wick (dopo liberazione mancata di Ciaccio) il match ha preso una direzione ben definita.
Peccato, perché proprio in quella fase Kozun e Zwerger hanno avuto l’opportunità di infilare il secondo gol, ed invece sono stati i Lakers a dare un’impronta decisa all’incontro trovando anche il 3-1 con Vouardoux. Sintomatico in quel caso lo svilupparsi degli eventi, con l’Ambrì a concedere troppi spazi ad un giocatore dalla visione eccezionale come Cervenka.
Le cose non sono cambiate molto nel terzo tempo, quando non si ha mai avuto l’impressione che i leventinesi avessero gli strumenti per mettere alle strette il Rappi e tentare un assalto alla porta di Nyffeler.
Le squadre si sono scambiate due pali – a Zangger ha risposto nel finale Pestoni – e Ciaccio si è anche superato su un tiro a botta sicura di Cervenka, ma sul fronte offensivo l’Ambrì non ha mai trovato l’esecuzione necessaria per operare pressione con costanza.
Cereda nel finale ci ha comunque provato ed ha richiamato il portiere in panchina a 3’39 dal termine, mandando nella mischia anche Cajka ma senza che i suoi portassero particolari pericoli dalle parti di Nyffeler.
Ha insomma lavorato troppo poco questo Ambrì per riuscire a mettere i bastoni tra le ruote ad un lanciatissimo Rapperswil, e l’impressione è che per i leventinesi la pausa arrivi al momento giusto, pur senza dimenticare che sabato c’è in calendario un ultimo impegno prima di poter tirare il fiato. Si sta però evidenziando la necessità di ritrovare alcuni equilibri, e sicuramente una settimana di stop potrà essere utile per preparare la prossima fase di stagione.
IL PROTAGONISTA
Roman Cervenka: È quasi scontato fare il suo nome, e l’alternativa era rappresentata da un Sandro Zangger costantemente pericoloso e più volte alla conclusione in maniera insidiosa. Cervenka rimane però un vero artista sul ghiaccio, con puck smistati con grandissima precisione ed una visione del gioco da fuoriclasse. Quando l’Ambrì ha concesso troppi spazi lui ne ha subito approfittato, tenendo sempre sull’attenti gli avversari.