AMBRÌ – DAVOS
1-3
(1-0, 0-0, 0-3)
Reti: 00’38 Kneubuehler (Trisconi) 0-1, 50’43 Egli (Simic) 1-1, 53’57 Stransky (Rasmussen) 1-2, 58’42 Bromé 1-3
Note: Bellinzona, 1’148 spettatori. Arbitri Tscherrig, Stolc; Gnemmi, Altmann
Penalità: Ambrì 5×2′, Davos 4×2′
Assenti: Matt D’Agostini (infortunato), Petr Cajka, Jannik Fischer, Patrick Incir (sovrannumero)
BELLINZONA – Era soprattutto il ritmo l’elemento che l’Ambrì Piotta cercava nel suo ultimo impegno amichevole prima dell’inizio della stagione, ed in questo senso il test contro il Davos ha fornito delle indicazioni incoraggianti, anche se ai biancoblù in alcuni frangenti è mancata un po’ di lucidità nella gestione del puck ed in fase di finalizzazione.
In pista con un lineup che potrebbe già rispecchiare quello che vedremo venerdì all’Hallenstadion – e dunque sempre orfano di uno straniero – i leventinesi si sono espressi su buoni livelli soprattutto nella prima frazione, giocata con tanta energia nella gambe dopo che Kneubuehler aveva sbloccato il risultato dopo appena 38 secondi.
Il Davos di Wohlwend ha però risposto con le medesime armi e – pur annoverando le assenze dei vari Corvi, Ambühl, Marc Wieser oppure Nygren – ha dato a sua volta velocità al gioco, permettendo ad elementi come Stransky, Rasmussen ed il giovane Knak di mettersi in evidenza.
L’intensità dell’Ambrì Piotta è infatti calata nella frazione centrale, quando i pericoli portati dalle parti di Senn non sono stati molti, ed in questo senso i biancoblù saranno chiamati a trovare maggiore continuità sui 60 minuti per applicare il loro sistema con più efficacia.
Le cose sono comunque andate meglio nella terza frazione, giocata sostanzialmente alla pari ma in cui il Davos è riuscito a trovare il pareggio con Dominik Egli ad una decina di minuti dal termine. Una volta incassata la rete i leventinesi hanno forse perso un po’ di pazienza, e qualche minuto dopo una veloce ripartenza ha permesso a Stransky di infilare il gol decisivo.
Nel finale i biancoblù si sono poi costruiti un paio di buone opportunità – in particolare con Bürgler, spesso pericoloso ma non ancora concreto – cercando di fare leva su alcuni automatismi che pian piano sembrano svilupparsi.
Kozun ha dato buona velocità ad un primo blocco guidato da Regin e per ora completato da Kneubuehler, mentre in retrovia Hietanen sta mostrando sempre più personalità nel condurre il reparto e dettare i ritmi in fase di powerplay.
Positivo inoltre aver rivisto in pista Heim dopo l’infortunio che lo aveva fermato a Berna, ed in generale la sensazione è che la macchina leventinese stia iniziando a posizionare i vari ingranaggi nel posto giusto, ma avrà bisogno di ancora un po’ di tempo per alzare i giri del suo motore.
I segnali sono insomma incoraggianti, ma nel contempo l’Ambrì ha la consapevolezza di dover crescere sia in termini di gruppo che per efficacia individuale, con tanti giocatori che sinora hanno solo tratteggiato il contributo che è nelle loro corde. All’appello manca inoltre uno straniero, che dovrà andare a completare un lineup ancora in attesa di una pedina fondamentale.
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