AMBRÌ – ZSC LIONS
4-5
(2-2, 1-1, 1-1; 0-1)
Reti: 4’16 Monnet (Müller, Ngoy) 1-0, 10’37 Pettersson (Nilsson, Blindenbacher) 1-1, 12’40 Fora (Müller, Pinana) 2-1, 13’46 Pestoni (Wick, Shore) 2-2, 25’15 Geering (Künzle, Pelletier) 2-3, 29’14 Trisconi 3-3, 44’30 Zwerger (Taffe, Plastino) 4-3, 46’41 Nilsson (Marti, Karrer) 4-4, 63’09 Pettersson (Geering, Nilsson) 4-5
Note: Valascia, 5’102 spettatori. Arbitri Oggier, Wehrli; Küng, Obwegeser
Penalità: Ambrì 8×2′ + 1×20′ (D’Agostini), ZSC Lions 4×2′
AMBRÌ – Non è stato un Ambrì perfetto, ma quella di sabato è stata comunque una buonissima partita per i ragazzi di Cereda. Per venire a capo dei biancoblù gli ZSC Lions hanno infatti dovuto dare fondo ad ogni loro risorsa, tanto da giocare alcune fasi praticamente a due linee e poco più, e nel complesso non riuscendo mai a mettere davvero sotto la combattiva squadra di casa.
Anzi, l’unica fase in cui il generale equilibrio si è rotto in maniera marcata a favore di una delle due squadre ha visto protagonisti i leventinesi, che nel terzo tempo hanno spinto tanto quanto sarebbe potuto bastare per legittimare addirittura i tre punti, senza però trovare l’happy ending di una serata comunque positiva.
Il gol di Zwerger in powerplay – bravo a sfruttare lo spazio concessogli nello slot – ha fatto assaporare alla Valascia il dolce gusto della vittoria, diventato però immediatamente amaro quando Conz (prova complessivamente buona) ha concesso un gol evitabile a Nilsson, che lo ha battuto tra i gambali.
La rete dello svedese con licenza svizzera è stata la seconda di serata concessa dall’Ambrì pochi minuti dopo essere andato in vantaggio – è successo anche dopo il 2-1 di Fora – ed in questo senso c’è del rammarico per non essere riusciti a gestire meglio determinate situazioni.
La squadra di Cereda ha avuto il pregio di giocare la sua partita in crescendo e di finirla sfiorando davvero di un nulla il successo – Zwerger ha avuto sulla paletta un disco che valeva tre punti – ma si è anche resa protagonista di un’entrata in materia poco lucida. La partita i leventinesi l’hanno infatti probabilmente persa – o perlomeno hanno mancato l’occasione di lanciarla nella giusta maniera – nel primo tempo, quando alcune meccaniche sono risultate poco oliate ed i dischi persi in uscita dal terzo più numerosi del solito.
Il tiro va corretto anche dal punto di vista della disciplina, soprattutto quando di fronte c’è una squadra come lo Zurigo, che può vantare un tiratore micidiale come Pettersson. L’ex bianconero era letteralmente ovunque sul ghiaccio – a volte risultando anche pasticcione, ma mai domo – ed è riuscito a punire i biancoblù in due occasioni con il suo classico slapshot al volo, arma che ha usato anche per decidere la sfida all’overtime.
A risultare determinante in questo senso è stata una penalità fischiata a D’Agostini, decisione che il canadese ha contestato senza giri di parole, rimediando però a fine gara una penalità disciplinare di partita (che non dovrebbe impedirgli di scendere in pista domenica).
Indubbiamente peccato. Lo Zurigo ha però legittimato la sua vittoria tirando oltre il doppio rispetto ai biancoblù (20-42 il conteggio finale), anche se Wallson ha indubbiamente dovuto patire più di quello che avrebbe sperato. L’Ambrì ha comunque mantenuto anche sabato la promessa di lottare ad ogni cambio e, dopo un primo tempo un po’ titubante, è tornato a giocare basandosi sui propri punti di forza, strappando nuovamente gli applausi di una Valascia comunque soddisfatta anche se non proprio gremitissima.
Un po’ come successo nella partita casalinga contro il Davos, i biancoblù hanno pagato a caro prezzo alcune delle loro incertezze, sia che si trattasse di penalità evitabili – soprattutto quelle rimediate in fase offensiva – o fatali errori di valutazione, ad esempio quello di Plastino che ha permesso a Geering di andare in gol rientrando da una penalità.
Anche sabato l’Ambrì si è comunque dimostrato un gruppo compatto, con il potenziale per crescere ancora – si pensi a Guggisberg, utilizzato solo per 5 minuti ma che potrà diventare un’arma importante – ma in alcune circostanze ancora un po’ ingenuo. Il punto ottenuto rimane comunque prezioso, perchè in un match tanto equilibrato sarebbe potuta arrivare la posta piena così come una sconfitta nei 60 minuti.
IL PROTAGONISTA
Fredrik Pettersson: L’ex bianconero è stato una vera spina nel fianco per l’Ambrì Piotta, ed ogni volta che lo svedese era sul ghiaccio il pericolo era dietro l’angolo.
Pettersson ha portato come di suo consueto tanta energia ed iniziativa sul ghiaccio, risultando invero in alcune circostanze anche parecchio arruffone, ma tenerlo d’occhio per i biancoblù è stata un’impresa.
Autore di una doppietta e di ben otto tiri in porta, Wallson si è affidato a lui in ogni situazione, schierandolo più di tutti tra i suoi attaccanti (21 minuti). Scelta azzeccata, visto il risultato finale.
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