Con il campionato in pausa e con la scossa data dal cambio di allenatore, per l’Ambrì Piotta la settimana dedicata alla Nazionale rappresenta un’ottima opportunità per fare un profondo respiro, guardarsi alle spalle osservando quanto fatto sinora, e capire i correttivi da apportare per cercare di scollarsi dalle ultime posizioni della graduatoria.
I numeri come sempre non dicono tutto, ma rappresentano indubbiamente una buona partenza per cercare di capire i problemi di una squadra che, ad onor del vero, ha sfigurato in poche occasioni, ma che ha però raccolto meno di quanto seminato, tirandosi spesso e volentieri la proverbiale zappa sui piedi.
I biancoblù hanno infatti presentato il cronico problema di regalare reti e gettare punti al vento in seguito a clamorosi errori individuali, che la squadra ha cercato di “tamponare” con degli sforzi offensivi basati sul lavoro di squadra e l’unione dei giocatori mandati in pista.
Con le linee che sono però cambiate spesso ed alcuni uomini chiave che ci hanno impiegato più del previsto ad ingranare, è da considerare come incoraggiante il fatto di avere comunque il settimo miglior attacco del torneo (54 gol), risultato che viene però “bilanciato” dalla peggior difesa della NLA (66 gol, come il Langnau, ma con un match in più), questo nonostante le buone prestazioni di Zurkirchen.
I successi sul fronte offensivo sono da ricondurre principalmente al gioco in 5-contro-5, fase in cui l’Ambrì è addirittura terzo con un totale di 43 gol ottenuti, lo stesso numero degli ZSC Lions. Male è però andata la difesa a parità numerica, visto che in quel caso i biancoblù hanno la seconda peggior difesa con 43 reti subite (come il Lugano), dietro solo al Langnau (49).
Il discorso si fa critico quando si passa agli special teams. L’Ambrì Piotta è infatti riuscito a segnare solamente otto gol in powerplay (12.12% di efficacia), risultando la seconda peggior squadra della Lega dopo il Losanna (5). Peggio ancora ha fatto il boxplay, attualmente il peggiore in assoluto con 22 gol concessi in 19 incontri e con un “efficacia” solamente del 72.5%.
In questo senso c’è dunque da agire in fretta e in maniera importante, con il cambio di allenatore che potrà sicuramente fare bene ad una squadra che ci era fossilizzata sugli stessi schemi e le stesse logiche negli ultimi anni. I primi frutti si sono già visti, con Kossmann che ha imposto un powerplay maggiormente mobile ed un boxplay più aggressivo.
Per il resto l’Ambrì è in balia di varie contraddizioni, che rendono di difficile lettura il rendimento dei singoli. Come da anni non succedeva, finalmente in Valle è presente in squadra un difensore in grado di dare una grande carica agonistica e di portare un bottino importante di punti. Mäenpää ha chiuso questa prima fase da top scorer, con 17 punti e già cinque gol, con un bilancio personale che resta positivo (+2) ma che nasconde alcuni errori troppo grossolani.
Scontato ricordare il disco regalato a Stapleton nell’ultima uscita, ed in generale il finlandese ha bilanciato in maniera quasi matematica delle prestazioni strepitose con altre contraddistinte da una miriade di errori individuali che sicuramente non rendono onore alla sua fama e al suo ruolo in squadra. Errori prevalentemente dettati dalla mancanza di concentrazione, difetto questo che ha condizionato sin qui anche il campionato di Zgraggen – probabilmente il peggiore in retrovia – e Birbaum, che ha però dalla sua un bilancio di +6 che lascia sorpresi.
Chi di problemi a livello di concentrazione – oppure di adattamento – non ne ha avuti è invece stato Cory Emmerton. “Sbollottato” in diverse linee, la sua leadership e la sua produzione offensiva sono state una costante, ed il bottino di 15 punti ed un +10 complessivo ben testimoniano il suo impatto nel nostro campionato. L’ex Detroit cerca con frequenza la porta – 50 tiri per lui – ed è secondo solamente a Pestoni e Giroux in questo campo (rispettivamente 63 e 52).
Proprio questi ultimi hanno rappresentato un punto controverso di questo primo scorcio di campionato, anche se probabilmente la questione relativa alla loro mancanza di produzione è stata ingigantita più del dovuto. Entrambi hanno ottenuto sei reti, con Pestoni che è in linea con la produzione offensiva che ci si poteva attendere da lui (ha gli stessi punti di Emmerton), considerando anche l’infortunio che gli ha reso difficoltoso l’inizio di campionato. Il numero 18 è inoltre in una fase ascendente ed è andato a punti per otto partite consecutive.
Dopo aver ottenuto solo due gol nelle prime 13 partite, sta ritrovando il suo gioco anche Giroux, che ha ottenuto quattro centri nelle ultime sei uscite e che sabato contro il Bienne ha trovato sulla sua strada un Rytz fenomenale. Il canadese è inoltre apparso rinvigorito dall’arrivo di Kossmann, tanto da mostrare un pattinaggio ed uno spirito battagliero quasi inusuale.
Con Emmerton, Pestoni e Giroux che sono indirizzati verso i giusti binari, ed un Mäenpää che è comunque il difensore più produttivo della NLA, l’Ambrì ha dunque una buona base su cui costruire. A “puntellare” questa base sta inoltre arrivando sempre più spesso Monnet, anche lui in ripresa dopo un inizio di torneo anonimo, mentre ci si aspetta decisamente di più da Kamber, “bocciato” da Pelletier e che dovrà ora riscattarsi pienamente.
Chi sembra aver trovato la collocazione ideale è invece Adam Hall, che al centro di Pestoni e Giroux è la pedina ideale per completare il blocco in maniera complementare. I tanti ingaggi vinti, il backchecking che lo contraddistingue e la capacità di fare da screen al portiere avversario permette alle due ali di giocare con maggiore libertà, e nelle uscite più recenti i risultati si sono già visti.
Vi sono poi diversi elementi dal sicuro potenziale, tra chi lo ha già espresso – Lhotak e Fuchs su tutti – e chi può sicuramente dare di più, come il già citato Kamber (ancora in attesa di trovare il primo gol) oppure Lauper.
Sarà ora da constatare come Kossmann saprà avere un impatto sul mentale di alcuni giocatori – la fiducia in sé stessi rimane un elemento fondamentale – e se questo saprà bastare a sopperire alcuni limiti a livello di talento, soprattutto in difesa. Saranno inoltre da gestire – e, se possibile, tradurre in motivazione – le situazioni contrattuali in sospeso, con tanti giocatori che vedranno scadere il loro accordo al termine del campionato.
Dando per scontata – ma non ancora ufficializzata – la partenza di Pestoni e Chavaillaz, ci si dovrà chinare sui dossier di Birbaum, Mäenpää, Sidler, Trunz, Zgraggen, Bianchi, Giroux, Grassi e Monnet. Si tratta indubbiamente di un’arma a doppio taglio che andrà gestita, evitando di veder calare le prestazioni di chi non verrà trattenuto, e sfruttando invece l’eventualità di un possibile rinnovo per stimolare altri a dare quel qualcosa in più che fa la differenza.
Nonostante un inizio contraddistinto da diversi punti persi ingenuamente, da alcuni infortuni chiave – quello che ha frenato Pestoni, ma anche le assenze dei vari Duca, Chavaillaz e Hall – e da degli special teams assolutamente insufficienti, l’Ambrì ha avuto il pregio di saper restare a galla grazie ad una spiccata unità di squadra e ad una situazione generale che dà comunque segnali di miglioramento.
Probabilmente il cambio di allenatore sarà in grado di dare una spinta a questo processo, anche se spesso e volentieri l’effetto è pericolosamente provvisorio. I vari elementi cardine della squadra stanno tornando a fornire punti e garanzie, mentre ciò che va corretto è talmente evidente da poter addirittura diventare un vantaggio.
L’Ambrì sa infatti esattamente cosa andare a correggere, la sfida sarà ora farlo in tempo utile e riuscire nel contempo a trarre il meglio da ognuno. La semplicità, in questo senso, sarà la parola d’ordine.