RIVERA – Quella dell’Ambrì Piotta è un’organizzazione che sin dal termine dello spareggio contro il Langenthal si è posta l’obiettivo di ripartire dalle proprie fondamenta, ammettendo con molta onestà le debolezze del recente passato ed individuando nelle figure di Paolo Duca e Luca Cereda due uomini in grado di tornare a dare una precisa direzione al club.
Le importantissime basi per il lavoro che il “nuovo” club leventinese vuole portare avanti si stanno costruendo proprio in queste settimane e – anche se i tifosi tendono a seguire con più interesse ed apprensione le questioni relative a mercato e nuova pista – il messaggio principale che l’Ambrì Piotta vuole trasmettere si focalizza su un totale cambiamento di filosofia, che dovrà essere alla base di tutto.
Cereda e Duca sono accomunati dalla volontà di creare una squadra capace di giocare un hockey veloce, dinamico e aggressivo, ed in questo senso lunedì mattina sono stati illustrati diversi interessanti aspetti su cui si vuole impostare il lavoro di ricostruzione, sia guardando all’immediato – ovvero il periodo che ci separa dall’inizio del campionato – ma anche a medio e lungo termine.
1. La volontà era di cambiare completamente la preparazione estiva, così da tornare a lavorare con metodi specificamente orientati allo sport dell’hockey. In questo senso il club sta cercando un preparatore che possa occuparsi, oltre che della prima squadra, anche dell’intera piramide sportiva del club. Neuenschwander ha dato una mano importante in questa prima fase, ma continuerà a lavorare unicamente con i Rockets. L’intenzione è quella di introdurre un concetto nella preparazione fisica già dal settore giovanile, così da coltivare negli anni una filosofia e ottimizzare nel contempo le risorse.
2. La preparazione è strutturata su due cicli da tre settimane, il primo finito una decina di giorni fa. L’obiettivo è porre le basi per i tre fattori in cui lo staff crede fermamente: forza, velocità e resistenza specifica. Per quanto concerne la forza ogni giocatore ha un programma individuale, mentre la velocità la si tocca in allenamenti collettivi. La resistenza specifica è un concetto relativamente nuovo per l’Ambrì e lo si allena lavorando ad alta intensità a intervalli brevi.
3. Nonostante l’assenza di ghiaccio si sta già lavorando per interiorizzare alcuni principi tattici. L’Ambrì vuole togliere spazio e tempo all’avversario, fattori determinati da agonismo e disciplina, non dal talento. “La mentalità di non mollare mai e di saper giocare con veloci transizioni è uno degli elementi che vogliamo portare sul ghiaccio”, spiega Cereda.
4. Nello staff sportivo manca ancora la figura dell’assistente allenatore. Si sono incontrati quattro candidati, nei prossimi giorni sono previsti meeting con altri due, poi si prenderà una decisione.
5. Quella che si vuole andare a creare è una simbiosi tra staff tecnico e preparatore atletico, instaurando una collaborazione tra due “reparti” che in passato agivano in maniera troppo indipendente l’uno dall’altro. “Bisogna essere sulla stessa lunghezza d’onda, solo così quello che si fa lontano dal ghiaccio e in pista può avere un senso e una continuità”, ha spiegato Duca. Il preparatore atletico dovrà dunque essere bravo anche nell’individualizzare i programmi di allenamento e recupero, basandosi su elementi specifici come tipologia di giocatore, la sua età e il tempo che passa in pista durante le partite.
6. “I cambiamenti non si fanno dall’oggi al domani, per alterare o mettere a punto certi automatismi ci vogliono mesi di lavoro”, ha spiegato Cereda. “Ci sono giocatori che hanno passato la carriera facendo determinate cose e non è facile cambiare… Quando si è sotto pressione si tende ad aggrapparsi ai vecchi istinti”. Tutta la squadra ha però reagito bene alla metodologia diversa di lavoro, stringendo i denti. “Come allenatore devo continuare a battere il chiodo ogni giorno, con certi messaggi si crea continuità e si mantiene alta l’intensità”.
7. Il lavoro proseguirà ora con altre tre settimane di lavoro, per consolidare la base sviluppata. La squadra tornerà poi ufficialmente sul ghiaccio il 24 luglio – dopo una settimana preparatoria già in pista – e le prime settimane in pista prevedono di essere molto dure, per poi lasciare dei momenti di tre giorni di pausa ai giocatori, per staccare a livello fisico e mentale.
8. Tutta la squadra sta lavorando tranne gli infortunati Guggisberg, Monnet ed Ngoy, ancora in riabilitazione dopo la passata stagione. In particolare il primo è stato operato al ginocchio, ma nonostante il passato contraddistinto da difficoltà fisiche l’Ambrì conta sul suo rientro al 100% e sulla sua abilità di rappresentare un valore aggiunto.
9. Nel corso della prossima settimana si aggiungerà al gruppo anche Dominic Zwerger.
10. Sul fronte del mercato non si ha fretta: oltre ad essere prestanti dal punto di vista sportivo si vorrebbe ingaggiare degli stranieri con la giusta mentalità, carattere e leadership, anche pensando alla crescita dei giovani. Non è però semplice trovare sia il giocatore che la persona giusta. Idealmente, se arriverà un portiere svizzero, ci si orienterà su un pacchetto d’importazione composto da tre attaccanti e un difensore.
11. Pensando all’attrattività del club, l’Ambrì vuole tornare ad essere una realtà interessante per i giovani dimostrando che sull’arco di più anni un giocatore passato dalla Leventina è stato in grado di progredire. Dal punto di vista fisico questo può essere monitorato con dei test, e dei risultati positivi dopo alcune stagioni di lavoro rappresenterebbero sicuramente un ottimo biglietto da visita per il club.
12. “Se si vuole sopravvivere a medio-lungo termine bisogna andare in questa direzione”, ha commentato Duca. “Sono contento che un ragazzo come Zwerger abbia riconosciuto nell’Ambrì l’opportunità di fare un salto sportivo, e se sarà pronto potrà ricoprire subito un ruolo importante. Non facciamo ai giocatori nessuna promessa, ma se saprà fare bene per noi sarebbe un’ottima pubblicità”.
13. Riguardo ai test fisici, l’intenzione è quella di monitorare la condizione dei giocatori a cadenze regolari durante il campionato, così da tenere sotto controllo le dinamiche della squadra ed individuare i cali prima che diventino troppo difficili da recuperare.
14. Per riuscire a portare avanti un progetto simile la mentalità sarà fondamentale. “Sappiamo che sarà una stagione difficile, e quando arriveranno i momenti duri bisognerà saper lottare con la consapevolezza di ciò che si rappresenta”, ha spiegato Duca. “È difficile prevedere i risultati, ma se questi non arriveranno e se non ci sarà nemmeno la giusta attitudine, questa è una cosa che verrà sentita da tutti… I giovani che sono arrivati durante i playout hanno aperto molti occhi, si è capito che un cambiamento era necessario. Su attitudine ed impegno non faremo sconti”.
15. Sarà dunque importante tenere in prospettiva i risultati quando si valuterà la prossima stagione, perché alla luce di questo processo dovranno essere solamente una parte del giudizio. Rivestiranno infatti altrettanta importanza l’attitudine con cui si affronterà la quotidianità: “Sarà nei momenti più complicati che bisognerà guardare se il lavoro alla base è stato buono, perché vogliamo costruire pensando a medio e lungo termine”.