BIENNE – AMBRÌ
5-3
(2-1, 1-1, 2-1)
Reti: 2’40 Müller (Hofer, Fora) 0-1, 12’16 Riat (Diem, Künzle) 1-1, 15’59 Fuchs (Salmela, Brunner) 2-1, 23’25 Schmutz (Hügli) 3-1, 27’44 Zwerger (Kubalik, Hofer) 3-2, 45’25 Fischer (Goi, Incir) 3-3, 48’03 Fuchs (Salmela, Riat) 4-3, 59’57 Künzle 5-3
Note: Tissot Arena, 6’521 spettatori. Arbitri Massy, Eichmann; Kaderli, Altmann
Penalità: Bienne 3×2′, Ambrì 6×2′ + 1×10′
BIENNE – Ora l’Ambrì Piotta è con le spalle al muro. Ma è anche vivo, è vivo più che mai, anche se il tempo adesso inizia davvero a stringere ed il margine d’errore si è assottigliato sino a sparire.
Anche in Gara 3 i biancoblù sono andati vicinissimi a battere finalmente il Bienne, al termine di un match in cui alla squadra di Cereda si può sì recriminare qualcosina qua e là, ma complessivamente i leventinesi hanno fornito una prestazione che meritava un epilogo diverso.
Alla fine è invece rimasta la frustrazione per un match costruito andando in crescendo e reagendo alle difficoltà, ma poi vanificato da qualche errore – alcuni, va ammesso, che nei playoff bisogna evitare – a cui si è aggiunta una conduzione arbitrale che ha comprensibilmente mandato su tutte le furie Luca Cereda. Nonostante questo il suo Ambrì anche stavolta ci ha provato in tutti i modi, evidenziando i suoi limiti ma dando anche fondo alle proprie qualità e risorse, sino a veder spente le proprie speranze sul quarto (!) gol di Fuchs in questa serie.
Peccato, nuovamente, perché l’Ambrì sta dimostrando di avere tanta voglia di imparare e di scrollarsi di dosso quell’inesperienza che in alcuni frangenti gioca ancora brutti scherzi, ed è un peccato che il premio per tutto questo lavoro si stia sempre facendo attendere.
Ai biancoblù il carattere comunque non è mancato, anche e soprattutto dopo aver subito quel terzo gol in entrata di periodo centrale che poteva fare malissimo, in particolar modo perché arrivato dopo un primo tempo caratterizzato da poco possesso del disco e da tanti piccoli errori che non erano solitamente nel repertorio della squadra durante la regular season.
La scintilla che mancava alla squadra di Cereda per ingranare una marcia in più è arrivata grazie al gol di Zwerger – il secondo in powerplay della serata – episodio che ha in maniera evidente girato il momentum della sfida. Nei minuti successivi l’Ambrì è infatti riuscito a sostenere la sua pressione dalle parti di Hiller, sfiorando anche il pareggio e mettendo le giuste basi per il terzo tempo.
Il meritato 3-3 è così arrivato al 45’25 con Fischer, a premiare l’insistenza dei biancoblù ed anche il lavoro di una quarta linea che giovedì ha disputato la sua miglior partita della serie. Pochi attimi dopo è però arrivato anche l’episodio che ha segnato Gara 3, ovvero quella penalità in zona offensiva rimediata da D’Agostini – giusta, ma poco prima c’era un’altrettanta evidente irregolarità ai danni di un leventinese – e quasi da copione Fuchs ne ha approfittato per infilare il game winning goal.
Nel finale l’Ambrì ci ha poi provato, andando vicino alla quarta segnatura in particolare con un tiro di Kubalik in boxplay, ma Hiller non è più capitolato. Ai biancoblù rimane così la frustrazione di aver fornito per la seconda volta consecutiva una buona prova, tanto che se un paio di dettagli fossero andati diversamente la situazione nella serie sarebbe potuta essere ben diversa.
Nei playoff non c’è però tempo per rimuginare, e nemmeno per pensare a quello che sarebbe potuto essere. Al termine della partita lo sguardo di Cereda indicava chiaramente che per l’Ambrì Piotta questa serie non è finita, o perlomeno non è finita la missione per tornare a vincere una partita di playoff a distanza di 13 anni. Questo è un passo avanti che i biancoblù si meritano tutto, poi si vedrà.
IL PROTAGONISTA
Jason Fuchs: Che il gol dell’ex sia un classico immancabile è quasi una legge non scritta, ma ora che siamo arrivati alla terza partita della serie il figlio d’arte inizia a meritarsi l’etichetta di arma inarrestabile per il Bienne.
Con una doppietta ha deciso Gara 3, ed il suo bottino di reti è già a quota quattro. Ogni volta che scende in pista l’Ambrì deve stare sull’attenti, anche se i biancoblù continuano a concedergli quel metro di troppo che gli permette di andare pericolosamente al tiro. Lui abilmente ne sta approfittando.
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