AMBRÌ – FRIBORGO
1-2
(0-1, 0-1, 1-0)
Reti: 15’58 Desharnais (Sprunger, DiDomenico) 0-1, 30’27 DiDomenico 0-2, 59’16 Zwerger (Nättinen, Fora) 1-2
Note: Valascia, 30 spettatori. Arbitri Wiegand, Urban; Cattaneo, Kehrli
Penalità: Ambrì 1×2′, Friborgo 1×2′
Assenti: Patrick Incir, Isacco Dotti, Matt D’Agostini, Stanislav Horansky, Benjamin Conz (infortunati), Christian Pinana, Joël Neuenschwander (Rockets), Elia Mazzolini, (sovrannumero)
AMBRÌ – La Coppa Svizzera si è confermata essere una competizione dal retrogusto amaro per l’Ambrì Piotta, che anche quest’anno ha visto interrompersi il suo percorso allo stadio dei quarti di finale, condividendo con le passate eliminazioni contro Berna (due volte) e Bienne un certo velo di frustrazione.
L’opportunità di accedere alle semifinali si è infatti scontrata con un match segnato da episodi controversi, e nell’occasione i biancoblù hanno alzato la voce sullo sgambetto a Flynn non ravvisato prima del punto d’apertura di Desharnais, e poi ancora sull’intervento di DiDomenico su Fischer, che ha fatto “volare” il bastone del difensore. Due irregolarità francamente impossibili da non vedere, ma chiaramente non oggetto dalle due inutili revisioni video che hanno seguito le reti burgunde.
Gli episodi hanno avuto il loro impatto sulla partita – anche se l’Ambrì ha reagito bene al secondo gol – ma bisogna anche ammettere che la prestazione della squadra di Cereda è stata solamente discreta, ed in termini di ritmo e costanza non sufficiente per mettere alle strette il Friborgo.
Il Gotteron – con Hughes tra i pali – ha portato sul ghiaccio una prova tutt’altro che eccezionale, ma una certa mancanza di intensità da parte dell’Ambrì Piotta ha permesso agli ospiti di fare la differenza grazie ad un tasso tecnico ed una velocità d’esecuzione comunque superiore.
Complessivamente la partita è comunque stata giocata alla pari, ma i leventinesi non sono riusciti ad avere la meglio in quegli aspetti del gioco che dovrebbero rappresentare i loro punti forti, mentre i dragoni se la sono cavata con uscite dal proprio terzo più pulite ed una generale capacità di mantenere con più costanza il possesso del puck.
L’Ambrì si è invece spesso incartato nel suo gioco (sintomatiche le molte liberazioni vietate in fase di impostazione), pagando probabilmente anche il rinvio dell’impegno di venerdì che ha portato la squadra ad un’inattività di una decina di giorni. Le occasioni sul fronte leventinese sono così arrivate solamente a fiammate, con i vari Zwerger, Flynn, Grassi oppure il rientrante Müller (prova promettente la sua, soprattutto in termini di energia) a sollecitare Hughes in maniera minacciosa ma mai costante.
Qui la squadra di Cereda può probabilmente recitare il mea culpa, perché con Berra lasciato a riposo si sarebbe dovuto mettere maggiormente sotto pressione l’inesperto Hughes, autore di un’ottima prestazione e di alcune parate sicuramente non semplici, ma complessivamente in grado di tirare parecchio il fiato tra un intervento e l’altro.
Sull’arco dell’intera sfida l’Ambrì non ha così mai trovato davvero una serie di cambi consecutivi ad alto ritmo, questo nemmeno durante un terzo tempo in cui non si ha avuto l’impressione che i biancoblù avessero gli strumenti per ribaltare le sorti del quarto di finale.
Nel finale il gol di Zwerger ha riacceso un lumicino di speranza ma, pur considerando gli episodi controversi citati in apertura, la sensazione è che i leventinesi non abbiano fatto abbastanza per legittimare un epilogo di gara diverso.
Salutare nuovamente il torneo ai quarti di finale è indubbiamente un peccato, soprattutto in una stagione difficile come questa, in cui sarebbe stato eccezionale regalare al proprio pubblico l’emozione di giocarsi la Coppa proseguendo sino all’atto finale.
L’attenzione deve dunque tornare subito al campionato, con l’intento di sfruttare la partita di lunedì come base per fare meglio già tra qualche giorno, quando è in calendario la trasferta a Davos.
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