AMBRÌ – DAVOS
3-2
(2-1, 0-1, 1-0)
Reti: 10’13 Pestoni (Zwerger) 1-0, 13’00 Stransky (Rasmussen, Bromé) 1-1, 17’11 Moses (McMillan, Regin) 2-1, 27’25 Stransky (Egli, Jung) 2-2, 52’43 Bürgler (Heim, Kneubuehler) 3-2
Note: Gottardo Arena, 5’717 spettatori
Arbitri: Stricker, Hürlimann; Obwegeser, Meusy
Penalità: Ambrì 6×2′, Davos 4×2′
Assenti: Giacomo Dal Pian, Matt D’Agostini, Joel Neuenschwander, Patrick Incir (sovrannumero), Cedric Hächler (infortunato)
AMBRÌ – Ha ancora tanta energia questo Ambrì Piotta, ed è stata proprio questa carica che ha permesso ai leventinesi di battere con merito il Davos ed ottenere così il primo weekend da sei punti dell’intera stagione. Dopo un periodo di grandi difficoltà la squadra di Cereda ha mostrato con i fatti di non voler assolutamente mollare, e non è solamente guardando la classifica – i biancoblù sono ora decimi! – che si ha la sensazione che qualcosa sia davvero cambiato.
Quella di sabato è infatti stata per l’Ambrì una grande partita, e questo non significa aver fornito una prova perfetta – anzi, è proprio dai vari errori leventinesi che il Davos si è costruito le migliori occasioni – ma bensì aver portato sul ghiaccio quella determinazione e fiducia che Fora e compagni avevano perso per strada dopo l’entusiasmante avvio di stagione.
Ora però il ritorno di fiamma sembra concreto, ed ha permesso di piegare un Davos non in grande forma (due sole vittorie nelle ultime dieci partite) ma sorretto da un Aeschlimann eccezionale e da una linea straniera che ha messo in pista una prestazione maiuscola.
Gli ingranaggi dell’Ambrì iniziano però a girare maggiormente all’unisono rispetto al recente passato, con un buon contributo da parte di tutte le linee ed un innesto di Moses che sta avendo innegabilmente un effetto positivo a catena su diversi suoi compagni.
Il blocco tutto straniero ha infatti timbrato nuovamente il cartellino – con proprio l’americano che ha firmato la sua terza rete in quattro match – e Peter Regin sembra essere ritornato quel giocatore che avevamo intravisto ad inizio stagione. Il danese non diventerà improvvisamente uno scorer o una macchina da punti – le premesse del suo ingaggio non erano nemmeno queste – ma ora il suo impatto sulle partite è decisamente più tangibile.
La squadra di Cereda la partita l’ha iniziata bene sin dal primo minuto, con Aeschlimann subito messo alla prova ed autore di diverse parate complicate, e complessivamente è stato l’Ambrì ha controllare il gioco per fette importanti di gara. Il buon possesso del puck ha portato anche ad alcune sbavature che il Davos ha dimostrato di poter sfruttare con freddezza – le due reti di Stransky sono lì a ricordarlo – ma alla fine la determinazione dei padroni di casa ha fatto la differenza.
I numeri parlano infatti di un boxplay decisivo nelle fasi cruciali del match ed un totale di 41 tiri a 26 in favore dell’Ambrì, con tante conclusioni insidiose e la più bella rappresentata da quel tocco in backhand di Bürgler nel terzo tempo, quando l’attaccante è stato premiato per l’ennesima buona prestazione.
Da sottolineare anche la partita di Zwerger, che dopo la firma del rinnovo appare effettivamente liberato da un peso e capace di unire nuovamente fantasia ad una buona dose di grinta, mentre tra i pali Conz è stato solido una volta di più.
L’Ambrì è insomma vivo – ma questo lo aveva dimostrato anche in serate terminate con una sconfitta, come contro lo Zugo – sia sul ghiaccio che a livello di classifica, ed in maniera ancora più importante a livello mentale. Solo qualche settimana fa la matematica dava quasi per spacciata la squadra di Cereda, che ha però raccolto la provocazione ed ora è tornata davvero in gioco. La sfida al Berna è insomma lanciata.
IL PROTAGONISTA
Sandro Aeschlimann: Si è confermato in grande forma il portiere del Davos, che alla Gottardo Arena ha sfoderato una prestazione eccezionale che ha mantenuto sino alla fine in partita i suoi. L’Ambrì lo ha bersagliato con 41 tiri, di cui ben il 60% arrivati dallo slot, e lui ha risposto con diversi interventi da rivedere che hanno impedito a Pestoni e compagni di festeggiare qualche gol in più.
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