AMBRÌ – Quando, ad inizio stagione, dai vertici dell’Ambrì Piotta viene dichiarato come obiettivo la “classica” qualificazione ai playoff, l’affermazione può sempre essere vista da diverse prospettive. C’è chi vede nelle parole di presidente ed allenatore la convinzione di avere una squadra sufficientemente attrezzata per arrivare tra le prime otto, mentre altri interpretano i proclami di fine agosto più che altro come un augurio, nella speranza che tutto possa andare in qualche modo per il verso giusto.
La verità sta probabilmente nel mezzo. I biancoblù hanno infatti iniziato il corrente campionato con una rosa indubbiamente interessante, pur – come normale che sia visti i limiti dettati dal budget – affidando il proprio destino a diversi punti interrogativi, che se rimasti tali si sarebbero velocemente trasformati in una zavorra troppo pesante per potersi ritrovare “in verde” al traguardo delle 50 partite.
Le cose in questo senso sono però andate piuttosto bene. Mäenpää è ad oggi il miglior difensore del campionato dal punto di vista realizzativo, e pure Emmerton si è rivelato essere un giocatore azzeccato, anche se le sue prestazioni da metà dicembre sono andate calando (-14 il suo bilancio nell’anno nuovo). Non ha tradito nemmeno Monnet – forse la scommessa più pericolosa – ed in retrovia Berger e Fora hanno sicuramente fatto il loro, tant’è che l’attuale assenza si sta facendo sentire. A tratti hanno invece fatto fatica a trovare la giusta dimensione Kamber e Bastl, il cui impatto è stato meno marcato degli altri nuovi arrivati.
A ritrovarsi spessissimo il dito puntato sono invece stati Alexandre Giroux ed Inti Pestoni, uniti in quella che è parsa essere una stagione complicata dal punto di vista dell’opinione di media e tifosi. I due hanno messo a segno complessivamente 25 gol e 55 punti e – nonostante stia a loro prendere le proprie difese giocando un finale di alto livello – rischiano di fare da capro espiatorio nel caso in cui si fallisca l’obiettivo.
Per quanto concerne Pestoni, è innegabile che la questione relativa al suo futuro abbia in parte condizionato le sue prestazioni sul ghiaccio, così come lo ha fatto una preparazione frenata all’inizio da dei problemi fisici. Il tutto è andato a creare una strana situazione in cui è apparso emotivamente meno coinvolto rispetto al passato, ma questo non gli sta impedendo di puntare a concludere la sua miglior regular season della carriera (gli mancano 4 punti per raggiungere il record personale di 36).
L’impressione è quella che il numero 18 abbia ancora del potenziale inespresso, ma al momento Ambrì non è il contesto ideale per riuscire ad esprimerlo… Anche in questo senso l’avventura a Zurigo gli farà bene, e chissà che possa riuscire a fare quel passo avanti per diventare un vero “elite player” nel nostro campionato.
Particolare anche la situazione di Giroux, giocatore che non vanta una personalità “accesa” quando è sul ghiaccio, ma che in passato ha sempre lasciato parlare le reti al suo posto. È però chiaro che le stagioni da oltre 50 gol in AHL sono oramai un ricordo, ed il canadese ha dovuto cercare in corsa un modo per dare una mano in altri settori, pur non essendo nella sua natura.
Non sempre questo gli è riuscito, ma Giroux per la prima volta da quando è in Leventina è un giocatore in positivo (+1), ha fornito qualche assist extra rispetto solito ed ha attualmente una “point streak” di sei partite. È però chiaro che all’Ambrì serva uno sniper dalle alte percentuali realizzative e che porti maggiore energia sul ghiaccio, e per questo motivo la netta sensazione è che il suo futuro sarà altrove.
Nei “piani” delineati la scorsa estate si pensava verosimilmente che i due potessero dare un contributo maggiore, ma la ricerca delle cause che hanno portato alle difficoltà dell’Ambrì deve sicuramente andare oltre l’apporto di un paio di singoli.
“Difficoltà” poi relative, perchè i biancoblù non possono certo essere considerati come una squadra in grado di ottenere i playoff con diverse giornate d’anticipo, ed essere ad un nulla dall’ottavo posto ad inizio febbraio è sintomo che le cose a livello di squadra – tutto sommato – hanno funzionato. Non ideale l’aver dovuto cambiare allenatore per arrivare sin qui, ma fa parte del gioco.
Il problema però è che l’Ambrì ora è a un crocevia, ed ha bisogno che tutti offrano delle prestazioni sopra la propria media, altrimenti si farà davvero dura. Gli esempi sicuramente non mancano, con giocatori come Daniele Grassi, Paolo Duca oppure Lukas Lhotak che stanno vivendo una stagione oltre le aspettative, ed anche Sandro Zurkirchen si è mantenuto su un buon livello ed ha fatto passi avanti, lui che in passato aveva avuto problemi nella gestione delle proprie energie.
Quest’anno il portiere è stato “costretto” al ruolo di titolare assoluto vista l’assenza di un backup affidabile, tanto da guadagnarsi per il secondo anno consecutivo la convocazione in Nazionale, nonostante sia il secondo portiere più bersagliato del torneo (1’388 tiri fronteggiati in 42 partite, davanti a lui sono Merzlikins con 1’457).
Più che provarci (l’impegno non è mai mancato), in queste ultime partite l’Ambrì deve trovare il modo di riuscirci, ad immagine dei “soliti” Pestoni e Giroux, nettamente i due ad aver scagliato più tiri verso le porte avversarie in questo campionato (rispettivamente 111 e 136), ma con percentuali realizzative molto basse. Il provarci non è un problema, il riuscirci ora è una necessità.
All’Ambrì servirà inoltre ritrovare quell’attitudine imposta da Kossmann, che eliminava ogni fronzolo in favore del risultato finale, con la squadra che in qualche modo aveva sempre trovato il modo di andare a punti per otto partite consecutive da inizio dicembre a inizio gennaio.
La tendenza si è però invertita dopo la vittoria nel derby, con i biancoblù capaci di raccogliere solamente otto punti nelle ultime dieci partite, tanto da occupare il penultimo posto nella speciale classifica di NLA dedicata al mese di gennaio (peggio ha fatto solo il Bienne, ma giocando tre partite in meno). Berna, Kloten e Losanna non hanno fatto molto meglio, con un punto in più per gli orsi e aviatori, due per i vodesi.
L’aspetto positivo? Tutto ciò che è stato fatto sinora non conta più, se non per l’eredità lasciata da infortuni e giocatori poco impiegati e ora in debito di ritmo. L’Ambrì si è guadagnato la possibilità di potersi giocare le ultime sei partite del torneo senza rimpianti, perchè è riuscito ad arrivarci sostanzialmente alla pari degli avversari diretti per la qualificazione.
In fondo, ad inizio stagione il vero obiettivo era probabilmente proprio questo.