AMBRÌ – DAVOS
4-5
(0-2, 3-2, 1-1)
Note: Valascia, 5’128 spettatori. Arbitri Dipietro, Massy; Fluri, Küng
Penalità: Ambrì 5×2′, Davos 4×2′
AMBRÌ – Un’altalena di emozioni, tanti colpi di scena come in un film, ma alla fine niente happy ending. Al termine di una partita iniziata male, raddrizzata con grande foga e poi nuovamente sfuggita di mano, l’Ambrì si è arreso con il punteggio di 5-4 al più pragmatico Davos. Gli uomini di Pelletier si sono nuovamente dimostrati squadra in tutto e per tutto ed hanno lottato e mostrato scampoli di buon hockey, prima di crollare sotto il peso degli errori individuali, dando ancora prova di poca continuità.
I leventinesi, forti del ritorno di Gautschi in difesa, hanno iniziato l’incontro a mille all’ora, approfittando di un power play per mettere in difficoltà Genoni grazie ai tiri di Giroux e Hamill in particolare. Contro l’andamento del gioco, però, a passare in vantaggio è stata la squadra di Del Curto. Sfruttando una squadra ticinese sbilanciata in avanti in cerca della prima marcatura, Wieser e Lindgren si sono involati in contropiede ed hanno battuto l’incolpevole Zurkirchen con un one timer da sottomisura.
Il gol ha sicuramente stordito i leventinesi che, pur continuando a mantenere il pallino del gioco, hanno perso un po’ dello slancio iniziale. A testimonianza della convinzione persa è poi giunto il 2-0 del Davos, messo a segno dallo scatenato Marc Wieser. Il grigionese, in combutta con Walser, è riuscito a farsi strada tra la passiva retroguardia casalinga realizzando sostanzialmente in una situazione di due contro cinque. Situazioni come quella appena descritta non dovrebbero verificarsi e, una volta di più, mettono in luce quanto l’Ambrì sia debole dal punto di vista mentale e cada facilmente vittima del panico.
La prima pausa è stata un vero toccasana per i ticinesi, che nel secondo periodo sono tornati sul ghiaccio con piglio decisamente più combattivo. Come il giorno e la notte, la squadra di casa ha invertito la tendenza e, dopo un paio di eccezionali interventi di Zurkirchen in inferiorità numerica, è stato stavolta l’Ambrì a trovare inaspettatamente il gol. Lhotak, semplicemente uno dei migliori in questo scorcio iniziale di stagione, ha carpito il disco a Forster e si è involato a tu per tu con Genoni, battendolo con un bel backhand.
Il gol ha dato le ali ai padroni di casa che, approfittando dell’uomo in più sul ghiaccio, hanno preso d’assedio il terzo dei davosiani. Dopo 1’20 di pressione il blocco degli stranieri ha trovato il 2-2 con Emmerton, bravo a battere il cerbero avversario con un preciso polsino sul primo palo.
L’inaspettato pareggio lampo ha costretto Del Curto a chiamare il time out, ma la mossa non ha portato i frutti sperati. A trovare nuovamente il gol è stato il solito Emmerton, il più lesto a sfruttare un rebound concesso da Genoni su un tiro dalla blu del topscorer Mäënpää.
Quella che poteva diventare una serata tranquilla si è invece irrimediabilmente complicata, complice un passaggio a vuoto di Duca e compagni e la grinta del mai domo Davos. Sono così bastati poco più di 4’ ai grigionesi per pareggiare e nuovamente ribaltare il risultato. Dapprima Walser ha messo a segno il 3-3 e poi, approfittando di un goffo tentativo di liberare il terzo della difesa leventinese, Simion ha nuovamente battuto Zurkirchen.
Di nuovo sotto, i sopracenerini hanno faticato a ingranare, rallentati anche dall’aggressività degli ospiti. Gli uomini di Pelletier hanno faticato a imbastire il gioco, spesso imbrigliati dal soffocante forecheck dei gialloblù e rallentati da uno stuolo di difensori che difficilmente riescono a portare fuori il disco con agio (pensiamo in particolare al pasticcione Birbaum).
Col passare del tempo la pressione della squadra di casa è però andata aumentando e, dopo una serie di occasioni non concretizzate, è arrivata la prima rete in maglia biancoblù ed in National League di Fora, che ha freddato Genoni con un precisissimo polsino in tuffo.
Sfortunatamente, come in occasione della prima marcatura dei grigionesi, la grande voglia di vincere e la foga dell’Ambrì hano ancora avuto la meglio sul buon senso. Così, invece che attaccare in maniera responsabile e cercare di amministrare il risultato ottenendo almeno un punto, i leventinesi si sono nuovamente spinti in avanti all’unisono, venendo poi castigati dal contropiede dell’indiavolato Marc Wieser. A nulla è poi servito l’assalto finale in 6 contro 4, con il fortino di Genoni che ha retto fino alla fine consegnando i tre punti ai gialloblù.
C’è evidentemente rammarico dopo una partita del genere: la squadra ha nuovamente mostrato grande unità di intenti e voglia di fare bene, ha flirtato con il colpo grosso ma è poi stata bruscamente frenata dall’ennesima ingenuità. Uscire dal ghiaccio con zero punti fa sicuramente male, ma in vista degli impegni futuri è meglio concentrarsi su quello che ha funzionato, a partire dal consueto Emmerton in versione extralusso.
In attesa del pieno recupero di Pestoni e Giroux è sempre il numero 25 a trascinare i compagni, mentre alle sue spalle continuano ad esprimersi su ottimi livelli il giovane Lhotak ed il veterano Duca che, da quando è rientrato, non ha mai mancato di far sentire il fisico ad ogni cambio.
La sfida di sabato contro il Lugano sarà molto delicata per entrambe le contendenti ed è difficile fare pronostici, soprattutto considerando che sarà probabilmente la paura di perdere a farla da padrone. Starà all’Ambrì riproporre quanto di buono visto in questa occasione, lasciando però da parte le sbavature che sono costate la sconfitta con il Davos.
“CHI TROPPO VUOLE…”: L’Ambrì ha disputato una buona partita contro il Davos, lottando su ogni disco e producendo una bella mole di gioco.
Spinti dall’entusiasmo, i leventinesi hanno però esagerato nelle loro folate offensive, incassando la prima e l’ultima rete della partita sostanzialmente in fotocopia, con la squadra completamente sbilanciata in avanti.
Impegno e foga sono sempre benvenuti, ma non bisogna mai dimenticarsi di usare anche la testa.
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