AMBRÌ – DAVOS
2-3
(1-2, 0-0, 1-0; 0-1)
Note: Valascia, 6’153 spettatori. Arbitri Kurmann, Mollard; Pitton, Wüst
Penalità: Ambrì 3×2′, Davos 4×2′
AMBRÌ – È un Ambrì che ha ancora tante idee e poche risposte, ma che per la seconda volta consecutiva è sceso in pista per giocare e per alcuni tratti anche divertire, pur non riuscendo a fare sua una vittoria che complessivamente sarebbe stata “un po’ troppo”.
La squadra di Kossmann ha dimostrato di poter tenere testa al Davos e di sapere metterlo anche in affanno, ma lo ha fatto a tratti ed intercalando buoni fasi ad altre estremamente confuse o – peggio ancora – caratterizzate da evitabili errori individuali che hanno condizionato la partita.
C’è poco da girarci intorno, quei due dischi gestiti in maniera sciagurata da Zgraggen nel corso del primo tempo hanno impedito all’Ambrì di scrollarsi di dosso la tensione del debutto casalingo, regalando ai grigionesi due nette opportunità da gol che non si sono certo fatti pregare per sfruttare.
Ciò che il difensore di origini urane ha ingigantito è però stata una lacuna che ha toccato l’intera squadra, che quasi per tutto il corso del match ha fatto molta fatica a gestire i possessi in zona difensiva, scegliendo spesso e volentieri la soluzione più complicata e pericolosa per uscire dal terzo. Il tutto va a collocarsi specialmente in una prima parte di gara particolarmente contratta, con i biancoblù che sentivano la pressione di dover dimostrare le loro quantità davanti al proprio pubblico, e che proprio per questo non hanno saputo ripetere alcune trame basilari che nel preseason sembravano essere più o meno acquisite.
La partita ha infatti preso una direzione non ideale già dopo quei due powerplay non sfruttati nel primo tempo che hanno aumentato un po’ la tensione, anche in seguito a quella penalità evitabile rimediata da D’Agostini in 5-contro-3. Il gol su deviazione di Pesonen ha avuto il pregio di scaricarne gran parte, oltre a riportare l’Ambrì in una partita che a livello di gioco non gli era mai sfuggita di mano, ma l’importanza per la squadra di Kossmann di ottenere un gol già prima della pausa era apparsa subito come fondamentale.
Il resto della gara non è infatti stato spumeggiante come i primi 20 minuti, in cui le occasioni si sono susseguite e durante i quali l’Ambrì ha anche sbagliato un po’ troppo, soprattutto se si pensa a quanto è poi stato difficile per i leventinesi farsi spazio tra le maglie ospiti per trovare un tiro pulito verso Senn. In questo senso l’Ambrì avrà assolutamente bisogno di maggiore incisività dai propri attaccanti migliori, con i vari D’Agostini, Guggisberg e Pesonen che si sono sì costruiti delle buone occasioni da gol, ma che devono rappresentare un pericolo più concreto e costante per le difese avversarie.
Strepitoso invece Cory Emmerton, che ha dato ritmo alla sua linea in maniera impressionante grazie a fisicità e ad una grande intensità di pattinaggio, caratteristiche che nelle sue corde avevamo visto solo nella prima parte della passata stagione. Capace di vincere anche due terzi degli ingaggi, le prime prestazioni del canadese sono di quelle che fanno tirare un respiro di sollievo ed alimentano anche la speranza di vederlo crescere, visto che quest’anno è in pista senza i cronici problemi al ginocchio.
Molti alti bassi e fiammate isolate invece per Guggisberg e Pesonen, la cui pericolosità rimane una costante, che va però unità ad una certa efficacia. Per la loro tipologia di gioco, però, è normale ci voglia del tempo per prendere ritmo, ma quel contropiede orchestrato dai due nel terzo tempo e finito sul palo è lì a dimostrare che i gol arriveranno presto.
Il ritmo non sembra invece mancare ad Oliver Kamber, sinora capace di destare delle impressioni migliori di quelle che probabilmente ci si attendeva, anche se nel suo caso la sfida sarà la costanza. Sembra inoltre goderne solo a tratti il compagno di linea D’Agostini, capace di costruirsi diverse occasioni ma che con Berthon sembra andare sul ghiaccio con il freno a mano tirato… Non per demerito del francese – che sta mostrando buone cose – ma a causa della tipologia di gioco dei due, che sinora fatica davvero a sposarsi o a rendersi complementare.
Come si diceva, dopo un primo tempo particolarmente vivace – ed alimentato da tanti errori, anche sul fronte grigionese – nel periodo centrale il match si è improvvisamente chiuso e la linearità delle impostazioni si è spesso interrotta già in zona neutra, dando vita ad tante fasi combattute ma incapaci di portare a qualcosa di concreto.
Per arrivare al pareggio c’è così stato bisogno un’azione semplice ed un errore individuale, con il bel tiro di Fora che è andato a coincidere con un attimo di disattenzione di Senn, che dalla blu ha incassato un gol sicuramente evitabile senza che nessuno gli nascondesse la traiettoria del disco. Esplosione di goia per gli oltre 6’000 della Valascia e punto indubbiamente meritato per l’Ambrì Piotta, che ha poi nuovamente pagato un overtime a 3-contro-3 che si dimostra di difficile interpretazione e che fatica a farsi apprezzare in piste così grandi. In questo caso ci ha anche messo uno zampino la sfortuna, con il gol decisivo di Marc Wieser nato da un tocco di Mäenpää che ha beffato Zurkirchen.
Ma per i biancoblù in definitiva poteva andare bene così, anche se rispetto a Zurigo sono tornati a fare capolino alcuni errori – soprattutto quelli in uscita dal terzo – che devono assolutamente essere limitati. Il lavoro è tanto, e contro un attacco micidiale contro quello del Lugano sarà imperativo per Kossmann chiedere maggiore concentrazione e semplicità ai suoi uomini se vorranno continuare la striscia di risultati utili.
L’Ambrì ha comunque sinora dimostrato di avere idee ed intenzioni precise, restano dei passi avanti da fare per passare dalla teoria alla pratica.
TANTI ERRORI EVITABILI: Siamo ad inizio stagione, ed è dunque normale vedere sul ghiaccio alcune situazioni di gioco che solo tra qualche settimana dovrebbero essere un ricordo.
Ad Ambrì e Davos serve però evidentemente ancora un po’ di pratica, visto che gli errori – individuali ma anche di organizzazione collettiva – sono stati parecchi, specialmente in un primo tempo in cui la maggioranza delle occasioni sono nate da delle imprecisioni evitabili.
Alla fine però gli errori hanno finito per bilanciarsi e compensarsi, ed ecco che allora ci ha pensato un po’ di sfortuna a condannare i biancoblù alla seconda sconfitta consecutiva all’overtime, con quella deviazione di Mäenpää terminata alla spalle di Zurkirchen.
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