GINEVRA – AMBRÌ
7-4
(0-1, 5-2, 2-1)
Note: Les Vernets, 6’464 spettatori. Arbitri Dipietro, Vinnerborg; Fluri, Rohrer
Penalità: Ginevra 1×2′ + 1×5′ + 1×20′ (Bezina), Ambrì 1×2′ + 1×5′ + 1×20′ (Lauper)
GINEVRA – Non ci si poteva certo lamentare di essersi annoiati al termine della sfida dell’Ambrì Piotta a Les Vernets, dove i biancoblù sono rimasti a lungo in partita ed hanno saputo a tratti mettere in difficoltà un lanciatissimo Ginevra Servette, al termine di un match che è però risultato troppo pazzo ed aperto per poter sperare di tornare in Ticino con un risultato utile.
Se da un lato i leventinesi hanno infatti saputo sfruttare gli errori commessi dalla truppa di McSorley, dall’altro l’intensità ed il livello di concentrazione mostrati venerdì sera non si sono ancora attestati su un livello sufficientemente alto per poter davvero controllare gli eventi, spesso infatti sfuggiti di mano all’Ambrì. Sul piano difensivo le cose sono sembrate funzionare più nel primo tempo che per i restanti 40 minuti, anche se pure le fasi iniziali sono state contraddistinte da un eccessivo possesso del puck locale, tendenza che sovente non porta mai a nulla di buono.
Il gol dell’1-0 di Giroux è infatti apparso come una beffa agli occhi del Ginevra, dato che di reali pericoli alla gabbia di Mayer sino a quel momento non ce n’erano stati, con il canadese che ha segnato dopo incursione di Pestoni solamente grazie ad una gaffe dello stesso portiere granata.
La rete era arrivata in un momento perfetto, perché dopo una decina di minuti soporiferi il Ginevra aveva iniziato ad alzare il ritmo delle operazioni, ed i biancoblù faticavano a superare l’altezza di metà pista. L’Ambrì ha inoltre dovuto superare una fase di assestamento non evidente, causata dall’infortunio che ha messo KO Fuchs dopo una carica alla resta di Riat, costringendo Kossmann a far giostrare la sua squadra a soli tre centi. Nessuna penalità è stata fischiata nell’occasione.
Ironia della sorte, in una delle pochissime partite in cui il coach biancoblù ha scelto di mettere sul foglio partita otto difensori – era presente Sidler, mentre Stucki ha preso il posto di Bastl, finito in sovrannumero – l’Ambrì si è trovato a corto di attaccanti, con Emmerton costretto a fare i doppi turni, in un paio di circostanze alternato con Kamber.
In questo senso, contro una squadra ginevrina che in casa impone un ritmo serrato e che vanta il secondo miglior attacco del torneo, le cose non sono funzionate troppo male, ed Emmerton ha reagito positivamente alla situazione.
La prima fase del periodo centrale ha però visto la partita sbandare pericolosamente, con entrambe le squadre che si sono affrontate a viso aperto concedendo tantissimo, tant’è che nel giro di soli 5 minuti e 10 secondi sono piovute addirittura cinque reti! Alla fine di questa fase pirotecnica il bilancio era di 3-3, con Stucki e Monnet che avevano saputo rispondere colpo su colpo a Bezina, Pedretti e Loeffel.
I campanelli d’allarme i quei frangenti non sono però mancati, e dovevano far capire all’Ambrì che seguire l’onda degli eventi e fare il gioco desiderato dal Ginevra, si sarebbe con il tempo rivelato letale. Le reti di Bezina e Loeffel sono arrivate “un po’ così”, su tiri da posizione defilata e nel traffico, mentre il 2-2 di Pedretti è stato “regalato” da un cambio completamente sbagliato, che ha proiettato l’ex leventinese ed il suo compagno D’Agostini in un facile 2-contro-0.
Non brillante sull’altro fronte nemmeno il Ginevra, con Stucki che ha insaccato dopo tiro non trattenuto da Mayer, mentre un disco perso malamente in fase offensiva da un ginevrino ha permesso a Lhotak e Monnet di finalizzare un contropiede stupendo. Il numero 23 in particolare ha saputo giocare una delle sue classiche partite, fatta di velocità e spavalderia, nonostante la stazza fisica limitata… Considerando anche la lunghissima inattività, c’è probabilmente ben poco da rimproverargli.
Le imprecisioni sono però continuate e, dopo una fase in cui il gol sembrava nuovamente maturare su entrambi i fronti, a trovare concretezza è stato il Ginevra, capace di mettere una seria ipoteca sulla partita segnando due gol in soli 39 secondi! Sotto accusa in questi casi la povera copertura dello slot, che hanno messo in ulteriore difficoltà Zurkirchen su dei tiri che avrebbero necessitato di maggior supporto per essere gestiti.
Nel terzo tempo l’Ambrì ha poi cercato di scoccare le frecce restanti al suo arco, trovando un gol in powerplay con Lhotak e cercando poi di girare il momentum a proprio favore con Lauper, protagonista di una bagarre di stampo nordamericano con Bezina, che in parte è servita allo scopo. I biancoblù hanno infatti portato una certa energia in pista anche nel finale, con diverse interessanti occasioni dalle parti di Mayer, che in qualche maniera ha però resistito.
Tom Pyatt ha così cinicamente chiuso la partita al 54’27, prima che D’Agostini ottenesse la settima segnatura a porta vuota. La sconfitta porta così la squadra di Kossman ad allinearsi al Berna con un totale di 40 match disputati, venendo relegata sotto la linea ma rimanendo in piena lotta per un posto nei playoff, considerando anche la sconfitta del Losanna.
Nella trasferta di Ginevra sono però venuti a galla alcuni errori dettati dalla mancanza di maturità della squadra, che avrebbe dovuto gestire con maggior calma i momenti più pazzi del match, attenendosi ad un gameplan che siamo sicuri ponesse l’accento sulla copertura difensiva, piuttosto che sul farsi ingolosire dalle possibilità lasciate da un Ginevra esuberante ma spesso anche arruffone. Errore questo che non andrà commesso contro il Langnau sabato sera, quando saranno da evitare le sbavature e la “fretta” di voler andare in gol.
UN GAMEPLAN SFUGGITO DI MANO: L’Ambrì Piotta aveva iniziato la sua partita contenendo bene il Ginevra, limitando al minimo i tiri pericolosi verso Zurkirchen e colpendo con Giroux in contropiede.
Nel periodo centrale il gameplan biancoblù che sembrava delinearsi nella prima frazione è invece sfuggito di mano alla squadra di Kossmann, trascinata in un turbine di eventi nel quale è sì riuscita a reagire, ma che in definitiva ha fatto più male che bene ai biancoblù. D’altronde, subendo cinque gol in 16 minuti le cose difficilmente si riescono a raddrizzare…