AMBRÌ – DAVOS
5-0
(2-0, 1-0, 2-0)
Reti: 3’03 McMillan (Kneubuehler, Fohrler) 1-0, 15’25 Bürgler (Formenton, Zwerger) 2-0, 36’46 Chlapik 3-0, 47’12 Eggenberger (Heed, Spacek) 4-0, 57’42 Pestoni (Burren, Heed) 5-0
Note: Eisstadion Davos, 6’267 spettatori
Arbitri: Nord, Stolc; Nyqvist, Sormunen
Penalità: Ambrì 7×2′, Davos 6×2′ + 1×5′ + 1×20′
DAVOS – Sabato 31 dicembre a sfidare lo Sparta Praga in finale di Coppa Spengler ci sarà infine l’Ambrì Piotta. I leventinesi nel penultimo atto del torneo hanno infatti estromesso i padroni di casa del Davos e avranno quindi la possibilità di giocarsi un trofeo a più di venti anni di distanza dall’ultima finale disputata all’infuori del campionato svizzero.
La squadra di Luca Cereda approda alla finale dopo un torneo da imbattuta, con una semifinale contro il Davos che a onor del vero è sempre sembrata saldamente nelle mani dei biancoblù. Il 2-0 del primo tempo ha suggellato la maggior efficienza dell’Ambrì Piotta ma ha pure cominciato a mostrare i problemi di un Davos già alle prese ultimamente con qualche difficoltà sul piano del gioco e arrivato alla semifinale cosciente di dover giocare il quarto incontro in quattro giorni.
L’Ambrì Piotta ha quindi interpretato in questi termini l’inizio dell’incontro, cercando di mettere sul ghiaccio più ritmo e pattinaggio dei suoi avversari, i quali dopo il raddoppio di Bürgler, hanno iniziato a denotare stanchezza, sia fisica che mentale.
Ambühl e compagni hanno faticato a riprendersi dal doppio svantaggio scaturito dai primi venti minuti e l’Ambrì ha avuto vita facile nel gestire soprattutto difensivamente la contesa, attendendo al varco gli avversari per cercare di colpire in contropiede, come successo più di una volta con Formenton (utilizzato pure in box play proprio per quel motivo) o lo stesso Bürgler.
Nemmeno in power play la squadra di Wohlwend è parsa avere le idee chiare, il largo forecheck dei quattro dell’Ambrì in box play ha sempre messo in difficoltà la circolazione del disco del Davos, e quando persino uno come Ambühl, che sembrava poter essere l’ultimo ad alzare bandiera bianca (dopo aver tirato un rigore sull’asta) ha spianato la strada a Chlapik per il 3-0 in shorthand, si è capito che l’Ambrì Piotta era sempre più vicino all’atto conclusivo.
Non è stato nemmeno molto fortunato il Davos con i tre ferri colpiti della gabbia di Juvonen – un paio fatti cantare anche da Bürgler sull’altro fronte – ma l’Ambrì ha pure avuto il merito di superare 1’40 di doppia inferiorità numerica dopo che nel primo tempo aveva sfruttato la medesima situazione a parti invertite per segnare il 2-0.
Il terzo tempo, anche se ricco di avvenimenti (e di altre due reti biancoblù per il 5-0 finale) ha avuto poco da dire perlomeno sulla direzione presa dalla partita. L’Ambrì ha gestito bene e con tranquillità la situazione, mentre il Davos è sembrato cadere nella confusione, vittima di nervosismo e distrazioni difensive inconcepibili, conseguenze (almeno in parte) anche della stanchezza di aver giocato quattro partite in altrettanti giorni.
L’Ambrì Piotta invece vola in finale, ci arriva in forma, in piena fiducia e affamato, con dalla sua parte anche quella “puck-luck” che i ragazzi di Cereda sono stati bravi a cercare con il lavoro quotidiano.
Ma se l’Ambrì potrà sfidare lo Sparta Praga per la Coppa Spengler è perché se l’è meritato e perché lo ha sempre fortemente voluto.
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