AMBRÌ – Sembrava un Ambrì Piotta facile da decifrare ed interpretare, quello visto all’opera nelle prime partite di campionato, ma dopo alcune sbandate si è velocemente capito che il percorso della squadra di Cereda non sarà lineare e in crescendo, ma contraddistinto da inevitabili ricadute.
In fondo non poteva essere altrimenti, perché la strada che il club leventinese sta cercando di imboccare è basata su un’idea, e come per tutte le idee il passo più difficile da compiere è quello che porta dalla bontà delle proprie intenzioni all’effettiva realizzazione.
Proprio per questo motivo il periodo che ci separa dalla prima pausa dedicata alla Nazionale sarà di quelli importanti, perché darà ulteriori indicazioni sulla volontà della squadra di seguire il credo dello staff tecnico, chiaro a tutti sin dall’estate ma che richiede un livello di dedizione non scontato da raggiungere.
È però in questa fase che l’Ambrì Piotta può diventare una squadra vera, forgiando in maniera definitiva un’identità ed un carattere per ora intravisti ma anche solo abbozzati, e che in poco meno di metà delle sfide giocate sono venuti a mancare.
Dopo un ottimo inizio a livello di gruppo – macchiato solamente da qualche incertezza nell’uscita di Friborgo – l’Ambrì ha infatti iniziato a viaggiare su delle montagne russe che a coach Luca Cereda non piacciono sicuramente molto, intercalando delle prestazioni encomiabili ad altre con un livello di convinzione inferiore come contro Lugano, Bienne oppure Zurigo.
Difficile capirne i motivi, anche se è indubbio che il sistema che si vuole applicare richiede tantissimo a livello fisico ed altrettanto da quello mentale, caratteristiche che per indole non sono proprie di tutti i giocatori a disposizione. Non sorprende infatti che elementi come Emmerton, Taffe, Monnet e Guggisberg fatichino a risultare efficaci, ma è proprio da questi giocatori che l’Ambrì ha bisogno quel “click” a livello di combattività, anche se per indole si richiede loro un cambiamento di prospettiva difficile e per di più nella seconda parte di carriera.
Il sistema di Cereda d’altronde non è per tutti, ma può diventarlo se i giocatori che stanno attualmente tirando il gruppo riusciranno ad ottenere dei risultati concreti, perché l’entusiasmo che ne deriva è la miglior ricetta per far andare le gambe dell’intera squadra. Il fattore mentale d’altronde è stato sinora essenziale nel campionato dell’Ambrì, basti pensare a come praticamente tutte le sfide giocate – tranne una – si siano risolte con la vittoria della squadra che ha saputo segnare per prima.
Una cosa però i biancoblù in questa prima porzione di campionato sono riuscita a farla. La percezione nei confronti dell’Ambrì è infatti – lievemente, ma in maniera significativa – cambiata, e questo nonostante il peggior inizio degli ultimi anni in termini di punti ottenuti nelle prime 12 partite. I dieci attuali sono superiori solamente ai sette del 2012 ed i cinque fatti registrare nel 2010, ma nonostante questo gli occhi con cui si guarda alla squadra e alle sue potenzialità stavolta sono diversi.
Certo, il fatto di avere al timone due simboli come Luca Cereda e Paolo Duca aiuta nell’accettare di vedere la situazione da una prospettiva diversa, prospettiva che non è però un palliativo ma una reale conseguenza di intenzioni finalmente chiare ed imboccate con decisione.
Chi si aspettava un miracolo – o anche solo un cambio di rotta istantaneo – era stato ammonito già nel corso dell’estate, a partire dallo stesso duo Cereda–Duca che ha sempre evidenziato la consapevolezza di avere davanti a loro un campionato durissimo. Non ci si sorprenda dunque se le difficoltà attese sono effettivamente arrivate.
Questa prima porzione di campionato ha infatti portato sostanzialmente le indicazioni che ci si potevano aspettare, ed anzi ha visto alcuni giocatori rendersi protagonisti di un inizio interessante (D’Agostini, Müller e Kostner gli esempi più evidenti).
Dopo la partita di giovedì a Ginevra – solamente la terza contro squadre sotto la linea, l’Ambrì ha vinto le altre due con Langnau e Kloten – i biancoblù giocheranno cinque delle prossime sette sfide alla Valascia, fase che ci condurrà a ridosso di metà regular season e che dovrà essere sfruttata per consolidare quell’intensità e quella mentalità combattiva che ancora non si mostrano con la giusta costanza.
Il momento di tirare i primi bilanci è ancora lontano, anche se nelle prossime settimane il calendario darà alla squadra l’opportunità di delineare con più chiarezza la propria identità. Il lavoro deve continuare, e solo al giro di boa della regular season si avrà una prima reale indicazione della pasta di cui è composto questo Ambrì Piotta.