ZUGO – La pausa dedicata alla nazionale riserva sempre diverse incognite, per quel che riguarda la continuità di una squadra, e nel caso del Lugano era interessante verificare se questi dieci giorni avessero avuto ripercussioni sul bel ritmo trovato dai bianconeri nelle ultime uscite.
L’unica certezza è che Fischer ha potuto schierare di nuovo Vauclair, in attesa dei prossimi rientri di Rüfenacht, Dan Fritsche e Murray.
La partita ha fatto subito capire che la serata sarebbe stata difficile per portieri e allenatori, vista l’accondiscenza delle difese in pista. Non che per lo Zugo fosse una grossa novità, visto il rendimento del suo reparto arretrato, ma da Lugano ci si sarebbe attesi ben altra concentrazione, dopo la solidità mostrata davanti ai portieri nelle partite precedenti la pausa. Di sicuro, se Shedden e Fischer si sono divertiti poco, la cosa era diversa per il pubblico, che ha assistito a una partita veloce, incerta e vibrante per almeno due tempi.
Due tempi che sono terminati sul 4-4, grazie appunto alla gentile concessione delle difese e dei portieri, con lo Zugo più padrone del ghiaccio ma anche con un Lugano di certo poco timido e molto pericoloso dalle parti di Kilpeläinen. Come detto lo Zugo ha avuto un dominio più che altro territoriale, ma il Lugano è stato bravissimo nello sfruttare le occasioni capitategli, come la doppia penalità inflitta allo Zugo, con oltretutto un 2’+2’ inflitto a Holden a cavallo della prima pausa.
In quel caso, dapprima Heikkinen in 5 contro 3 e successivamente Schlumpf sul rimanente della seconda penalità hanno girato il match, prima però di subire il rientro e il sorpasso dei padroni di casa, prima ancora che Fazzini confezionasse il suo show personale.
Come spesso capita, l’umore degli allenatori e inverso a quello del pubblico, e come prevedibile, nel terzo conclusivo è stata data una registrata a entrambe le difese, e il gioco si è concentrato soprattutto nella zona neutra, con un’evidente paura delle squadre di commettere un errore.
E l’errore, se così lo si può chiamare è arrivato nel momento peggiore, quando al 59’26” Kurmann ha inflitto una penalità quantomeno “generosa” a Heikkinen per uno sgambetto furbescamente cercato da Holden, e nell’overtime, l’esordiente Earl ha punito Manzato in 4 contro 3 mettendo i titoli di coda al match.
È stata una tipica partita post pausa, quella della Bossard Arena, con diversi errori difensivi da un lato e dall’altro, fino alla registrazione tattica trovata soprattutto dal Lugano nel terzo tempo, quando è sembrato in grado di poter far sua la contesa, ma un episodio ha condizionato definitivamente il match. Fischer dovrà far ritrovare dall’inizio la concentrazione ai suoi ragazzi, ma può contare su un reparto offensivo che sa crearsi occasioni limpide e segnare reti anche con una mole di gioco minore, grazie alla velocità d’esecuzione trovata da diversi suoi elementi.
Anche Manzato, pur uscito alla distanza, non è sembrato subito concentratissimo dall’inizio, e quella rete presa a freddo dopo nemmeno un minuto è sembrata aver condizionato il suo stato mentale iniziale. Chissà che contro il Kloten non venga finalmente il momento di Flückiger. Penalità finale a parte, Heikkinen ha giocato un’ottima partita, ritrovandosi un difensore propositivo, solido e di nuovo in rete, chissà che la pausa non gli abbia giovato. È stato più difficile il rientro di Vauclair, discretamente sicuro nei contrasti, ma ancora a corto di fiato ma il numero 3, per tornare in forma, deve solamente giocare. Di sicuro la pausa e le partite con la nazionale sembrano aver giovato a Schlumpf, autore di una prova difensiva molto ordinata e autore di una bellissima rete in apertura di secondo periodo.
Tra gli attaccanti si conferma in un gran momento Micflikier, che ha piazzato una rete e un assist, oltre a mostare una velocità d’esecuzione e di pensiero – vedasi l’assist per l’occasione mancata da Mclean davanti a Kilpeläinen – che sono oro per il gioco voluto da Fischer. Bravo e anche sfortunato Walsky, sempre alla ricerca di una produzione offensiva, ma spesso fermato dai portieri e dai pali, come in un’occasione nel terzo tempo.
È stata una partita difficile da leggere e giudicare, con un Lugano che ha mostrato due volti, prima di trovare un equilibrio nel terzo tempo, come spessissimo capita nei match susseguenti ad una pausa. Di sicuro la partita contro il Kloten darà segnali più precisi, ma una partita persa come quella di Zugo, condizionata da errori da mancanza di ritmo e episodi, non deve preoccupare.