FRIBORGO – Non aveva certo girato attorno al problema coach Patrick Fischer dopo le prime due partite della Nazionale sul ghiaccio di Friborgo, concluse con due sconfitte e una sola rete segnata.
L’allenatore aveva sottolineato la poca propensione dei suoi giocatori a mostrare la necessaria volontà nello slot offensivo, oltre a una generale mancanza di freddezza sotto porta. “I giocatori devono imparare a segnare, devono voler fare la differenza. I nordamericani vogliono fare la differenza in ogni azione”, aveva spiegato nel post partita.
In questo senso le risposte arrivate nella terza uscita contro la Finlandia sono state positive, ma solo in parte. La Svizzera è infatti finalmente riuscita a trovare una vittoria davanti al proprio pubblico – non era mai successo dall’entrata nell’Euro Hockey Tour – ma ha saputo ottenere solamente un gol, mancando anche stavolta molteplici occasioni dalle parti del bravo portiere Emil Larmi.
Senza i difensori Glauser e Karrer – oltre ovviamente all’infortunato Lehmann – lo staff rossocrociato ha confermato Ludovic Waeber tra i pali, che per il secondo match consecutivo ha garantito una bella prestazione.
Sul fronte offensivo invece sono state modificate sostanzialmente due linee, con Hofmann schierato al fianco di Thürkauf e Bertschy, mentre il rientrante Riat era schierato con Jäger e Biasca (questi ultimi due tra i migliori in pista). Simion era invece il 13esimo attaccante, ma è stato comunque coinvolto con sette minuti di ghiaccio e anche la presenza negli special teams.
Complessivamente i rossocrociati hanno giocato un buon match, con la chiara intenzione di dare maggiore intensità al proprio gioco, risultando più presenti in zona offensiva sin dalle prime battute. Il gol del vantaggio è arrivato dopo 14 minuti grazie a Bertschy, che a tu-per-tu con il portiere avversario ha sfruttato il bel passaggio dalle retrovie di Heldner.
Da lì in avanti la Svizzera è poi andata più volte vicina al raddoppio, ma è mancata forse un po’ di cattiveria per riuscire a sfruttare il buon numero di occasioni create. La Finlandia ha inoltre vissuto alcuni buoni momenti di crescita, e in quei frangenti Waeber è stato bravo a disinnescare più di un’iniziativa pericolosa.
Il portiere del Kloten non si è infatti fatto sorprendere nemmeno nel terzo tempo, quando la Finlandia ha potuto spingere anche grazie a un paio di powerplay, ma alla fine è arrivato il meritato shutout e per la Svizzera una vittoria nel complesso cercata. Per Fischer, però, il lavoro continua, perché davanti si poteva anche stavolta ottenere qualcosa di più.