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GERMANIA – SVIZZERA
2-3
(1-0, 0-2, 1-1)
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Penalità: Germania 8×2′ + 2×10′, Svizzera 8×2′ + 1×5′ + 1’20’ (Suri)
Note: 32’13” Rigore sbagliato da Hofmann
AUGSBURG – Una Svizzera sperimentale – ma anche precaria – quella portata da John Fust alla Deutschland Cup, con diversi neofiti scelti per dargli un’occasione di mettersi in mostra, ma anche con molte convocazioni dell’ultimo minuto causate da infortuni e defezioni varie.
Con il citato Fust quale head coach a interim, i rossocrociati hanno fatto una buona figura contro la Germania allenata dalla leggenda tedesca Marco Sturm, battendo i tedeschi proprio all’esordio del torneo.
In una partita sempre molto sentita dai tedeschi, Gogulla e compagni hanno cercato di sorprendere la Svizzera con il fore checking e il gioco fisico, soluzione risultata pagante almeno nel primo tempo. Martschini e compagni hanno sofferto l’iniziale foga messa in pista dai tedeschi, molto fisici e intensi ma spesso inconcludenti, cadendo in moltissime penalità (di cui una di partita pagata da Suri per un bastone alto) ma la Germania ha saputo trarre una sola rete a fronte di tutte quelle superiorità. Svizzera nell’occasione salvata dall’imperizia germanica, ma anche da un Conz in grande forma.
(PHOTOPRESS/Alexandra Wey)
Per prendere il sopravvento sui padroni di casa, la Svizzera ha cominciato così a metterci la velocità di pattinaggio e d’esecuzione, mettendo in difficoltà i tedeschi con queste qualità e un tasso tecnico comunque superiore.
Il risultato è stato così ribaltato in maniera quasi logica nel secondo tempo grazie a Moser e Hofmann, con il bianconero decisamente scatenato. Il numero 15, infatti, dopo aver trovato la rete si è procurato un rigore in inferiorità numerica – parato da Endras – e ha causato diversi grattacapi al portiere tedesco, che si è salvato anche con la traversa dopo un suo centro deviato con il pattino da un difensore.
L’errore dei rossocrociati è stato quello di non aver chiuso la contesa nei secondi 20’, permettendo il rientro dei padroni di casa nel periodo conclusivo. In un tempo più pasticciato da Pestoni e compagni, la Germania ha causato qualche pericolo di troppo pure in inferiorità numerica prima di raggiungere il pareggio con Boyle, ma la gioia del pubblico di casa è stata subito zittita dal definitivo 3 a 2 di Martschini in power play.
L’attaccante dello Zugo ha premiato una Svizzera incostante ma in generale migliore sul piano del gioco e dell’intensità, in grado di fare la differenza anche sul piano tecnico individuale, grazie anche alla serata di grazia di Martschini e Hofmann, costanti spine nel fianco della squadra di Marco Sturm.
Se non ci si potevano aspettare sfracelli in questo momento di “stallo” della Nazionale, la prova dei rossocrociati è da ritenersi comunque incoraggiante, per la grinta messa in pista da molti elementi tra cui diversi esordienti.
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