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Ambrì Piotta

La storia di ripete, l’Ambrì Piotta non colpisce nei momenti chiave

I biancoblù hanno avuto le chance per vincere, ma nelle fasi decisive è mancata convinzione e spavalderia. I punti lasciati per strada iniziano ad essere molti

La storia di ripete, l’Ambrì Piotta non colpisce nei momenti chiave

AMBRÌ – BERNA

2-3

(1-0, 1-1, 0-1; 0-1)

Reti: 12’47 DiDomenico (Maillet, Kubalik) 1-0, 22’35 Czarnik (Merelä, Baumgartner) 1-1, 39’38 Zaccheo Dotti 2-1, 41’05 Baumgartner 2-2, 61’23 Merelä (Baumgartner, Nemeth) 2-3

Note: Gottardo Arena, 6’662 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Borga; Obwegeser, Meusy
Penalità: Ambrì 2×2, Berna 3×2

Assenti: Isacco DottiTim Muggli (sovrannumero), Jesse Virtanen (assente)

AMBRÌ – Iniziano davvero ad avere un tratto comune troppo distinto le prestazioni dell’Ambrì Piotta, che continua ad avere l’incapacità di chiudere le partite e, di conseguenza, dopo 18 incontri ha ottenuto appena tre vittorie piene. D’altro canto, con appena cinque partite da zero punti, è tra le migliori della lega nel racimolare qualcosa dalle proprie prestazioni.

Si potrebbe insomma dibattere su quanto effettivamente sia negativo il cammino recente dei leventinesi, ma dopo il match contro il Berna, che ha di fatto confermato i limiti – sempre i medesimi – venuti nettamente a galla anche la sera prima a Bienne, sarebbe controproducente vedere il bicchiere mezzo pieno.

Sul fatto che la squadra di Cereda sia in grado di creare tante occasioni e di mettersi costantemente nella posizione di avere successo, non ci piove, ma tutto diventa inutile se poi non si affondano i colpi. Questo è un limite che parte dai singoli – c’è tanto impegno, ma nessuno degli elementi chiave sta vivendo un buon momento – ma che passa anche dall’approccio troppo timido quando si tratta di fare propri i momenti decisivi.

Oltre oceano lo chiamano “crunch time” e all’Ambrì attualmente manca la cattiveria e un po’ di sana spavalderia per convincere sé stesso di poter fare la differenza. Sabato lo si è visto nelle tre opportunità di powerplay avute in momenti molto importanti della gara, con quattro minuti praticamente consecutivi nel periodo centrale e poi un’occasione d’oro nel finale di terzo tempo, ma il gol non è arrivato.

È un peccato, perché anche contro gli orsi tutto sommato i leventinesi hanno costruito la loro partita, pur concedendo un po’ troppi spazi nel primo periodo, quando il Berna era uscito dagli spogliatoi ad alta intensità mentre l’Ambrì ha avuto bisogno di un po’ di tempo per sintonizzarsi sull’incontro. In quel frangente era comunque arrivata un’ottima occasione per Zwerger e poi il primo gol in biancoblù di DiDomenico, che ha ben dialogato con Maillet al termine di un’opportunità che sarebbe stato delittuoso non sfruttare.

Con un lineup rimescolato e che lamentava l’assenza di Virtanen – diventato papà di due gemelli – nel complesso i due stranieri ci hanno provato, pur mancando alcune altre chance – e pensiamo soprattutto a Maillet – ed operando in un blocco completato da un Kubalik arrivato davvero spento e confuso alla pausa.

Pesante nell’economia della sfida è stato inoltre il periodo centrale, il migliore per i leventinesi con ben 15 conclusioni in porta e controllato in buona parte sul piano del gioco. Tanto pattinaggio e un maggior ritmo hanno fatto una grande differenza, anche se davanti alla porta di Reideborn è mancata un po’ di grinta per far saltare il fortino degli orsi, e il gol nel finale di Zaccheo Dotti – in risposta al pareggio di Czarnik – è stato una ricompensa troppo magra per lo sforzo prodotto.

Una narrativa insomma già conosciuta, che, unita al pareggio immediato di Baumgartner poco dopo, ha riportato l’Ambrì ai piedi della scala. Una reazione c’è comunque stata – la voglia di andare a prendersi la vittoria si è vista – ma non è stata supportata da cattiveria e convinzione, soprattutto in quel powerplay nel finale mal giocato.

Pessimo poi l’epilogo dell’overtime, giocato in maniera davvero pasticciata e finito in maniera quasi inevitabile con il game winning goal di Waltteri Merelä, per tutta la serata uno dei migliori in pista e che di peso è andato a battere un Juvonen autore sin lì di varie parate importanti.

In tutto questo l’Ambrì ha di nuovo dovuto accontentarsi di un punticino, e la sensazione è che la pausa arrivi al momento giusto per una squadra che, nel giro di un paio di mesi, ha subito alcuni cambiamenti importanti e che manca ancora della chimica giusta nel reparto offensivo. Un paio di settimane di lavoro saranno utili per fare il punto e lavorare su ciò che ancora non funziona, a partire da powerplay e penalty killing che, arrivati a un terzo della stagione, sono statisticamente tra i meno performanti della lega.


IL PROTAGONISTA

Waltteri Merelä: Il power forward dei bernesi ha portato sul ghiaccio una volta di più una partita di grande sostanza, con un gioco fisico e molto diretto sulla porta protetta da Juvonen. Il finlandese ha vinto tante battaglie, creato spazi e gestito bene il disco, firmando il bell’assist valso l’1-1 di Czarnik e poi decidendo la sfida con un’azione personale all’overtime.


GALLERIA FOTOGRAFICA

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