GINEVRA – LUGANO
5-2
(1-1, 0-0, 4-1)
Reti: 13’46 Granlund (Marco Müller) 0-1, 19’36 Omark (Richard) 1-1, 44’15 Praplan (Filppula) 2-1, 51’12 Filppula 3-1, 57’45 Omark 4-1, 59’30 Bennett (Fazzini) 4-2, 59’47 Praplan (Karrer) 5-2
Note: Les Vernets, 5’076 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Hungerbühler; Stalder, Huguet
Penalità: Ginevra 5×2′, Lugano 2×2′
Assenti: Daniel Carr, Julian Walker (infortunati), Mikko Koskinen, Yves Stoffel (sovrannumero), Davide Fadani, Nicolò Ugazzi, Jari Näser, Alessandro Villa, Riccardo Werder (Rockets)
GINEVRA – Normalmente ci si andrebbe veramente cauti e quasi non ci si farebbe caso fino ad almeno tre settimane piene di campionato, ma per il Lugano la sconfitta patita in quel di Ginevra ha allungato la mano verso il cordino di una campanella d’allarme.
Il Lugano non segna, tanto semplice quanto in questo momento non proprio bene augurante in vista della sfida al Losanna di sabato e del derby alla Gottardo Arena di settimana prossima. E proprio a Les Vernets, contro un Lugano che ha presentato un attaccante straniero in più, Brett Connolly, che ha portato anche all’esordio di Niklas Schlegel, la squadra granata ha messo sul piatto la differenza che fanno un attacco efficiente e delle individualità in grado di decidere le partite anche da soli.
Certo, il quartetto di attaccanti stranieri a disposizione di Jan Cadieux – oltre ai difensori Tömmernes e Vatanen, che proprio dei signori nessuno non sono – è di quelli impressionanti, ma proprio per questo sono chiamati a risolvere le partite con i loro guizzi e la loro classe.
In fondo il Ginevra è stato ben controllato dal Lugano nel primo tempo, giocato molto bene dai bianconeri, ancora in parte nel secondo, per poi salire nella seconda metà di incontro, ma non ha mai preso il dominio totale del match, per questo appare ancora più ampia la differenza di efficienza offensiva tra le due squadre.
A Omark (in combutta con Richard) sono bastati due lampi o poco più per spaccare la difesa ospite, Filppula ha distribuito assist illuminanti ed in fondo la differenza è rimasta quasi prettamente su quel piano. Granlund sul fronte bianconero ha trovato la sua prima rete in campionato e in generale è sembrato in leggera crescita, ma con un Connolly appena arrivato, solo il finlandese e Arcobello sono sembrati in grado di trovare il colpo giusto, senza però mai riuscire ad affondarlo, per errori propri e una squadra che passata la metà pista ha veramente poche idee sul da farsi.
Stesso discorso – o persino peggiore – per quanto riguarda il powerplay, che fatica tremendamente solo a piazzarsi nel terzo, e in questo caso emerge anche la difficoltà dei bianconeri agli ingaggi – il Ginevra ha vinto il 61% degli ingaggi difensivi – che ha portato Arcobello e compagni a ripartire in seconda battuta dalle retrovie e a sbattere su una difesa ormai schierata.
E per fortuna, vien da dire, che la fase difensiva in funzione del recupero del disco e del contenimento all’azione lanciata ha la sua bella efficienza, anche se il Ginevra ha saputo sfruttare cinicamente i tre errori commessi dal Lugano nello slot davanti all’ottimo Schlegel, mentre i ginevrini sono stati graziati dagli attaccanti avversari in almeno lo stesso numero di occasioni davanti a Mayer.
In fondo fino al 3-1 granata il Lugano era perfettamente in partita e come successo contro i Lions martedì fino al vantaggio dei padroni di casa la partita sarebbe potuta pendere anche in favore dei ragazzi di McSorley, ma è apparso ancora una volta chiaro come al momento del 2-1 la partita potesse addirittura essere già finita contando sulle difficoltà del Lugano sul fronte offensivo.
Lo staff tecnico bianconero deve assolutamente trovare delle contromosse a questa “siccità”, la società aveva come obiettivo quello di una partenza lanciata e di incamerare più punti possibili già a partire dalle prime giornate, ma senza una svolta da trovare sabato contro il Losanna (rimasto a riposo venerdì) il piano del Lugano potrebbe subire una brusca interruzione e quello della sterilità offensiva diventare un fastidioso leitmotiv.
Tre reti in tre partite sarebbero troppo poche per qualunque squadra del campionato, per una come quella bianconera sono una vera miseria.
IL PROTAGONISTA
Linus Omark: Appena tornato in Svizzera ha ricominciato a brutalizzare le difese e anche quella del Lugano ha dovuto subire la legge dello svedese. Solo la sua visione di gioco può trovare certi pertugi sul ghiaccio, l’intesa con Richard è di quelle che possono fare male a chiunque e la tempistica con cui riesce a dare lezioni di efficienza offensiva è sempre disarmante.