PILSEN – LUGANO
3-2
(1-0, 1-2, 1-0)
Reti: 12’43 Nemec (Nedorost) 1-0, 31’28 Reuille (Sannitz) 1-1, 31’40 Nedorost (Gulas) 2-1, 37’22 Klasen (Lapierre, Lajunen) 2-2, 53’37 Nemec (Kracik, Kindl) 3-2
Note: Home Monitoring Arena, 4’172 spettatori. Arbitri Heikkinen, Prazak; Ondracek, Spur
Penalità: Pilsen 6×2′, Lugano 7×2′
PILSEN – Non inganni nessuno lo stretto risultato finale di 3-2 in favore dello Skoda Pilsen, solo l’imperizia degli attaccanti di casa e qualche salvataggio provvidenziale di Elvis Merzlikins ha impedito che l’esordio dei bianconeri nella Champions Hockey League si trasformasse in un naufragio.
E lo aveva capito subito il coach Greg Ireland quando, al 15’ sul risultato di 1-0 per i cechi, durante uno dei power break ha redarguito in maniera molto pesante la squadra, rea di risultare pigra, indisciplinata e senza la necessaria voglia di lottare per il disco, sempre secondi in ogni duello.
Riassunto in tre parole il “discorso” di Ireland ad un gruppo ancora in torpore estivo, ben si può capire lo spirito con cui il Lugano ha affrontato la partita della Home Monitoring Arena.
E non si possono certo tirare in causa le già ben note defezioni e anche se i bianconeri hanno affrontato il primo turno del torneo senza i vari Chiesa, Vauclair, Fazzini, Loeffel, bene ha fatto il coach a redarguire i suoi ragazzi ancora in questo preseason, perché in fondo il tempo per correggere c’è, ma certe cose non vanno trascurate.
Ciò che ha comportato una partita del genere da parte dei bianconeri è che sul piano tecnico è stato quasi impossibile giudicarli, annullati dal forecheck di Gulas e compagni per buona parte del match. Basti solo pensare che nel bruttissimo primo tempo, un Pilsen tutt’altro che in modalità “razzo” ha visto il suo portiere completamente inoperoso, con nessun tiro arrivatogli almeno nell’area di porta a parte qualche (pochi) tentativi dalla distanza finiti sulle reti.
Va detto che a causa delle numerose interruzioni per penalità (comunque create dal Lugano) è stato impossibile vedere la partita “decollare” per più di un cambio scarso, almeno nei primi venti minuti.
Solo l’incapacità dei padroni di casa ha permesso, come detto, di mantenere in partita Cunti e compagni (la sua linea con Jörg e Morini ci ha almeno messo più impegno) così che le reti giunte un po’ dal nulla di Reuille e di Klasen ha fatto sorgere qualche dubbio negli uomini di Cihak, prima che l’illusione venisse distrutta da Nemec, e forse paradossalmente per il bene del Lugano è stato meglio così.
Meglio perché in match nel quale i bianconeri hanno messo assieme appena una magra manciata di azioni ragionate, un risultato positivo potrebbe suonare da alibi, aldilà dei punti persi contro un avversario tutt’altro che irresistibile, con due o tre bianconeri al massimo (Morini su tutti) salvatisi dal marasma generale.
Una partita che non poteva essere del tutto classificata nemmeno da preseason, date le parole degli ultimi giorni sulle intenzioni di entrare in marcia alta proprio grazie alla Champions Hockey League ed è meglio che certe cose possano venir affrontate e risolte oggi.
Sabato a Banska Bystrika, per il secondo impegno di CHL sarà interessante valutare se la sfuriata di Greg Ireland avrà portato i suoi frutti.