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Interviste

Kull: “A Herisau c’è tanta passione, felici di ospitare il torneo che vedrà in pista l’Ambrì”

Lo storico allenatore dei portieri del Davos si racconta: “Il nostro scopo a Herisau è di fare divertire i giovani e permettergli di progredire. Gilles Senn? È migliore rispetto a quanto mostrato negli ultimi anni, ad Ambrì farà bene”

(HCD)

HERISAU – Herisau è sempre stata una cittadina di hockey. Certo, i fasti della Lega Nazionale sono ormai lontani da tanti lustri, la squadra milita in Prima Lega, ma la tradizione non è mai andata persa e la passione è immutata.

La località appenzellese ha continuamente sfornato grandissimi giocatori. Qualche nome tra passato, presente e futuro? Jörg Eberle, Jonas Hiller, Beat Forster, Timo Meier e Rodwin Dionicio.

Dal 29 agosto al primo settembre Herisau sarà teatro della 1881-Bear’s Cup, torneo organizzato assieme al Wil e che vedrà la partecipazione di Ambrì Piotta, Kloten, IFK Helsinki e Litvinov. Un casting di tutto rispetto. Con Marcel Kull, 71enne ex storico allenatore dei portieri del Davos, nativo di Herisau e membro del comitato organizzativo della manifestazione, abbiamo discusso del torneo e più in generale dell’importanza del disco su ghiaccio nella regione.

Marcel come stanno andando i preparativi in vista del torneo, c’è tanto da fare?
“Sta andando tutto bene. È chiaro che c’è molto da preparare a livello organizzativo. Solo da poco più di due settimane sappiamo che il torneo si svolgerà qui a Herisau e non più a Wil, quindi il tempo non è parecchio. Siamo grati agli organizzatori di Wil che ci stanno dando una mano nell’ultimare i preparativi”.

Il torneo era appunto inizialmente previsto come da tradizione a Wil, ma è poi stato spostato a Herisau, come mai?
“C’erano dei problemi tecnici legati soprattutto all’impianto dell’acqua, in sostanza è troppo caldo per riuscire a creare un ghiaccio decente a Wil. Si è dunque andati alla ricerca di alternative e grazie in particolar modo a Markus Bachschmied – che è il presidente del club 42, il gruppo dei donatori dell’Herisau – si è arrivati a questa soluzione. Per Markus, il quale ha giocato nell’Ambrì per oltre due stagioni nella prima metà degli anni ’90, il club leventinese rappresenta sempre qualcosa di importante, è una questione di cuore. Grazie quindi al suo appoggio e impegno il torneo è stato spostato a Herisau”.

Per voi l’organizzazione della manifestazione in così poco tempo è sicuramente un grande impegno, ma l’evento rappresenta anche un’enorme opportunità…
“Certo. D’altronde Herisau ha alle spalle una grande storia. Qui si sono disputati diversi Mondiali, come ad esempio quelli giovanili nel 1974 e anche tante partite amichevoli internazionali. Inoltre la nostra pista è appena stata dotata di balaustre di nuova generazione, modernissime, e pure le poltroncine delle tribune sono nuove di zecca. Per noi questo torneo è dunque ulteriormente una bella piattaforma e una splendida occasione per mostrare queste novità”.

Già, e poi il cast delle partecipanti è di valore…
“Esatto, IFK Helsinki è una grandissima squadra, lo stesso discorso vale anche per i cechi del Litvinov e per le nostre due squadre di National League, ovvero Kloten e Ambrì: sarà molto interessante vederle all’opera a poco dall’inizio del campionato”.

Un aspetto bellissimo è quello legato alla beneficenza. Avete previsto di devolvere una parte degli incassi alla Valle Maggia, colpita dai terribili disastri metereologici…
“Qui in Appenzello abbiamo visto le bruttissime immagini televisive in merito ai disastri e siamo rimasti molto colpiti. Abbiamo quindi contattato Jörg Eberle, che di Ticino se ne intende, e Claudio Simion, membro della locale società hockeistica. Conosco Claudio dai tempi di Davos, quando suo figlio Dario giocava per i grigionesi. Volevamo assolutamente fare qualcosa, dare un contributo e dunque abbiamo deciso di devolvere 5 CHF di ogni biglietto a favore delle vittime del maltempo in Valle Maggia. Oltre a ciò ci saranno sul posto ancora altre piccole azioni a tal proposito. Pensiamo e speriamo di riuscire a raccogliere una bella somma al fine di dare un aiuto”.

Hai qualche consiglio extrahockeistico per i tifosi ticinesi che arriveranno in loco e magari vorranno trascorrere qualche giorno nella vostra bellissima regione?
“C’ê l’imbarazzo della scelta. Ad esempio una bella gita in montagna al Säntis oppure al Kronberg, mete veramente magnifiche. Pure il villaggio di Appenzello merita sempre una visita. Inoltre ci sono tanti buoni ristoranti. Insomma ce n’è per tutti i gusti e sono convinto che la gente troverà diverse belle cose da fare e ammirare qui da noi”.

Torniamo in ambito sportivo. L’hockey che conta manca da tanto a Herisau, i tempi dei vari Vilgrain, Vlk, Dolana, Belanger sono lontani. Secondo te è verosimile tra un po’ di anni un ritorno in Lega Nazionale oppure a livello di infrastrutture e finanziario è praticamente impossibile?
“Nello sport non si sa mai, si scrivono sempre delle storie inaspettate, chi lo sa. Di certo non è l’obiettivo e sarà molto difficile rispettivamente improbabile. L’obiettivo è di avere un club sano, bello e aiutare lo sviluppo dei giovanissimi, continuare a forgiare qualche ragazzo che riesca ad arrivare sino ai massimi livelli. Il nostro scopo è di fare divertire i giovani e dar loro una piattaforma per farli progredire. A proposito di Ambrì, Dominic Zwerger per esempio ha giocato per un periodo qui a Herisau da ragazzo. L’ultimo nostro giovane che sta riuscendo a fare il grando salto è invece il difensore Rodwin Dionicio, fresco di firma con Anaheim”.

Anche senza essere ai massimi livelli, l’hockey vive eccome ad Herisau…
“È così, il merito è di persone come Markus Bachschmied. Lui e altri ancora fanno vivere la nostra realtà e si adoperano quotidianamente a favore di questo sport e del club”.

Parliamo ora un po’ di te. Sei tornato nella tua Herisau a goderti la pensione, dopo oltre 20 anni trascorsi a Davos in qualità di allenatore dei portieri. Sei una figura di culto e fonte d’ispirazione per molti giovani. Ai tempi eri praticamente un precursore. Ti manca questa attività?
“Quando sei così un fanatico di quello che fai è ovvio: al momento di smettere subentra un po’ di malinconia. Qualcosina in questo ambito lo faccio ancora, ma non più con un mandato. Aiuto un pochettino il club assieme appunto a Bachschmied. Markus è tra l’altro uno dei primi portieri che ho allenato ad aver fatto carriera. Quando si lavora insieme per parecchi anni si crea spesso una connessione particolare tra le persone, questo è il nostro caso”

Hai allenato tantissimi portieri a Davos, alcuni davvero molto forti, penso in particolare ai giovanissimi Hiller e Genoni. Avevi immediatamente intuito di trovarti di fronte a due gemme che avrebbero fatto delle grandissime carriere oppure no?
“All’inizio non puoi mai veramente sapere cosa accadrà. Dipende dal portiere, è lui che deve avere una volontà immensa. Certo, mi ero accorto che entrambi avevano un bel potenziale e ottime capacità. Disponevano di quel qualcosa, ma poi sta appunto all’atleta sfruttare le sue qualità e più in generale migliorarsi. Alla fine è lui ad andare in porta. E poi un estremo difensore deve pure essere capace a superare i momenti difficili che durante il corso di una carriera sono inevitabili. Se sono i più forti che abbia mai allenato? Forse sì, ma ce n’erano degli altri pure molto bravi, è difficile stilare delle classifiche. Citerei ad esempio anche un Sandro Aeschlimann, capace di fare una grande progressione. E tra i più giovani aggiungerei il 19enne Nils Bächler, vedremo se riuscirà pure lui a sfondare. Più in generale in Svizzera dobbiamo veramente dare tante possibilità ai nostri ragazzi e limitare gli innesti di estremi difensori stranieri, altrimenti alla lunga rischiamo di pagare un conto salato”.

A proposito di portieri che hai avuto alle tue dipendenze, al torneo rivedrai il neo biancoblù Gilles Senn in azione. Cosa puoi dirci di lui?
“Gilles è un ragazzo estremamente ambizioso, un lottatore, un tipo onesto e un grande lavoratore. È molto migliore rispetto a quanto mostrato nelle ultime stagioni a Davos. L’avventura oltreoceano lo ha un po’ frenato, ha dovuto ingoiare tanti rospi. Sono convinto che ad Ambrì farà molto bene. In Ticino adesso ho l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i miei vecchi portieri: andare alla Gottardo Arena a vedere Senn oppure andare alla Cornér Arena per seguire Van Pottelberghe? (Marcel ride ndr). Pure Joren è un ottimo elemento”.

Ora che sei in pensione, oltre alle attività in seno all’Herisau cosa fai?
“Sono il classico pensionato che non ha mai tempo. Ho parecchio da fare con la casa e in particolar modo il grande giardino da tenere in ordine. Mio figlio inoltre ha un ristorante e quindi spesso lo aiuto. Ho infine ancora un appartamento a Davos e ogni tanto torno nei Grigioni per salutare i vecchi amici. Insomma non mi annoio mai e sono sempre in giro”.

Già che parli di vecchi amici, inviterai Arno Del Curto al torneo?
“Sicuramente, siamo sempre tuttora in contatto. Speriamo che abbia voglia di tornare a fare un giro ad Herisau. Lui qui in fondo è di casa, allenò il club in LNB a cavallo degli anni ‘90”.

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