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Interviste

Kristof: “L’hockey in NL è diverso da quello a cui ero abituato, l’atmosfera mi ha colpito”

Lo slovacco è appena arrivato a Langnau: “Ho semplicemente cercato di non strafare, di giocare semplice, e poi, con il passare dei minuti, cambio dopo cambio, è andata sempre meglio. Da qui spero di poter progredire”

AMBRÌ – Per il 31enne slovacco Michal Kristof non poteva iniziare meglio la nuova avventura elvetica. Il suo Langnau ha espugnato la Gottardo Arena al termine della prima partita giocata in National League.

“Prima di tutto voglio sottolineare l’atmosfera, è bellissimo per qualsiasi giocatore poter scendere sul ghiaccio davanti a un pubblico simile. Ti dà ulteriore carica, più energia e motivazione. L’hockey in Svizzera è decisamente diverso rispetto a quello a cui ero abituato. Specialmente nel primo tempo è stato molto difficile per me entrare nel vivo del gioco. Ho semplicemente cercato di non strafare, di giocare semplice, e poi, con il passare dei minuti, cambio dopo cambio, è andata sempre meglio”.

È stata una sorpresa per te questo trasferimento da Sochi a Langnau?
“È successo tutto molto in fretta, sono davvero felice di essere qui e di essermi già ambientato bene. Il club e i compagni mi hanno accolto molto bene e si sono presi cura di me. Sono molto contento di poter fare parte di questo gruppo”.

Quando sei arrivato in Svizzera?
“Sono arrivato due giorni fa, in sostanza ho potuto svolgere un solo vero allenamento prima del debutto. Ho trascorso la mia prima notte, poi il warm-up mattutino e via verso Ambrì. È bello che nei prossimi giorni ci siano diverse partite, così potrò entrare bene nei meccanismi della squadra e integrarmi perfettamente”.

Come mai hai optato per questa soluzione?
“Ne avevo discusso con mia moglie. Abbiamo un piccolo figlio e volevamo essere in Europa, evitare lunghi viaggi e trascorrere più tempo insieme. Questa è stata la ragione principale”.

Cosa conosci già del nostro hockey?
“Non molto. Quando giocavo nella Nazionale slovacca alla Deutschland Cup sfidavamo sempre la Svizzera, e poi ovviamente anche ai Mondiali. Ho sempre visto una Nazionale che pratica un hockey strutturato e compatto con tutti e cinque i giocatori di movimento”.

Come ti descriveresti?
“Sono uno che lavora duro, cerco di essere bravo sia nella fase offensiva che in quella difensiva, un attaccante two-way, insomma”.

A livello di forma, come stai? Sei già al massimo?
“A Sochi mi allenavo e giocavo normalmente, quindi non sono indietro di condizione. Chiaro che, dopo un lungo viaggio, magari hai una piccola flessione e impieghi qualche giorno per tornare al massimo della forma. Credo sicuramente di poter ancora progredire, e spero che tutto andrà bene e che la squadra continuerà a vincere”.

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