AMBRÌ – Quando le cose vanno male, non c’è verso di cambiarle. È ciò che avranno pensato i 6’359 tifosi accorsi in massa alla Valascia nell’uggioso pomeriggio di domenica. La truppa di Cereda si è resa protagonista di una partita insolita, soprattutto se paragonata alle prestazioni del recente passato.
Aggressivi ma pasticcioni, sin dai primi minuti i biancoblù hanno faticato soprattutto a costruire delle trame lineari, e con il passare dei minuti il gioco si è fatto confuso e carico di errori. Un vero peccato, vien da dire, perché contro questo Friborgo – tutt’altro che trascendentale – l’Ambrì Piotta avrebbe potuto e dovuto fare di più, come ci ha confessato un delusissimo Diego Kostner.
“Non abbiamo portato la nostra identità sul ghiaccio. Sin dai primi minuti siamo stati troppo passivi, abbiamo concesso loro troppo spazio e non abbiamo messo sufficiente pressione sul portatore di disco. Il 5-2 è una diretta conseguenza della nostra prestazione, lontanissima da quella del weekend passato”.
Avete faticato a creare delle trame veloci, ficcanti e soprattutto lineari. Come spiegare queste difficoltà emerse in un pomeriggio così importante?
“Credo possa essere imputabile ad una mancanza di lavoro duro e costante per tutti i sessanta minuti. Non abbiamo fatto abbastanza e una squadra come la nostra non se lo può permettere. Se vogliamo raccogliere punti preziosi dobbiamo giocare con fiducia, tranquillità e, soprattutto, aggressività. Non è stato il caso questo weekend. Da lunedì torneremo a rimboccarci le maniche come abbiamo sempre fatto”.
È stata una giornata storta in cui anche le cose più semplici sono apparse complicate. Diventa davvero difficile cambiare l’inerzia di una sfida quando le cose vanno in questo modo…
“È vero. In queste situazioni molto spesso sopraggiunge una certa frustrazione che poi non fa altro che complicare una situazione di per sé già difficile. Questo però non dovrebbe succedere. Dobbiamo essere bravi a mantenere calma e lucidità, perché abbiamo dimostrato in più di un’occasione di avere le qualità per poter girare le partite. Domenica non abbiamo disputato una grande prova, tutt’altro, ma come a Bienne siamo comunque riusciti a rimanere in partita fino a 10 minuti dalla terza sirena… Non possiamo pensare di poter chiudere le partite nel primo tempo. Dobbiamo essere pronti a sudare per sessanta minuti, e contro il Friborgo, purtroppo, non lo abbiamo fatto”.
Nella prima parte di stagione l’Ambrì aveva fatto del powerplay una delle sue armi vincenti. Ultimamente però faticate enormemente a concretizzare. Cosa ha smesso di funzionare?
“Effettivamente si tratta di un limite venuto a galla nelle recenti sfide. Anche a Bienne non siamo riusciti a concretizzare le occasioni create, e lo stesso è accaduto alla Valascia. Tanti, troppi powerplay non sono stati sfruttati… Contro il Gottéron abbiamo faticato a crearci delle occasioni da gol limpide, ed è per questo che in settimana ci focalizzeremo in maniera particolare sulle situazioni speciali. In futuro dovremo cercare di portare più dischi in porta, cercando qualche rebound che apra la difesa e che ci permetta poi di sfruttare quei passaggi in mezzo al box. Credo sia prettamente una questione di spazi…”
Il tuo lavoro rimane fondamentale per il gioco di Cereda. Forse, a differenza della passata stagione, stanno arrivando meno punti da parte tua. A livello personale sei soddisfatto del tuo campionato?
“Chiaramente sarei più contento se riuscissi ad andare regolarmente in rete, ma devo ammettere di essere piuttosto soddisfatto della mia stagione. Al momento il disco non vuole saperne di entrare con regolarità, ma ciò che conta è che assieme alla mia linea riusciamo ad aprire gli spazi, andando a creare delle occasioni da rete. Noi cerchiamo di concentrarci in maniera particolare sull’aspetto difensivo… Nell’ultimo periodo siamo riusciti a concretizzare un pochino di più le nostre occasioni, e questo fa sicuramente piacere. È bello poter aiutare la squadra anche a livello realizzativo”.