AMBRÌ – Nello sport le cose possono cambiare molto velocemente e questo Johnny Kneubuehler lo sa bene. Giunto in leventina la scorsa stagione, il numero 11 ha impiegato un intero campionato per trovare spazio in rosa e ora che ci è riuscito si sta rivelando una delle soprese più piacevoli di questo inizio di torneo.
Anche sabato sera, in occasione della difficile sfida contro il Rapperswil, il 23enne ha saputo distinguersi sul ghiaccio, portando in pista quella determinazione valsa l’assist dell’importante raddoppio di Neuenschwander. “Siamo soddisfatti, è stata una buona partita e abbiamo meritato di vincere”, ha commentato (volutamente in italiano) Kneubühler.
“Siamo stati aggressivi quanto bastava per essere competitivi e i nostri sforzi sono stati ripagati. Nonostante un leggero calo nel terzo periodo abbiamo retto bene la pressione e il quarto gol di serata ha sciolto qualsiasi tensione. Molto positive sono state le situazioni speciali, specie il boxplay, così come l’assetto difensivo. Serviva una chiara reazione dopo Zugo e questa c’è stata”.
Tutto bene fino al gol del 3-1, momento in cui avete perso leggermente la bussola concedendo al Rapperswil di rientrare. Cos’è successo?
“Non abbiamo fatto nulla di particolarmente sbagliato. Loro, semplicemente, sono riusciti a trovare la prima rete e questo gli ha dato fiducia. Come ho detto abbiamo giocato bene le situazioni speciali ma in quell’occasione non siamo riusciti ad arginare i loro attacchi. A quel punto abbiamo iniziato a percepire un po’ di tensione perché era evidente quanto ci credessero. Poi gli eventi ci hanno giocato contro, è arrivata quella rete fortunosa e lì il nervosismo ha rischiato di prendere il sopravvento. Con la giusta lucidità abbiamo cercato di essere furbi e nel momento di maggiore pressione ci siamo guadagnati una penalità fondamentale. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene”.
In queste prime partite uno dei limiti è rappresentato da una certa sterilità offensiva. Contro i Lakers però siete riusciti a colpire in quattro occasioni e sempre in momenti decisivi…
“È vero, specialmente la seconda rete di D’Agostini ci ha tolto un bel peso dalle spalle. Fatichiamo a segnare, non è un segreto, ma continuamo a lavorare bene seguendo le linee guida del coach. Capitano serate in cui il disco entra più facilmente di altre, così è lo sport. Ciò che conta è continuare a lavorare duramente e nel modo giusto, poi i risultati sono (spesso) una conseguenza del tuo operato”.
Sei una delle note positive di questo inizio di stagione. Cosa è cambiato rispetto a quella passata?
“È più facile quando senti di avere dalla tua la fiducia dell’allenatore. Questa però va guadagnata e io, nel corso dell’estate, ho lavorato duramente per conquistarla. Ho provato a prendere le cose con maggior leggerezza, con la giusta serenità, tenendo alto l’umore anche laddove c’era poco da stare allegri. Questa è stata la mia più grande conquista e tutto ha influito sulle mie performance. So ciò che il coach vuole: velocità e aggressività, e sono entrambe componenti che mi caratterizzano come giocatore per cui bastava solo riuscire a farle affiorare. Sta a me, ora che sento di aver guadagnato la fiducia dello staff tecnico, di proseguire su questo mio percorso di crescita”.
Lo scorso campionato tu e Kienzle siete stati gestiti in maniera simile dallo staff: spesso in tribuna oppure in pista coi Rockets. A differenza sua però tu sei rimasto in Leventina. Un segnale forte che la società, nonostante tutto, ha continuato a credere in te…
“Ed è proprio quello che ho percepito. La passata stagione ho peccato di maturità, ero giovane e arrivavo da una realtà molto diversa. Come detto, rispetto a un anno fa ho fatto dei passi avanti a livello mentale, ho smesso di cedere di fronte alle negatività e ho iniziato a prendere sempre il lato positivo delle cose. Nella vita hai due opzioni: lasciarti andare o reagire. Io ho scelto la seconda e ora eccomi qua, concentrato più che mai sul presente”.