AMBRÌ – È un Johnny Kneubuehler emotivamente provato, quello che si è presentato nei corridoi della Gottardo Arena per le interviste di rito di fine partita.
Dopo essere stato acclamato dalla Curva, il numero 11 ha salutato per l’ultima volta una tifoseria che in questi sei anni lo ha visto crescere e svilupparsi. “È orribile dovermene andare in questo modo”, ha dichiarato rattristato il 27enne. “Avrei tanto voluto che finisse diversamente. Sono solamente arrabbiato e mi dispiace tanto per non essere riuscito a regalare un po’ di gioia a questo pubblico straordinario”.
Cosa ci puoi dire della partita?
“Al momento non ho molta voglia di parlarne. Sono deluso, triste e arrabbiato. Non ho nemmeno la lucidità per analizzarla. Non voglio essere scortese ma al momento vedo solo negatività”.
A fine partita il pubblico vi ha però applaudito a lungo, a conferma di una stagione che si può ritenere più che positiva per il club. Non sei d’accordo?
“Di certo non è mancato l’impegno, e in fondo anche i risultati ci hanno dato ragione. Abbiamo raggiunto l’ottavo posto e abbiamo lottato fino alla fine per entrare nei playoff. Ma, come detto, al momento mi è difficile vedere le cose positive. Forse tra qualche giorno mi renderò conto che qualcosa di buono è stato fatto, ma non adesso. Sono troppo abbattuto”.
Sei arrivato in Leventina a 22 anni, hai disputato sei stagioni con la maglia dell’Ambrì e col tempo ti sei ritagliato un ruolo importante ma, soprattutto, l’affetto e il rispetto del pubblico per il tuo impegno. Come sono stati questi anni?
“Bellissimi ed indimenticabili, e proprio per questo è ancor più dura uscire così (si commuove, ndr.). Voglio ringraziare il pubblico per il sostegno. In questi anni ho percepito il calore della gente e mi sono sentito a casa, come parte di una grande famiglia. Non sono frasi fatte quando dico che questo club ha davvero qualcosa di speciale. Devo molto all’Ambrì e mi mancherà tantissimo questa organizzazione. Era però giunto il momento per me di tornare a casa… Il rimpianto è di tornarci senza aver ottenuto qualcosa di grande per una società che se lo merita di tutto cuore”.