BIASCA – Uno degli ingaggi più importanti portati a termine da Paolo Duca per il suo Ambrì Piotta targato 2018/19 è sicuramente quello di Lorenz Kienzle, difensore d’esperienza che trascorrerà le prossime tre stagioni in Leventina. Lo abbiamo incontrato al termine del consueto allenamento estivo al Vallone di Biasca.
Lorenz Kienzle, per te il Ticino non è certo una novità… Come stanno andando le prime settimane in biancoblù? Che gruppo hai trovato?
“L’impatto iniziale è stato sicuramente positivo, conoscevo praticamente metà dei giocatori e questo ha contribuito alla mia integrazione. Sono davvero molto felice di essere qui, in un luogo che amo come il Ticino. Lavoriamo intensamente ogni giorno e i ragazzi, sin dai primi allenamenti, stanno spingendo parecchio a livello fisico. In queste fasi di lavoro c’è allegria, ma questo non ci distrae dallo spingerci al limite e di aiutarci l’un l’altro. Vedo molta grinta da parte di tutti… Grinta che poi vogliamo portare sul ghiaccio alla ripresa degli allenamenti”.
Dopo aver subito un infortunio molto grave alla gamba – che ha messo in dubbio la tua carriera – che importanza ha questa fase di preparazione atletica?
“A livello personale, indipendentemente dall’infortunio, l’estate è un periodo estremamente importante perché è lì che getto le basi per la mia stagione. Spesso gli infortuni capitano proprio a causa di una preparazione estiva svolta non proprio nel migliore dei modi… Poi, ovviamente, ci sono infortuni che sono indipendenti dalla preparazione atletica, come quello capitatomi a Friborgo. Ad ogni modo reputo il periodo estivo come un momento decisivo per la stagione di ogni giocatore. Una preparazione ben fatta può davvero darti quel qualcosa in più nel corso dell’intero campionato. Il mio obiettivo è di arrivare al top della forma alla mia prima partita in biancoblù”.
L’infortunio è dunque acqua passata e hai recuperato al 100%?
“Forse al 100% non ancora, perché il muscolo ogni tanto soffre ancora un po’… Diciamo però che sono vicino al pieno recupero e che sul ghiaccio non percepisco alcun problema”.
Cereda è un coach che apprezza molto i giocatori dalla forte personalità. Questa sarà una delle caratteristiche che potrai portare in questa squadra…
“Ho vissuto tante stagioni in tante realtà diverse. Zurigo, Lugano e Friborgo mi hanno permesso di crescere molto a livello sportivo. In questa squadra giovane sono uno dei più anziani (ride, ndr.). Sono un giocatore che sa come fare per raggiungere grandi risultati. Per quanto mi riguarda, cercherò di portare in pista tanta grinta e voglia di vincere, e spero di trasmettere questa energia positiva a tutti i miei nuovi compagni di squadra. Voglio mostrare ai giovani che con la giusta dose di grinta si possono raggiungere ottimi risultati”.
D’altra parte sappiamo bene come Cereda sia un coach molto esigente, che non regala nulla a nessuno…
“Esatto, ne sono consapevole ed è giusto che sia così. Come i miei compagni, dovrò guadagnarmi la fiducia dell’allenatore e di tutto lo staff tecnico. Per fare questo ho intenzione di portare tanta grinta sul ghiaccio, ma anche una certa calma per quanto concerne il reparto arretrato. È importante che una difesa giochi in modo semplice, uscendo dal terzo con un primo passaggio pulito. Questa è anche una delle mie forze e cercherò di sfruttarla. Ci sono diversi ottimi difensori in questa squadra e, come detto, a nessuno viene regalato niente. Lavorerò duramente per guadagnarmi il posto”.
Per te questa è stata anche una decisione famigliare, ritornare in Ticino. Quanto è importante avere al tuo fianco la tua famiglia?
“È importantissimo. Quando mi sono trasferito a Friborgo, mia moglie e mia figlia sono rimaste in Ticino e in quei due anni oltre Gottardo ho sofferto davvero molto la situazione. Ero solo e non stavo bene. Non volevo continuare così. Per un padre è terribile non poter vedere regolarmente la propria figlia. Non ha senso. Per questo motivo decisi che se non avessi firmato in Ticino avrei posto fine alla mia carriera di giocatore. Ambrì mi ha dato ciò che volevo e io darò tutto me stesso per ripagare la società biancoblù”.
Come ti immagini il tuo ritorno a Lugano? Dopo quell’episodio con Lajunen sarà una serata sicuramente intensa…
“Sarà molto particolare. Lo era già quando portavo i colori burgundi, figuriamoci ora. Vorrei ribadire che quanto successo nel corso dei playoff con Lajunen è stato un incidente involontario. Si è trattato di una bastonata come tante, che non aveva alcuna intenzione di ferire il giocatore. Dalla foga del momento il colpo è stato più forte del previsto e sfortuna ha voluto che colpissi proprio il dito del bianconero. Nel corso dei playoff ho assistito ad alcune partite dalle tribune della Resega. Il 50% dei tifosi era contento di vedermi, l’altro 50% un po’ meno (sorride, ndr.). Questo è lo sport. Voglio che sia chiaro a tutti che da questo momento in poi darò il 100% alla causa biancoblù. Poco importa cosa dice e pensa la gente. Questo è il futuro che ho scelto”.