BIENNE – AMBRÌ
4-5
(1-0, 1-3, 2-1; 0-1)
Reti: 18’43 Kessler (Sallinen, Rathgeb) 1-0, 25’04 Lilja (Heed, Spacek) 1-1, 26’09 Bürgler (Terraneo) 1-2, 29’14 Haas (Kessler, Burren) 2-2, 36’46 Kostner (Lilja, Pestoni) 2-3, 49’03 Grossmann (Brunner, Olofsson) 3-3, 58’54 Virtanen (Pezzullo, Spacek) 3-4, 59’44 Haas (Pokka, Grossmann) 4-4
Rigori: Bürgler, Dauphin, Spacek
Note: Tissot Arena, 5’655 spettatori
Arbitri: Wiegand, Ruprecht; Meusy, Huguet
Penalità: Bienne 2×2 +1×5 + 1×20, Ambrì 5×2
Assenti: Dominic Zwerger, Isacco Dotti, Dario Wüthrich (infortunati), Benjamin Conz (assente), Valentin Hofer (sovrannumero)
BIENNE – È successo davvero di tutto nella sfida tra Ambrì Piotta e Bienne, che dal punto di vista dell’intrattenimento ha regalato agli spettatori praticamente ogni tipo di emozione che si potrebbe desiderare da una partita di hockey, tant’è che la battaglia tra le due squadre è stata estremamente divertente da seguire.
Certo, dalla prospettiva leventinese si può recriminare per quel pareggio incassato a soli 16 secondi dal termine dopo aver segnato il gol potenzialmente decisivo al 58’54, ma non si deve nemmeno dimenticare una prima parte di gara in cui la squadra di Cereda si è trovata spesso nei guai ed è stata salvata da uno Juvonen superlativo.
Per i primi 25 minuti di partita i leventinesi hanno infatti pagato le troppe penalità – pure evitabili – che, oltre a permettere a Kessler di portare in vantaggio il Bienne, hanno rappresentato un ostacolo in termini di ritmo. Così è infatti quasi impossibile entrare in partita contro un avversario tecnico e veloce, che ha mantenuto costantemente il possesso del puck mentre i leventinesi erano alle prese con cambi irregolari e le relative difficoltà nell’entrare nel flusso del match.
L’Ambrì si è ritrovato a concedere spesso qualche metro di troppo, spazi che Haas e banda hanno sfruttato per costruirsi un numero importanti di occasioni dalle parti di Juvonen. Le difficoltà in forecheck e nel tenere il disco profondo hanno impedito al portiere di avere momenti di respiro, e quando la musica non sembrava essere cambiata nei primi cambi del periodo centrale si poteva temere il peggio.
Nel giro di un minuto i biancoblù hanno però cambiato completamente le carte in tavola. Lilja ha infilato il pareggio su perfetto suggerimento di Heed, mentre poco dopo è stato Bürgler a superare Van Pottelberghe con una giocata eccezionale che merita di essere riguardata più volte.
A quel punto il risultato era oggettivamente un po’ bugiardo, anche solo considerando il bilancio dei tiri che parlava di 22-4 in favore dei seeläander. Le due reti leventinesi hanno però cambiato anche l’inerzia della sfida, che si è fatta finalmente “vera” e combattuta, con occasioni su ambo i fronti ed il pareggio di Haas a cui ha risposto Kostner in superiorità. Il powerplay è così tornato a colpire, sfruttando i cinque minuti rimediati da Rajala per aver colpito con una bastonata tra le gambe Brüschweiler, guadagnandosi una doccia anticipata.
Molto intelligente in quel frangente l’assist di Lilja, che martedì ha probabilmente disputato la sua miglior partita in biancoblù con un gioco mai appariscente o elegante, ma con la costante capacità di essere pericoloso e d’impatto. Senza tanti fronzoli, è ora il top scorer della lega.
Maiuscola anche la prova di Dauphin, forse non nella prima parte ma determinante nell’epilogo, con una presenza costante ed una grande forza fisica nel gestire il disco alle assi. Centrale una volta di più il suo contributo ai faceoff (15 vinti con il 65% di riuscita), ed in generale per un atteggiamento che ha sempre trasmesso sicurezza.
Ingrediente quest’ultimo che è stato importante nei pazzi 25 minuti finali, con il nuovo pareggio di Grossmann ed il gol di Virtanen al 58’54 che sembrava poter essere decisivo. Il filo conduttore della partita è però stato un equilibrio davvero fragilissimo – poco prima del 3-4 era stato il Bienne ad andare vicinissimo al gol dopo un errore di Fohrler – questo soprattutto grazie all’atteggiamento tutt’altro che attendista delle due squadre.
Ambrì Piotta e Bienne non hanno infatti mai rinunciato a giocare, ed anzi hanno cercato sino all’ultimo secondo di ottenere la vittoria, prendendosi anche qualche rischio in fase di costruzione. Peccato per i biancoblù incassare il 4-4 di Haas ad appena 16 secondi dal termine, ma tutto sommato l’overtime appariva a quel punto l’epilogo giusto per la bella battaglia vista in pista.
Avvincenti ma anche un po’ nervosi i cinque minuti aggiuntivi, con Sallinen nelle vesti della “peste” che ha fatto ammattire i biancoblù per alcuni interventi al limite e non ravvisati dagli arbitri, su tutti uno su Spacek (piuttosto evidente) a cui ha fatto seguito poco dopo la penalità fischiata a Kneubuehler. Alla fine nessuna delle due squadre ha trovato il gol, nonostante il 2-contro-0 sciupato da Virtanen su suggerimento di Bürgler.
Nel finale c’è poi stato spazio per un’ulteriore colpo di scena, con Matikainen che ha optato – in maniera sicuramente singolare – di sostituire Van Pottelberghe con Säteri, mandando così tra i pali il finlandese completamente a freddo. Bürgler, Dauphin e Spacek hanno fatto pentire il coach della scelta, mentre sull’altro fronte Juvonen ha bloccato tutti i tentativi del Bienne.
La squadra di Cereda ha così portato a casa due punti preziosi, al termine di una partita sicuramente non “canonica” nel suo svolgimento, e che ha visto i biancoblù cadere ancora nell’errore di concedere fette importanti di incontro a seguito delle troppe penalità.
La squadra ha ribadito di avere il carattere per reagire alle difficoltà, anche se presto si dovrà trovare una maggiore stabilità nelle prestazioni. Spesso abbiamo infatti visto i biancoblù vivere momenti agli assoluti antipodi, estremi che con il passare delle partite si dovrà cercare di rendere meno accentuati.
IL PROTAGONISTA
Janne Juvonen: Abbastanza sorprendente la decisione di non riservare al finlandese il premio di migliore in pista, perché Juvonen con le sue 48 parate (!) e dei rigori in cui è rimasto imbattuto è stato l’assoluto protagonista della sfida. Nel primo tempo ha tenuto a galla l’Ambrì con delle parate decisive che hanno messo una pezza alle troppe occasioni concesse, e si è poi fatto trovare pronto nei momenti decisivi.