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Interviste

Ireland: “Haapala nel mirino da tempo, quando seguivamo Lajunen speravo di averli entrambi”

Il coach ha spiegato il perché apprezza il finlandese: “Ha quelle abilità che vengono a galla nei momenti importanti, quando si vincono i campionati. Ci sono giocatori forti tecnicamente che scompaio sul più bello, lui non è così”

LUGANO – Dopo le due brutte sconfitte dell’ultimo weekend, il Lugano vuole ripartire, con una ventata d’aria fresca rappresentata dall’ingaggio di Henrik Haapala e dalla sfida di martedì sera di CHL.

Un clima diverso dal solito lo si respira anche in allenamento, con coach Greg Ireland che non si fa pregare nell’alzare la voce per spronare i suoi giocatori a raggiungere il livello di intensità necessario per ottenere i risultati che tutti si aspettano.

“Nessuno si sente a proprio agio a Lugano quando si perde una partita, figuriamoci dopo due sconfitte consecutive in cui non abbiamo giocato al livello che ci aspettiamo da noi stessi”, ha spiegato Ireland. “La squadra ha vissuto dei momenti simili in passato, lo scorso anno e soprattutto in quello precedente, eventi questi che mi avevano riportato alla Resega. Sono fasi normali nell’hockey, ed è il lavoro di un allenatore è quello di valutare cosa sta succedendo e trovare una soluzione”.

Greg Ireland, su cosa bisogna lavorare per tornare ad esprimere il proprio potenziale?
“Innanzitutto non bisogna iniziare a puntare il dito, ma piuttosto portare delle risposte ai nostri problemi. Bisogna tornare alla nostra identità, e per questo tutti devono prendersi le proprie responsabilità. In questo momento è troppo facile giocare contro di noi, ed inoltre offensivamente abbiamo tante lacune, a partire dal forecheck fino alla mancanza di volontà di andare nello slot. Non stiamo panicando, sapevamo di dover affrontare delle difficoltà, e nella passata stagione abbiamo visto come la squadra possa crescere quando affronta con successo le avversità”.

Tornare dunque alle basi e ad un gioco più semplice?
“Sì, dobbiamo tornare alle quattro colonne portanti che ci hanno permesso di avere successo in passato. La prima è rappresentata dall’agonismo, che non è ad un livello abbastanza alto ora, che va combinata però con la disciplina, sia nel rispettare il sistema di gioco che nello stare lontano dal box dei penalizzati. Il terzo elemento – che ritengo fondamentale – è la presa di responsabilità di ognuno, a partire da me stesso. Dobbiamo essere onesti l’uno con l’altro e se qualcuno non fa le cose nel modo giusto bisogna parlarsi immediatamente, anche se mostrare della leadership a volte significa pestare i piedi a qualcuno. Il quarto pilastro è la nostra capacità di giocare assieme come squadra, e di sacrificarsi l’uno per l’altro… Questa era una nostra caratteristica evidente nel passato, che ora sta venendo un po’ a mancare”.

In questi casi è positivo tornare immediatamente a giocare, anche se quella di martedì sarà una sfida di CHL…
“Poco importa se la prossima partita sarà di CHL oppure campionato, non ci sono piaciute le nostre ultime prove e dunque vogliamo sfruttare l’opportunità per fare meglio. Affronteremo un ottimo avversario e sarà l’occasione per tutti i giocatori di dimostrare che possono dare una mano nel riportare questa squadra al livello a cui può giocare”.

Quali sono invece le prime impressioni sul nuovo acquisto Henrik Haapala?
“La cosa che immediatamente salta all’occhio è la sua abilità di schizzare sul ghiaccio e la sua visione di gioco, ha una grande intelligenza hockeyistica. Ha inoltre un innato agonismo, anche se non credo lo vedremo al massimo per un paio di settimane, visto che è arrivato in una nuova squadra e deve imparare un nuovo sistema. La sua ultima partita l’ha inoltre giocata parecchio tempo fa, dunque ci vorrà pazienza”.

È il tipo di giocatore che credi mancasse alla squadra in questo inizio di stagione?
“Sicuramente posso dire di essere molto eccitato all’idea di averlo in squadra… Mi ricordo quando eravamo andati in Finlandia per osservare Lajunen, e dopo averli visti giocare assieme avevo chiesto ad Habisreutinger se non potevamo metterli entrambi sotto contratto, mi è piaciuto sin dal principio. Era da tempo sulla nostra lista dei desideri, ha quelle abilità che vengono a galla quando arrivano i momenti importanti della stagione, quelli in cui si decidono i campionati. Ha giocato un sacco di finali e ne ha vinte due, oltre ad una medaglia ai tempi della U20, e sa giocare duro e non basarsi solo sulla tecnica… Ci sono giocatori fortissimi tecnicamente, ma quando i giochi si fanno seri spariscono. Sono giocatori come Henrik che voglio nella mia squadra… Non fraintendetemi, amo chi è molto forte tecnicamente, ma per eccellere si deve unire il tutto al duro lavoro”.

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